Scollinando e sconfinando

Brindare tra Verona e Vicenza

19.01.2024

Luca Elettri nasce come cultore-portavoce del vino naturale negli anni in cui questo era visto con sospetto. Si definisce vignaiolo, ma ancor prima garagista. Persona garbata e semplice, unico vezzo di siglare le sue etichette con colori sgargianti e psichedelici. Probabilmente i colori usati per le varie bottiglie raccontano ispirazioni di vinificazione e delle singole vendemmie o chissà cosa ancora. Certo è che Luca, accompagnandoci in cantina, ci presenta un mosaico di vasche e vinificazioni che nell’immediato fatichiamo a seguire, ma poi degustandoli singolarmente se ne comprende il filo d’Arianna: sono vini figli di piccole parcelle, spesso in terreni distanti tra loro, con esposizioni diverse, suoli diversi e tempi di vendemmia mai uguali.

Luca ci spiega che le fermentazioni del 2023 hanno avuto un’evoluzione veloce, il motivo dice è ancestrale e testimonia che il lievito saccharomyces ha preso il sopravvento portando a una fermentazione breve e intensa che pone la firma con sentori di lievito al naso, una beva snella e meno complesso. Parliamo di lieviti indigeni e non selezionati.
Le prove di vasca che condividiamo hanno circa 35/40 giorni il colore è velato, sembra un succo di frutta dove i lieviti spingono ricchi di vita. Passiamo da prove che avranno bisogno di mesi o anni prima di trovar posto in enoteca.
A tutt’oggi Luca esce con l’annata 2020, di fatto i suoi vini sono in commercio quando lui decreta sia giunta l’ora d’esser bevuti, indipendentemente dalla richiesta del mercato. I suoi vini permangono sempre sulle fecce grosse sino all’imbottigliamento, questo nell’enologia moderna è considerata il veicolo di difetti, per lui è la salvezza e la longevità del vino.
I vini non seguono regole o tempi canonici né per la vendemmia neppure durante la vinificazione, Luca li ascolta e sa attendere, l’annata 2021 sarà pronta per andare in bottiglia a breve.

Le caratteristiche delle sue Garganeghe spaziano, a Monteforte con sapidità e mineralità giocando con l’eleganza del Soave. Mentre la vigna più vicina a Gambellara ricorda le erbe aromatiche, è più morbida, segue una macerazione con le bucce e fermenta 4/5 settimane.

La 2020 è già affinata in legno dove assottiglia l’espressività del tannino, un vino teso, elettrico con sfumature eleganti, Luca dice: la sensibilità del vignaiolo è la capacità di estrapolare dalla vigna il meglio. E poi uno splendido esercizio di semplicità per il suo Valpolicella 2020.
Altro vitigno che propone è il pinot grigio, unico vino in cui vinifica buccia e raspo e lo propone rifermentato, fermo e un metodo classico assemblato a durella. La durella e il tai rosso da lui vinificati sono i vitigni che più lo soddisfano.
La durella cresce a Brenton, zona Lessinia, dove il suolo dona massimo splendore al vitigno e permette una permanenza sui lieviti di 10 anni.
Passiamo sul versante di Gambellara, e incontriamo la cantina di Volcanalia. La posizione dominante su un anfiteatro naturale circondato da bosco ci catapulta in uno spazio nato per sorprendere i 5 sensi. La struttura dello stabile atto all’accoglienza e alla degustazione si fonde perfettamente con il contesto del luogo.
La patronne Rossella è una donna cosmica, energica e razionale. Esce dall’azienda di famiglia per assecondare la sua passione per il vino naturale. Si forma nutrendo le sue curiosità e girando per cantine e fiere. Finalmente trova il posto in cui poter dar voce alla sua espressività e inizia la sua avventura affiancata da Camilla: una brava e giovane enologa e un bravissimo Alessandro che segue il commerciale e adora abbinare il cibo ai vini che producono.
Pinko Palla pinot grigio ramato, Ambarabà una garganega sui lieviti o Battibaleno altra garganega macerata sui lieviti e altri nomi come Mai Ferma il metodo classico svelano l’anima divertente di questi vini straordinari e diretti. Rossella ci racconta delle annate perse perché l’uva non era abbastanza, della costante sete di nuovo di cui si nutre ricercando nuove vinificazioni e vitigni adatti al territorio. I clienti che conoscono Volcanalia e Rossella vivono l’evoluzione della cantina con entusiasmo.
Assaggiamo il Pinot Grigio Pinko Palla, una macerazione esperimento, una vigna in conversione biologica. Annata 2021, ancora giovinetto, questo ramato accosta un colore caldo ed energico a un sorso che scavalla il cibo.
Il metodo classico 2016, Garganega, brut, buonissimo, gastronomico con un piacevole stile ossidativo. Passiamo a Patapum una garganega macerata rifermentata, divertente e sfacciatamente ruffiana.
A Volcanalia si sta bene e ci si sente subito parte del contesto. Il piacevole suono dei calici e del vino che si colma, ci si rilassa e si approfondisce le sensazioni, il sole scende e abbraccia le vigne, vien voglia di fermarsi a dormire in una delle bellissime camere dell’azienda e invece si torna a casa.

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