Voci dalla terra giapponese

Per poter sopravvivere bisogna essere in grado di arrangiarsi da soli.
Il caso di Seiji Ōtsu di Muchachaen di Seiyo, Prefettura di Ehime

04.08.2020

Sul Web di Ryoritsushin nel mese di maggio è partita la rubrica “Voci dalla terra: cosa stiamo imparando dal COVID-19”, una serie di articoli dove diamo la parola ai produttori agricoli, ai creatori di cibi e ai trasformatori artigianali che fanno da tramite tra i produttori e i cuochi.

Questa serie è nata per raccogliere le voci dei produttori e trasformatori messi con le spalle al muro perché non potevano più vendere i loro prodotti a causa del COVID-19 e dei ristoratori costretti a tener chiuso il loro locale. Tuttavia le parole di chi stava lottando contemporaneamente contro la Natura e contro il mondo degli esseri umani erano così ricche di idee sulla strada da prendere per il futuro del cibo che abbiamo deciso di continuare questa serie come “contenitore di idee sul cibo visto con gli occhi di chi conosce la realtà” invece di limitarci a cercare “risposte alla catastrofe del COVID-19” dall’agricoltura e dalla pesca.

Ai produttori abbiamo chiesto, oltre alla situazione di oggi del loro lavoro, quali idee abbiano maturato durante il COVID, cosa si augurino in futuro per la loro attività produttiva, cosa desiderino dal Ministero dell’Agricoltura, Foreste e della Pesca del Giappone e tutti ci hanno dato risposte sincere e interessanti.
Ci farebbe molto piacere se anche ai lettori italiani de il Golosario potessero giungere le loro parole e così abbiamo deciso di presentare alcuni articoli di questa serie dove si incontrano produttori di diverse parti del Giappone con in comune un forte radicamento nel territorio. Cominciamo dalla Prefettura di Ehime dell’isola di Shikoku, che si trova a sud-ovest ed è la più piccola tra le isole principali del nostro arcipelago.

Da circa 40 anni “Muchachaen” continua la coltivazione biologica nel borgo di Akehama-cho, città di Seiyo, prefettura di Ehime. Sfruttando gli agrumeti a terrazza tramandati da generazioni, stanno cercando con diversi progetti di rendere quanto più possibile autonomo il loro quartiere. “Siamo un gruppo di molti compagni, direi dei bei partner, e stiamo cercando non solo di portare avanti insieme le nostre attività ma anche di dare un segnale chiaro su cosa significhi vivere in questo quartiere.” Dice così l’amministratore delegato Seiji Ōtsu e aggiunge che, per sopravvivere in una società post COVID-19, è importante essere consapevoli della necessità di essere radicati nel territorio e di proteggere la vita quotidiana con le proprie mani.

Domanda 1 Situazione attuale:

Ci stiamo rendendo conto che la simpatia tra produttori e consumatori crea un forte legame.

“Muchachaen” produce e vende agrumi di stagione e i loro trasformati e tre quarti degli acquirenti sono cooperative e altri gruppi d’acquisto diretti (In Giappone tutta l’economia agricola, dalla vendita dei semi e delle piante a quella della frutta, è ancora controllata da un potentissimo consorzio nazionale. Vendere direttamente è più remunerativo ma difficile e ci vuole molto coraggio). Durante il periodo di confinamento in casa per la diffusione del contagio da coronavirus, la richiesta è notevolmente aumentata. Se dovesse arrivare una seconda ondata del virus che portasse ad una diminuzione del tasso di occupazione e ad una conseguente recessione, potrebbe cambiare la situazione ma, sino ad ora, le nostre vendite sono rimaste sempre stabili.

Il sistema di vendita diretta dal produttore non è soltanto un sistema di compravendita di una merce, ma crea un legame di simpatia e comprensione reciproca per cui, soprattutto nei casi d’emergenza come questa, proprio questo rapporto diventa reciprocamente un sostegno e un incoraggiamento.

Oggi ci sono 80 produttori iscritti. Cercano di usare meno sostanze chimiche possibile e coltivano agrumi (prevalentemente i mandaranci giapponesi chiamati mikan) biologici. È stato un gruppo di avanguardia nella vendita diretta, nella trasformazione e per l’introduzione della tecnologia informatica nella gestione della produzione.
Domanda 2: Cosa ha capito e cosa ha pensato con il COVID-19?

