Le uve autoctone e il Lagrein metodo classico

Una scoperta da Bolzano, dove aprirà la rassegna Autochtona

22.09.2017

La reazione ai cambiamenti climatici può cominciare dalle uve autoctone. Ne sono convinti sia il professor Scienza sia l’enologo Donato Lanati. “I vitigni autoctoni - ha spiegato Scienza - sono frutto di un ciclo di selezione di alcune migliaia di anni, attraversano fasi climatiche estreme e per questo hanno accumulato nel loro DNA, per effetto di incroci spontanei e mutazioni, dei tratti genetici che consentono loro di superare condizioni climatiche davvero difficili”. La cosa più interessante è in quello che ancora non si è visto. Per Scienza siamo solo alla “punta dell’iceberg” di quello che si può ancora scoprire.

La conferma arriva anche sul campo, secondo quanto spiegato dall’enologo Donato Lanati: “Nel nord-ovest il vitigno che ha sofferto di meno è il Nebbiolo, sia nelle Langhe che nell’Alto Piemonte. Spostandoci in Toscana stessa situazione con il Sangiovese che si sta comportando bene, ancor meglio nelle sue zone di maggiore vocazione come a Montalcino o in Val d’Orcia”. Il ruolo degli autoctoni come risposta al cambiamento climatico sarà uno dei temi caldi che approderanno a Autochtona, fiera dedicata ai vitigni autoctoni che si svolgerà, come ogni anno, all’interno di Fiera Bolzano il 16 e 17 ottobre e che ospiterà oltre 100 produttori (e 300 vitigni autoctoni) da Nord a Sud Italia.

Protagonista l’autoctono locale - Lagrein - che abbiamo recentemente scoperto anche nella versione Metodo Classico. Stiamo parlando del Tirolensis Brut Rosè prodotto da Tirolensis Ars vini (St. Justina 3 • tel. 0471 365 125) un’associazione di sei viticoltori sudtirolesi che insieme hanno creato questo brut spumantizzato da Arunda a Meltina. Il colore, splendido, è un rosa tenue e brillante allo stesso tempo. Nel bicchiere il perlage è fine e il profumo comunica freschezza. Ci sono le viole e i frutti di bosco a sopravanzare i profumi di lievito. E’ in bocca però dove si sente lo scarto: c’è corpo, persistenza e anche qui un’acidità viva, che lo rende molto piacevole anche come aperitivo. E’ solo l’ultima declinazione di un vino che ha già trovato nuova linfa anche nella versione Kretzer (rosè). A dimostrazione che gli autoctoni sanno essere non solo resistenti ma anche versatili.

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