Le birre di Golosaria Monferrato: guida all'assaggio

Sette birrifici, tantissime spine. Ne scegliamo due birre per ciascuno, ma a Golosaria saranno molte di più.

14.03.2017

Il Bastione delle Birre artigianali di Golosaria Monferrato lo scorso anno ha fatto il botto. Tantissimi gli appassionati che hanno preso d'assalto i banchi dei birrifici presenti. Si replicherà quest'anno (1-2 aprile), con una selezione accurata di sette birrifici da scoprire. Per ognuno, scegliamo qui due birre, per una miniguida all'assaggio. Ma a Golosaria saranno molte di più.

Cominciamo con le birre eroiche delle montagne valsesiane della Birreria Artigianale Vallecellio, il cui punto di forza è l'utilizzo di materie prime legate al territorio. Come le castagne che caratterizzano la birra Castagna, e il riso nero della Baraggia per l'Ambrata. Ancora dalla provincia di Vercelli arriva lo storico Birrificio Abbà, che quest'anno compie 10 anni. Da provare la Farinela, prodotta utilizzando i pregiati risi locali e aromatizzata con erbe spontanee della zona. E poi la Nigra, una birra scura con note di liquirizia e caffè.

Sono due anche i birrifici astigiani, e sono due novità da scoprire. Le birre di Silvia Castagnero – marchiate Edfil - sono frutto di una filiera, che parte dall'azienda agricola (l'orzo è aziendale e viene fatto maltare dal Cobi, una cooperativa di agricoltori marchigiani). 5 le birre da assaggiare. La nostra preferita è la Rossa, una Amber Ale dal colore ambrato, profumo intenso, gusto di malto caramellato, leggermente amaro. Ma non è da meno la Ramata, dai luppoli non eccessivi con leggero sentore di caramello, aspetto ambrato con schiuma persistente e sapore speziato. Da Calamandrana, invece, arriva Sagrin, un birrificio che si è affacciato alla ribalta con una IGA – lo stile italiano che mescola il mondo della birra con quello del vino, aggiungendo mosto di vino nella birra – al Moscato. E non uno qualsiasi, ma quello straordinario di Romano Dogliotti. Si chiama Samos – dall'isola in cui è nato il moscato – e vale l'assaggio. Livertin è invece il nome di una Double Ipa, che rispetta la definizione. La nota amara, luppolata, è preponderante al gusto, sorretta però da un corpo già importante e una buona alcolicità.

Da Alessandria arriva Canediguerra: nome straconosciuto tra gli amanti dei luppoli, che sta facendo incetta di premi e riconoscimenti nobili. Merita tutta la linea. Tra le tante, citiamo l'American Ipa, centratissimo esempio di questo stile, e la Brown Porter, che mescola delicate note di caffè e cacao ad un basso tenore alcolico: beverina come poche.

È lombardo – della provincia di Pavia - il Birrificio Conte Gelo. Sono birre beverine, ma di carattere. Ottima la Cosacca, di colore ambrato, dalla schiuma pannosa, d'ispirazione inglese. Decisamente potente la Kamchatka, Imperial stout caratterizzata da sapori di tabacco, caffè e cioccolata ottenuti grazie all’uso di una miscela di malti tostati.

Infine, dal Veneto, ecco il Birrificio Ofelia, che porta il nome della tragica e pura eroina shakespeariana. Originali ed eclettiche le birre prodotte. Se dobbiamo citarne due, da non perdere la Piazza delle Erbe, una saison arricchita dall’infusione di dieci fra spezie ed erbe, vincitrice della medaglia 2014 al Global Craft Beer award di Berlino. Ma noi siamo particolarmente affezionati alla Scarlet, la birra alle corniole, presentata nel 2015 a Cornedo Vicentino. Che sete!

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