Diversificare i rischi è l’idea del negozio che vende tutto.

Attraverso l’esperienza scioccante del Corona virus penso che verrà rivalorizzata la vita rurale quanto più possibile autonoma e autosufficiente.

Nella vita in città il posto di lavoro è staccato da casa e questo significa che il loro sistema sociale non può che dare delega su qualsiasi cosa o all’organizzazione pubblica o alle grandi aziende. Se questo sistema si dovesse bloccare a causa di qualche disastro sociale, la gente che vive in città cadrebbe in grande confusione e non potrebbe che aspettare il ritorno alla normalità. Ci saremmo dovuti già rendere conto di questo limite della vita concentrata sul consumismo con il terremoto e il maremoto di Tōhoku del 2011, tuttavia negli ultimi anni la maggior parte della gente è tornata a vivere come prima.

L’obiettivo di Muchachaen è stato, sin dal momento della sua fondazione, di far diventare autonomo il nostro territorio dal punto divista alimentare (Food), dell’energia (Energy) e dell’assistenza sociale (Care), la così detta “area autonoma FEC”. Il nostro asse principale di attività è sempre stato la coltivazione degli agrumi. La coltivazione biologica è stata la nostra risposta a come deve essere un contadino. Mentre il movimento dei consumatori era sempre più attento alla sostenibilità dei prodotti e alla protezione dell’ambiente, ci siamo resi conto dell’importanza della produzione biologica e per di più del collegamento ai consumatori della grande città attraverso il sistema della vendita diretta perché ci permette l’indipendenza dal punto di visita economico. Tuttavia abbiamo imparato anche il rischio di coltivare un prodotto solo in caso di calamità naturali, ad esempio i tifoni che danneggiano gli alberi con il vento che trasporta sale marino e ci vogliono diversi anni per la loro ripresa.

Per noi i principali problemi da affrontare sono sempre stati la protezione del nostro ambiente naturale, come quando nel 1980 c’è stato un progetto di costruire i depositi di LPG ad Akehama e ci siamo fermamente opposti, e l’invecchiamento degli abitanti con mancanza di successori nelle imprese agricole. Più la nostra società Muchachaen si espande, più importante diventa il suo compito che non è solo quello di migliorare la qualità degli agrumi, ma anche di fare in modo che le attività sociali nel territorio stiano in piedi da sole assicurando assistenza sociale e sostegno a chi voglia trasferirsi nella zona per iniziare l’attività agricola.

Così abbiamo iniziato a salvaguardare l’ambiente in collaborazione con i pescatori di gianchetti e i coltivatori di perle, dal 2002 gestiamo la struttura di formazione per agricoltori poi, nel 2013, abbiamo avviato un progetto di assistenza sociale che principalmente si occupa di curare le persone anziane.
Così ci abbiamo preso gusto e non possiamo dimenticare di dare un’educazione alimentare ai bambini o di organizzare iniziative per i consumatori. Abbiamo perfino dato un sostegno tecnico ai villaggi rurali asiatici fuori dal Giappone attraverso lezioni e programmi di formazione personale. Ora si sta affrontando il riutilizzo dell’edificio della scuola chiusa, la valorizzazione turistica degli agrumeti a terrazza inseriti nel Seiyo Geo Park e portiamo avanti l’autonomia energetica con il fotovoltaico.

Con la coltivazione in agrumeti a terrazza sul pendio acuto non ci si può aspettare una produzione in quantità ma la falda verso sud è ben soleggiata e riflette i raggi del sole sul mare e sui muri a secco così i mandaranci (mikan) crescono in pieno sole. I muri a secco permettono un buon scolo dell’acqua e i minerali che servono a far crescere gli alberi arrivano con la brezza marina.Recentemente ogni anno c’è in qualche parte qualche calamità naturale. Anche a noi è toccato subire dei danni e non ce ne dobbiamo stupire. Ciò che ci serve in epoca come questa potrebbe essere l’idea di un negozio che vende tutto. Invece di fissarci troppo su una sola maniera, utilizzare le risorse, le esperienze e le capacità in modo poliedrico per diversificare i rischi. Nell’ambito della vita quotidiana si prepara già da oggi l’autosufficienza come minimo requisito indispensabile per la sopravvivenza in caso di emergenza, sia da un punto di vista di sistema che favorendo il rapporto di sostegno reciproco.

Domanda 3: Ciò che desidera per il mondo del cibo.

