Cascina Motta, birra dal campo alla bottiglia

I nostri assaggi delle quattro birre ecosostenibili del birrificio artigianale di Sale (Al)

02.03.2020

Artigianalità e agricoltura biologica sono i due binari su cui viaggia Cascina Motta, birrificio di origini alessandrine con fondamenta nel paese di Sale.

Nel 2017 Massimo Prandi ­– proprietario dal 2008 e tecnologo alimentare con studi enologici – insieme ad Alessandro Beltrame, nuovo mastro birraio, danno vita a questo entusiasmante progetto. Lavorando in un territorio la cui tradizione cerealicola ha una forte impronta massiva, i due fondano la loro “mission” sulla qualità e soprattutto la genuinità dei loro prodotti. Coltivano autonomamente orzo, frumento, luppolo, riso e segale. Lo sguardo è sempre proteso verso i valori di ecosostenibilità, sia in ambito agricolo che in cantina, dove non viene usata la pastorizzazione.

Birra contadina® è il loro marchio di fabbrica; vengono impiegate solo materie prime prodotte e trasformate in loco e viene rispettata la variabilità della produzione, data dall'annata, dal ciclo di maltazione e da ogni cotta.
Il concetto innovativo da loro introdotto è l'associazione di ogni lotto prodotto a uno specifico raccolto (quindi l'annata di produzione dei cereali e del luppolo). Come in ambito vitivinicolo, anche qui si cerca di rendere protagonista del lavoro la natura e ritrovare nel bicchiere i frutti di quest'ultima.
Spinti dalla curiosità, iniziamo la degustazione con Sloira, una lager chiara da bassa fermentazione tipo Pils che, vestita di un giallo paglierino, gioca sulla facilità di beva. Sentori di asparagi e cereali freschi e finale acido-amarognolo molto piacevole.
Procediamo con una ale chiara tipo Saison da alta fermentazione, dal nome Sanpa (zappa in dialetto cuneese). Frutta matura (arancia?) e anche tropicale, forse ananas. Poi si apre inaspettatamente su note balsamiche e di eucalipto, finale decisamente speziato. Concludiamo la bevuta con due lager ambrate: Tamagnun tipo Doppelbock è eccezionale con un naso ampio di sensazione tostate (sicuramente cacao, caffè) e di caramello, su una spalla alcolica importante. Elegante ed equilibrata. Infine Cavagna, ambrata tipo Vienna che gioca su note di datteri e sensazioni di sottobosco. Un bevuta più complessa e intrigante, sicuramente meno immediata delle precedenti. In tutte e quattro le bottiglie (2019 l'annata del raccolto) la schiuma è abbastanza fine e compatta.
Il lavoro attento nei campi di Marco Malaspina e la grande sfida della produzione del malto – anche questa costata innumerevoli prove e sforzi economici – a oggi li vede uscire vincitori, regalando bicchieri importanti e di pronta beva. Difficilmente li dimenticheremo.

Cascina Motta  

via Guazzora, 17
Sale (Al)
tel. 329 7866732
www.cascinamotta.it

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