Aurelio Ceresa, i formaggi alpini

Un casaro nel parco del Gran Paradiso, sulle orme del nonno

15.11.2016

Aurelio ha il nome del nonno, che ha iniziato la sua carriera negli alpeggi come garzone prima della guerra. Passato il periodo bellico, Aurelio però scelse di dedicarsi al tradizionale mestiere di “magnin” ovvero il battilastra di rame, che è stato solo l’inizio di una carriera che lo ha portato a diventare uno dei principali imprenditori della vallata nel settore metalmeccanico.

Il nipote, che porta il suo stesso nome, ha invece deciso di seguire il percorso contrario e dalla valle è salito verso gli alpeggi. Niente fuga dalla campagna ma un progetto imprenditoriale serio, seguito fin da giovanissima età per poi essere concretizzato dopo la laurea in Agraria indirizzo Zootecnia. Oggi in azienda è presente un capitale animale da oltre 600 capi tra bovini di razza Grigia Alpina e Valdostana, capre Camosciata delle Alpi e pecore di razza Biellese. In estate sono condotti nel Parco del Gran Paradiso, a Ribordone, negli alpeggi situati tra i 1.400 e i 2.400 metri di quota, mentre in inverno sono nelle stalle di None dove ha sede il caseificio Ceresa (Cascina Ollera, 10 - tel. 339 8253211) e dove c’è lo spaccio dei prodotti (aperto dal martedì al venerdì, dalle 16.30 alle 19.00 e nei fine settimana dalle 9.00 alle 12.00).

La teoria dei formaggi spazia dai freschi, con il tomino fioccolino a pasta molle dal sapore di latte alla robiola fino al suo prodotto più significativo nel campo dei freschi: la Delicata, formaggio fresco a pasta molle, piacevolmente sapido e dalla cremosità ben delineata, dal sapore delicato. Ottime anche le tome, tra cui spicca La Tuma dell’Oregge, da latte vaccino crudo e stagionata nelle cantine di proprietà, che conserva i profumi delle erbe alpine.

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