Considerare se stesso come una parte della Natura e imparare a non desiderare più del necessario.

Credo impossibile pensare al cibo scartando le altre cose. Dovremmo riguardare tutto quello che facciamo partendo dallo stile di vita e dal modo di lavorare. Per quanto riguarda il problema del Coronavirus, come del terremoto, tifone o di qualsiasi altra calamità naturale, io li considero uno dei contro attacchi da parte della Natura. La Natura ci sta dando un’allerta e ci dice di cambiare radicalmente il modo di essere della nostra società, di smettere di pensare solo a noi stessi, esseri umani, e di credere che guadagnare di più e poter spendere di più sia la felicità.
Ad esempio, comprare le verdure coltivate nel nostro territorio piuttosto che le cose portate apposta da fuori del Giappone, è un modo di continuare a vivere senza troppe pretese, da facenti parte del mondo della Natura. Credo che sia arrivato il momento in cui ognuno di noi debba dimostrare la capacità di vivere a misura naturale, accontentandosi di avere il necessario.

Seiji Ōtsu
Dal 1988 consigliere delegato di Muchachaen e dal 2011 amministratore delegato. “Muchachaen” fu fondato nel 1974 da tre coltivatori di mandaranci di Akehama, Seiyo della Perfettura di Ehime ed è una società per azioni che, oltre al profitto, ha l’obiettivo di costruire un comune ecologico attraverso la produzione di cibi sani e sicuri senza rovinare l’ambiente. Attualmente ci sono 80 produttori da 6 borghi diversi e svolge attività poliedriche di cui la principale è la coltivazione, trasformazione e vendita di agrumi. Favorisce l’introduzione nell’attività agricola, il benessere, la salvaguardia ambientale, l’educazione alimentare, fornisce formazione agricola ai paesi asiatici non sviluppati, autoproduce energia.

Persona giuridica territoriale Muchachaen s.p.a   
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testo di Kyoko Kita
traduzione di Motoko Iwasaki

 

 

 

大地からの声

何が起きても生き残れるよう、暮らしを人任せにしない。

愛媛県西予市 「無茶々園」大津清次さん

text by Kyoko Kita

 

「料理通信」が5月にスタートしたWeb連載「大地からの声―新型コロナウイルスが教えようとしていること」は、食の作り手である生産者、そして生産者と料理人を繋ぐ第2走者として日々奔走する仕事人たちの想いや考えに耳を傾けるシリーズです。

立ち上げのきっかけは、コロナによる飲食店の営業自粛で食材が行き場を失い、窮地に立たされた生産者さんの声をすくい上げることでした。しかしながら、自然界との対峙、人間界との対峙、その両面を持つ彼らの言葉には、食がこれから向かうべき方向への示唆に富んでいるため、「コロナ禍にどう対処したか」という一時的な内容に留めず、食材の生産や流通をどう考えるか、農業や漁業はどうしたらいいのか、つまり「生産現場から見た食の考え方の集積」となるよう意図して、本シリーズを今後も継続していく予定です。

生産者の方々には、現在のお仕事の状況や、新型コロナウイルスによって気付かされたこと、考えたことに加え、これからの私たちの食生活、農林水産業、食材の生産活動に望むことについても真摯にお応えいただいています。

イタリアの読者の皆さんにも、彼らの言葉に耳を傾けてもらいたく、このシリーズから、何度かにわたり日本各地で、地域に根差し営みを続ける食材生産者をご紹介させていただきます。初回は、日本列島を構成する主要四島の中で最も小さい南西部の島、四国に位置する愛媛からお届けします。

 

 愛媛県西予市明浜町で約40年前から柑橘の有機栽培に取り組んできた「無茶々園」。代々受け継いできた段々畑と自然という財産を生かしながら、自立したまちづくりを目指し、様々な事業を展開してきました。「多くの仲間と共に、良きパートナーと共に、この町で『生きる』ことをしっかり感じながら生きていきたい」。地域に根差し、自分たちの手で暮らしを守っていくのだという意識が、コロナ後の社会を生き抜くのに必要ではないかと代表の大津清次さんは言います。

 

1 現在の状況

消費者と共感でつながっていることを実感。

 「無茶々園」では季節ごとの柑橘とその加工品を主に生産・販売していて、全出荷量の4分の3は生協など産直の宅配グループが占めています。これらは新型コロナウイルスの感染拡大による自粛期間中、大幅に需要が伸びました。第2波がやってきて雇用状況が悪化し、景気が後退した場合は状況が変わってくるかもしれませんが、今のところは安定的な売り上げが続いています。

