Quel panettone del carcere

Dagli studi di Geo ho parlato del panettone della cooperativa Giotto

04.12.2014

Ma è buono davvero? È stata la prima domanda che mi ha fatto Sveva Sagramola, la conduttrice di Geo che mi ha voluto in studio ieri sera, per commentare il collegamento col carcere Due Palazzi di Padova, dove gli amici della cooperativa Giotto fanno il panettone insieme ai detenuti. “Certo che è buono – le ho detto – e la riprova l'ho avuta anche quest'anno a Milano, a Golosaria, dove sono tornati i fedeli di questo prodotti ed altri lo hanno acquistato per la prima volta”. Se il panettone non fosse buono, del resto, cadrebbe lo scopo: solo partecipando a un progetto di gusto vero uno può ritrovare una dignità, può reincontrare se stesso.

Ed uno dei carcerati in collegamento, ha parlato del significato del presente. Bellissimo. Mi ha subito chiamato al telefono Giacomo Oddero, il decano dei produttori di Barolo, per farmi i complimenti per quel servizio, mentre il maestro Vince Tempera si è rammaricato di non essere venuto a Golosaria, quest'anno, per prendere il suo panettone di Giotto. Nel collegamento ho intravisto anche l'amico Matteo Florean, che lavora ogni giorno là dentro e che ha voluto, quest'anno, fare il panettone (le farine sono quelle del sommo Molino Quaglia di Vighizzolo d'Este) con il Fior d'Arancio, che è il moscato dei Colli Euganei. Una gran bella giornata, quella di Roma ieri, dove ho conosciuto altre persone... e altri posticini di cui presto vi parlerò.

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