La Locanda Occitana Lou Pitavin, una sosta con il sorriso

Una cascina restaurata con gusto con camere per pernottare e piatti curati, realizzati con materie prime locali come le celebri acciughe della Valle Maira

17.05.2018

Collocata idealmente al centro del territorio occitano d’Italia, prima che l'Occitania si allunghi alla Francia meridionale e poi fino a Bordeaux, la Valle Maira ha conservato tipicità non solo lessicali ma strettamente culturali che ancora si riflettono negli usi quotidiani della casa, nella musica, tradizioni, in una cucina fatta di pani, tome e paste, senza tralasciare naturalmente quello che era il mercato delle acciughe più grande d'Italia, Dronero, una "via del sale" che ritorna in apertura di ogni pasto occitano.

La Val Maira con i suoi percorsi si riflette in quello scrigno inaspettato che è la parrocchiale di Elva affrescata dal fiammingo Hans Clemer, le sculture dei fratelli Zabreri, autori di tétes coupées a forma umana o di animali fantastici, le numerosissime cappelle votive che punteggiano il vallone di Marmora. E proprio a Marmora, in Borgata Finello ( tel. 0171998188), Valeria e Marco Andreis festeggiano i diciott'anni di quella che era la cascina di famiglia, la Locanda Occitana Lou Pitavin (il picchio), dal soprannome del nonno falegname.

Una ristrutturazione a dir poco filologica e il più possibile conservativa presenta la cucina, un tempo laboratorio di falegnameria del nonno, i suoi attrezzi – compreso il bancone in legno – adesso nella sala da pranzo, la stalletta dei maiali ora trasformata nel bar. Solo l'ultimo piano – il vecchio fienile – viene trasformato per creare le camere degli ospiti.
Valeria ha fatto tesoro degli anni di liceo artistico e dell'apprendistato nella bottega del padre restauratore (le deliziose decorazioni sui mobili sono opera d'équipe di padre e figlia).

Appena arrivati fermatevi nel bar per scegliere una delle tisane da accostare a una fetta di torta e darete un'occhiata ai prodotti di aziende vicine che offrono liquori, polenta e conserve. Prima di salire in camera rilassatevi nella lettura nella sala dedicata dove sfoglierete pubblicazioni sulle escursioni e l'arte della Valle e dove sbircerete la stupenda cantina che annovera chicche che vanno dal sincero Nebbiolo di Dronero a cantine italiane e straniere.
Le camere poi, uniche e originali, affacciano sul torrente e altre borgate.
Ma è la cucina uno dei loro pezzi forti: piatti eseguiti con una cura e una sapienza davvero inaspettata, gustosa, originale anche se profondamente tradizionale ed elegante. Come il preantipasto con la loro giardiniera e gli zucchini in carpione o il lardo con la focaccia fatta in casa, il cubo di asparagi, patate e Toma che è un'esplosione di delicatezza e morbidezza, le acciughe in tre modi con il burro e il pane del loro forno a legna, l'ottima trota locale in carpione.
Ai primi avrete l'imbarazzo della scelta tra gli gnocchi verdi con fonduta, la Ola di patate, porri e costine cotta tutta la notte in forno a legna, le caramelle di patate e porri di grano saraceno. Eccezionale poi il cappello del prete con purè, la noce di vitello alle erbe servita come un roast beef, i formaggi misti, i dessert come il semifreddo di fragole, il croccante alle mele renette o le tante preparazioni a base di nocciola. Una sosta che merita davvero il viaggio!

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