Tra la terra e il mare i vini di Feudo Ramaddini

10.07.2015

Dai magazzini del vino ai serbatoi delle imbarcazioni attraccate al porto, passando attraverso un percorso di quasi un chilometro grazie a un impianto di condutture esterne. Questo in poche righe il funzionamento del “vinodotto”, un sistema di tubazioni che era molto diffuso a Marzamemi, in Sicilia, e di cui si trovano tracce ancora oggi. Lo racconta Paolo Massobrio su La Stampa di oggi per introdurre la storia di Carlo Scollo e Francesco Ristuccia, due imprenditori florovivaisti che in queste terre, nell’altopiano che da Noto scende verso il mare, su 20 ettari di terreno hanno impiantato filari da cui nascono vini che raccolgono il sapore della terra e del mare. Tra gli assaggi migliori ecco il Passito di Noto “Al Hamen” 2013, mentre tra i rossi a colpire nel segno sono il Noto Nero d’Avola “Patrono” e il Nero d’Avola "Note Nere". Tra i bianchi, invece, menzione d'onore per il Terre Siciliane Chardonnay "Quattro Venti” e il Grillo Terre Siciliane “Nassa”.

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