Se il gourmand non digerisce il take away

La ristorazione deve ripartire. Anche dal Delivery e dal take away

04.05.2020

Non c'è il vaccino. Per cui la guerra non è finita. Ma alcune battaglie sono vinte e oggi si entra in quella "Fase 2" che, se sarà vissuta con responsabilità, potrà scongiurare quel "fermi tutti", con ritorno alle misure più rigorose, non dichiarato in decreto, ma come svelato da Libero, previsto dal Governo, nel caso una verifica della situazione dell'11 maggio, dopo una settimana di ripresa graduale, dovesse rivelare un nuovo dilagare dell'epidemia. Confidando quindi nella consapevolezza di non dover abbassare la guardia, in primis da parte di chi da oggi torna in attività.
E ci sono anche tantissimi ristoranti che fanno il Delivery e che stiamo sostenendo con la nostra Guida "IlGolosarioDelivery” che ha già superato le 500 segnalazioni: ma oggi si apre anche la fase del take away. Un motivo di speranza che permette ad altri ancora di non stare con le mani in mano, ma di comunicare che la loro attività va comunque avanti, visto che se non tutti possono attrezzarsi con il Delivery, anche il take away è un segnale di ripartenza, in attesa di tornare tutti in campo fra qualche settimana (per ora il via è previsto l'1 giugno, ma la data del 18 maggio è ancora in discussione, e molto dipenderà da queste due settimane).

Da questo punto di vista, risulta assordante il silenzio "dei gourmet de noantri", spiazzati dall'essersi trovati senza una tavola dove andare a mangiare, (magari a gratis) così come le recensioni datate che invitano ad andare in questa o quella località marinara.
Ma recensire il delivery o il take away no? Così, tanto per stare sulla cronaca: siam giornalisti o "giornalosti", come definiva l’indimenticabile Germano Pellizzoni certi critici della tagliatella. Fuori luogo ci è parso poi il commento sulle pagine regionali della Stampa di Federico Francesco Ferrero che scrive: “Ritirare un baracchino di fronte a una serranda a mezz’asta e poi, nella solitudine di casa, pescare con la forchetta gli agnolotti da un contenitore d’alluminio, non ha nulla di italiano, ma soprattutto nulla di promettente”.
Oddio, che orrore...meglio veder morire le attività della ristorazione e mangiare a casa (sempre da soli, perché la solfa non cambia) qualche prodotto scongelato acquistato in un supermercato? Ma il medico-gourmet di cui sopra ha notato che è cambiato qualcosa e che siamo in emergenza, sotto tutti i punti di vista?

Il mondo si divide a questo punto fra chi sogna che prima o poi (del “poi" chissenefrega, magari) tutto tornerà come prima perché #andratuttobene e chi si inventa strategie per stare a galla e riprendere non da un punto morto, ma da qualcosa che abbia favorito una certa continuità.

"Nonvilasciamosoli", "Nonperdiamolasperanza", i due hastag che abbiamo fatto nostri, sin dal primo giorno di questa stagione "rivoluzionaria", e che ancora oggi ripetiamo.
È tempo di ripartire insieme.

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