Alimento importantissimo nella storia dell'alimentazione umana, il latte di capra, dopo aver registrato una netta contrazione dei consumi all'inizio del XX secolo, sta oggi riguadagnando il prestigio perduto. Nel nuovo millennio, si sono infatti registrati tassi di crescita da record.
Secondo le elaborazioni Assolatte, negli ultimi 20 anni il quantitativo ottenuto in Italia ha ottenuto performance pari ad una crescita del 162%, passando da 11.840 a oltre 30 mila tonnellate.
Le sue proprietà dietetico-nutrizionali sono altrettanto degne di nota, tanto da renderlo un valido sostituto al tradizionale latte vaccino. Rispetto a quest'ultimo, quello di capra contiene quantità inferiori di vitamina B2 ma è ricco di calcio (ciò contribuisce a prevenire l’osteoporosi), fosforo, potassio e riboflavina. Le proteine del latte di capra – che contiene anche la taurina, un amminoacido essenziale per la sintesi della bile e la salute degli occhi – sono simili a quelle del latte di mucca: un aspetto di non poco conto. Il vero punto di forza è la sua facile digeribilità: grazie agli acidi grassi essenziali e quelli a catena media e corta, risulta più leggero per il nostro organismo rispetto a quello vaccino. Questo tipo di grassi, infatti, vengono assimilati e utilizzati immediatamente, senza accumularsi nel circolo sanguigno. Il latte di capra tuttavia contiene una piccola quantità di lattosio: sebbene inferiore al latte vaccino o ad altri prodotti lattiero-caseari, può comunque causare problemi a chi ha una grave intolleranza al lattosio.