La visione di Campo alla Sughera (tel. 0565.766936 - www.campoallasughera.com) di Bolgheri (Li) è internazionale, come il mercato a cui puntano. E non è un caso. La proprietà è della famiglia tedesca Knauf, fondatrice dell’omonima multinazionale leader in soluzioni e sistemi per l’edilizia, che ne ha affidato la gestione alla nuova generazione.
La cantina è nuovissima, tecnologica e attorniata da 20 ettari di vigne in una zona celebre nel mondo per i suoi tagli bordolesi. Anche in questo caso non poteva essere altrimenti. Se vediamo l’offerta complessiva della cantina è facile intuire quale sia il mercato di riferimento: mitteleuropeo e americano. Insomma, una squadra che vuol giocare ad alti livelli in un campionato, però, non nostro. La coppia di “punte” - per usare una metafora calcistica - parla chiaro: giocatori di peso, muscolari, dotati di quanto i campionati di alto livello hanno bisogno. C’è tanta predisposizione, ma anche tanto allenamento. Insomma, vigne in ottime posizioni, piantate tra gli anni Novanta e Duemila e una cantina spettacolare, con soluzioni moderne e una bella batteria di barrique dove affinano i vini costituenti l’assemblaggio.
Arnione è la punta di qualità, in squadra fin dai primordi, insomma quel giocatore su cui puoi sempre puntare. Nasce nel 2001 da cabernet sauvignon, cabernet franc, merlot, e petit verdot. Dopo la vinificazione nella cantina che per il rimestaggio sfrutta la forza di gravità, affina 18 mesi in barriques nuove e altrettanti mesi in bottiglia. Il campione assaggiato, il 2013, è già un vino di razza: colore impenetrabile, naso fine, ben equilibrato nei profumi di piccoli frutti, peperone, sfumatura di vaniglia e zucchero filato per arrivare alla menta e un cenno di smalto. In bocca è caldo, ha corpo, persistenza e un tannino vivo.
Il secondo assaggio è per l’Adeo. Il suo nome è quello di un saggista greco del III secolo a.C. l’uvaggio è un classico cabernet merlot. Adeo non raggiunge l’equilibrio di Arnione e questo 2015 ha ancora strada da fare. Al naso è vivido, ancora frutti rossi e peperone, cenni balsamici e rabarbaro, mentre è in bocca dove la giovinezza si fa più evidente. Il tannino è da smussare, l’acidità scalpita: due imprecisioni che si attenuano nel campione dell’anno precedente. Due bei pezzi, due attaccanti di peso, che però - come le star del calcio - sono sempre un po’ a rischio di presunzione e mancanza di emotività.