Ad Libitum: l'identità del torrone cremonese

A Cremona fino al 21 novembre si celebra la fiera del torrone. E Patrizia Signorini esce con una sorpresa

16.11.2021

Il torrone unisce l’Italia, essendoci in quasi tutte le regioni, da Nord a Sud. È un dolce compatto a base di bianco d'uovo, miele e mandorle (o nocciole in Piemonte e pistacchio in Sicilia), il cui nome deriva dal verbo latino "torrere", che significa cuocere a lungo: infatti si ottiene da una lenta e prolungata cottura degli ingredienti. 

Una delle capitali italiane del torrone è Cremona, dove la tradizione vuole che sia nato da un dolce realizzato in occasione delle nozze di Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti, celebrate proprio a Cremona il 25 ottobre 1441. La sua caratteristica principale è la friabilità. Tra i migliori prototipi presentiamo dunque il torrone classico cremonese nato da un progetto di Patrizia Signorini, titolare di Enoteca Cremona (via Platina, 18 - tel. 0372 451771), che da più di cinquant'anni propone una scelta curata di specialità alimentari cremonesi e italiane e una ricca enoteca dove è possibile fare degustazioni.
Ricordiamo che proprio oggi, il 16 novembre 2021, Enoteca Cremona compie 25 anni e, per l'occasione, a partire dalle 19,30 ci sarà una serata toscana, in onore alla regione d'origine della famiglia Signorini, con proposte e sapori toscani e l'apertura di un Jeroboam di Brunello.

Il suo torrone ha un cuore tutto cremonese in quanto è prodotto esclusivamente con il miele biologico di Sergio Zipoli, pluripremiato apicoltore di Romanengo; quindi grazie alle abili mani dei fratelli Rivoltini, titolari di una dolciaria artigianale locale, prendono forma torroni morbidi, ma soprattutto friabili che Paolo Massobrio e Marco Gatti hanno degustato in anteprima.

La sua eccezionale friabilità è dovuta all'impiego di elevate quantità di miele e poco zucchero; il sapore è dolce ma non stucchevole, elegante e pulito, e invoglia a continuare all'infinito. Il suo nome Ad Libitum è infatti una locuzione latina che significa andare avanti a piacere, all’infinito, magari bevendo un passito dei Colli Morenici Mantovani (che dite de le Cime di Ricchi di Monzambano?).
Sempre nell'ottica di onorare la città di Cremona, capitale mondiale della liuteria, tutti i formati di torrone hanno un nome che richiama la musica: Bacchetta (come quella del direttore d'orchestra) sono le piccole stecche, Capotasto (come la parte del violino che regge le corde) è il blocco di torrone più grande, Note sono i frammenti più piccoli e morbidi e Fogli da musica, i formati più sottili. Un prodotto realizzato in quantità limitate, che denota un grande attaccamento alla propria identità storica, ma che punta al futuro.

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