La singolare storia dei Tuscan Rum Aging

La Casa del Rum e Piccola Distilleria Toscana firmano un progetto di rum invecchiati in Toscana

17.06.2022

Che succede quando un blend di rum caraibici viene affinato e invecchiato in Toscana in una botte da Vinsanto? Chiedetelo a Francesco Rufini, selezionatore di rum da 15 anni con La Casa del Rum, che di recente ha lanciato il progetto dei Tuscan Rum Aging con Piccola Distilleria Toscana, realtà di Colle val d'Elsa.

Un progetto a cui sto lavorando da diversi anni, e che nasce dalla volontà di scardinare alcuni falsi miti legati al rum, come per esempio quello dell'invecchiamento come unico parametro qualitativo. Se la base è notevole, a volte invecchiamenti non lunghissimi regalano grandi emozioni. Per questo microlotto affinato in botti di Vinsanto sono partito da una materia prima nobile ma giovane, senza alcun passaggio precedente in legno. Quanto tempo ha invecchiato nella botte di Vinsanto? Il tempo necessario, di più non posso dire” racconta con un sorriso Francesco Rufini.

Il risultato è un rum fuori dagli schemi. La base è un ottimo rum da melassa, un pot still (ossia a doppia distillazione) ricco di note calde e speziate che emergono al naso. Ma poi c'è l'imprinting della botte, che firma l'assaggio sul finale e nella persistenza, dove le note vinose e ossidate del Vinsanto sono protagoniste. 180 le bottiglie prodotte (da mezzo litro), con prezzo al pubblico attorno ai 50 euro. “E Siamo appena usciti con il secondo invecchiamento in Toscana: un blend di rum affinati in botti di grappa”.

Il rito dell'assemblaggio

Se i Rum Tuscan Aging rappresentano l'ultima tappa del percorso di Francesco Rufini, non bisogna dimenticarsi il lavoro precedente. “Il progetto della Distilleria Toscana mi permette di lavorare con le botti e il legno, anche grazie alla competenza di un mastro distillatore con 50 anni di esperienza come Maurizio Garzillo. Però continua anche la mia attività che mi porta a selezionare rum e a blendarli tra di loro per ottenere prodotti unici".

Come La Casa del Rum numero 4, blend di tre rum diversi provenienti da Giamaica, Barbados e Repubblica Domenicana. “L'idea di questo blend, uscito nel 2015, è quella di ingentilire il rum giamaicano, che spesso bevuto da solo è carico di esteri e di note smaltate preponderanti. Con il solo lavoro di assemblaggio, senza zuccheri o aromi aggiunti, ho ottenuto un rum più gentile e dalla beva meno complessa”. Risultato raggiunto. Al naso è spigoloso, ma non troppo. Smaltato, ma senza spingere. Agreste, senza perdere la tenerezza. Piacevoli le note esotiche e gli spunti da boiserie, mentre in bocca il sorso è fresco, non aggressivo. Armonico, senz'altro, ma con un carattere di fondo – quello inglese e giamaicano – ben presente. Una bottiglia che nel 2019 è stato premiata come migliore nella categoria degli imbottigliatori indipendenti al ShowRum, e che si trova sul mercato attorno ai 45 euro (mezzo litro).


Impronta differente per La Casa del Rum numero 5, blend di rum della Repubblica domenicana, Panama e Barbados. “Questo è il rum per chi cerca morbidezza, intensità e persistenza. Un prodotto più ruffiano, dove però il Panama, più giovane, assicura quella nota erbacea e vegetale che lo rende ancor più interessante”. La struttura è quella dei Rum di Barbados, importante. Così come il profumo, avvolgente, dove il legno si sente, assieme a note morbide di cacao e vaniglia. Poi c'è la frutta rossa. Sensazioni che ritornano all'assaggio, assieme a qualche sbuffo più vegetale che regala complessità. Prezzo al pubblico, 55 euro (sempre mezzo litro).

Sotto il cappello di Piccola Distilleria Toscana, oltre il marchio La Casa del Rum, ci sono anche il marchio Alboni, che firma le grappe e distillati del territorio toscano, e Aquae, con distillati e prodotti liquoristici pensati soprattutto per la mixology. Ed è proprio dal marchio Alboni che nasce l'Acquavite di birra, ottenuta dalla distillazione di una birra pilsner artigianale di provenienza toscana. “Il difficile nel distillare un prodotto poco alcolico come la birra è riportare nel distillato finale gli aromi della materia prima” spiega Rufini. In questo caso la connessione è presente. Tanto al naso, dove c'è più la nota vegetale del luppolo, quanto in bocca, dove emerge la parte maltata. Un prodotto curioso, in commercio attorno ai 34 euro.

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