Vogliamo tornare presto a incontrarci, ma a quali condizioni?

Le misure al vaglio del Governo per il ritorno ai fornelli

06.05.2020

La voglia di tornare è tanta, sia tra chi i bar e ristoranti li frequenta, sia tra chi li conduce.
Accanto alla voglia di ritornare a godere del buon cibo oltre la delivery, c’è ancora molta incertezza: come possiamo garantire, all’interno dei nostri locali la sicurezza e la tranquillità dei clienti?
La distanza sociale: un mondo rovesciato rispetto alle nostre abitudini La fase 2 delinea una nuova normalità fatta di regole che rimandano a un mondo rovesciato dove la distanza sociale diventa un’abitudine, concezione lontana anni luce da quel vivere conviviale e di aggregazione che ricerchiamo all’interno di ristoranti, bar e locali di ritrovo. 
Siamo ancora in attesa di precise indicazioni per il settore ma quel che è certo è che la riapertura sarà caratterizzata da regole per prevenire il rischio di contagio e garantire, così, la tutela della salute di lavoratori e avventori. Le linee guida di OMS e Governo nazionale indicano il rispetto del distanziamento sociale e della costante pulizia e sanificazione dei locali come requisiti fondamentali. 


Per garantire elevati livelli di igiene, dovranno essere messi a disposizione di personale e clienti detergenti, disinfettanti e dispositivi di protezione individuale (schermi di protezione, guanti, mascherine, divisori, occhiali): l’uso di mascherine e guanti viene dato come in tutti i casi in cui l’attività non consenta di mantenere una distanza interpersonale di almeno un metro e non siano possibili diverse soluzioni organizzative. 

Adottate tutte le misure per garantire la sicurezza, a costo di sembrare una clinica infettivologica, siamo certi che le persone vorranno riadattarsi a vivere una convivialità monca? Il rischio di aprire i battenti senza ritorni economici avendo fortemente investimento in attrezzature per la sicurezza è alto.


Indipendentemente dalle sensazioni e decisioni personali dei clienti, il rispetto del distanziamento sociale porterà inevitabilmente a ridurre il numero di clientela potenziale, incidendo sui ricavi e sulle necessità di personale. Fondamentale risulterà, quindi, il supporto economico statale a questa categoria che indubbiamente più risente della nuova realtà post-contagio. 


Al vaglio del Governo misure concrete: l’immediato pagamento del Fondo Integrazione Salariale ed una sua estensione fino al Marzo 2021, misure che incidano sul pagamento degli affitti accanto al credito di imposta come incentivi per la sospensione del canone a favore di conduttori e locatori, sospensione della tassa OSP per la ristorazione all’aperto (che peraltro sarebbe la meno a rischio contagio e quindi più favorita per la riapertura) e la concessione di maggiori spazi di occupazione di suolo pubblico onde permettere anche a chi non ha coperti all’esterno, di poterne godere.

Federcuochi ha auspicato l’adozione di regole comuni e non differenziate per regioni una volta terminato il lockdown, tra cui quelle già note e applicate in altre realtà quali la disponibilità di gel disinfettanti all'ingresso, l’obbligo di mascherine per il personale, strutture in plexiglass poste sui tavoli in moduli a croce, cloche in materiale riciclabile per tutelare l'integrità dei piatti in arrivo dalla cucina. 
Sulle strutture divisorie ci sono molti dubbi: molti ristoratori si sono già pronunciati dichiarando che preferirebbero avere la possibilità di scegliere di rimanere chiusi ancora fino a settembre piuttosto che mettere dei separatori tra le persone e snaturare lo spirito dei “locali di convivialità”. L'inchiesta del Golosario lo dimostra.


In attesa della riapertura o della possibilità di effettuare il servizio di asporto accanto a quello della delivery  - che comunque non sarà di certo una risposta alla crisi – consigliamo di prevedere e stanziare costi per l’adozione di misure anticontagio all’interno dei propri locali, sulla scorta dei dettami OMS e Governo prima citati: acquisto di mascherine da mettere a disposizione del personale, gel detergenti, guanti, prodotti per la sanificazione, la pianificazione di una modifica di logistica e organizzazione del locale finalizzata al ricavo di spazio e alla riduzione dei movimenti del personale, in ottica di limitare l’avvicinamento agli avventori.

I metodi innovativi come le app per le prenotazioni e gli ordini tramite video potrebbero fare la differenza Roberta Ricci - avvocato e co founder di B Grow


Per non eliminare del tutto la convivialità tipica che si crea al momento della scelta dei piatti e dei vini, consigliamo l’introduzione di metodi innovativi per le ordinazioni che riducano i tempi di attesa e l’avvicinamento alla clientela ma permettano di “avvicinarsi” comunque agli avventori,  mettendo in secondo piano le misure di distanziamento sociale. 
La creazione di un collegamento video che permetta di effettuare l’ordinazione in video con il personale di sala, una prenotazione e ordinazione on line sul sito o in app, che permettano alla clientela di prenotarsi e anticipare le ordinazioni da casa, chiedendolo direttamente al personale di sala in video oppure selezionando le voci del menu, potrebbero risultare decisive. 

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