産直という仕組みは単なる物の売り買いではなく、生産者と消費者が共感や相互理解でつながっているため、今回のような非常事態において特にその関係性がお互いの支えや励みになると感じています。

 

2 気付かされたこと、考えたこと

よろずや的発想でリスクを分散させる。

 
 今回のコロナショックにより、自立・自給型の農村の暮らしが再評価されるのではないかと思います。都市は働く場所と生活の場が切り離され、暮らしのあらゆることを行政や大企業に任せている依存型の社会です。いざ自然災害に襲われたりしてその機能が停まってしまうと、そこに住む人は混乱に陥り、復旧するのをただ待つしかない。消費に偏った大都市一極集中が限界にきていることは、東日本大震災でも経験したはずですが、この数年でまた元に戻ってしまいました。


 食糧(Food)、エネルギー(Energy)、ケア(Care=医療・介護・福祉)を地域内で自給する“FEC自給圏づくり”は、無茶々園が創業時から目指してきたことです。

私たちはこれまで柑橘の栽培を主軸に生産活動を行ってきました。農家らしい暮らしを自問して始めた有機栽培ですが、うねりを見せ始めていた消費者運動や環境運動に積極的に関わる中でその意味と価値を知り、産直という仕組みで都市の消費者とつながることで経済的な自立を果たしてきました。しかしひと度、台風などの自然災害が起きれば、塩風害で回復に数年かかることもあり、柑橘一本でやっていくリスクを思い知りました。

一方、1980年に明浜にLPG基地を誘致する計画が持ち上がった際は反対運動に参加。地域の高齢化や後継者不足の問題も長く抱えてきました。

主産品である柑橘の質を向上していくだけでなく、エネルギーや福祉、新規就農を目指す移住者の支援といった、地域の営みも自給・自立させていくことが、無茶々園という組織の広がりと共に需要な課題となってきたのです。

 ちりめんや真珠など漁業者と協力した環境保全活動に早くから取り組み、2002年には農業研修施設の運営を開始、2013年には高齢者介護を中心とした福祉事業を立ち上げました。子供たちへの食育や消費者との交流にも力を入れ、アジアの農村と連携した技術指導や人材育成事業も展開。廃校となった小学校の利活用や、西予ジオパークにも指定されている段々畑を生かした観光ビジネス、太陽光発電によるエネルギーの自給も進めています。

 近年、自然災害は各地で毎年のように発生しています。いつ我が身に困難が降りかかってもおかしくない、そんな時代に必要なのは、よろずや的な発想ではないでしょうか。ひとつのやり方にこだわらず、資源や経験、能力を多角的に発揮し、リスクを分散させる。そして人任せではなく自分の手で暮らしを守っていくという意識を持つこと。いざという時、生きていく上で最低限必要なことを、生活圏の中で自給できる仕組みや支え合える関係性を日頃から整えておくのです。

3これからの食のあり方について望むこと

自然界の一員として、身の丈に合った暮らし方を考える。

 食だけを切り取って考えることはむずかしいと思います。暮らし方や働き方から見直さなければならないでしょう。

今回のコロナ禍は、数年前から続いてきた地震や台風、異常気象などと同様、自然からの逆襲ではないかと捉えています。人間さえよければいい、闇雲にお金を稼ぎ消費することが幸せという現代社会のあり方を根本から変えるよう、自然が我々に警告しているのです。

たとえば、わざわざ海外から運んできたものではなく地域で作られた野菜を買うといったように、自然界の一員として無理なく暮らし続けるために、身の丈に合ったやり方を一人ひとりが実践していく時が来たのだと思います。

大津清次(おおつ・せいじ)

1988年「無茶々園」に専務として参加、2011年より同園の代表を務める。「無茶々園」は1974年、愛媛県西予市明浜町の3人の生産者がミカンの有機栽培に取り組んだのが始まり。環境破壊を伴わず、健康で安全な食べ物の生産を通してエコロジカルな町づくりを目指す運動体。現在は6集落に跨る80以上の生産者が参加し、柑橘類の生産・加工・販売を軸に、就農支援、福祉、環境保護、食育、海外の人材育成、エネルギー自給等、多角的に事業を展開している。

 

 

株式会社 地域法人無茶々園   

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