Eccoci di nuovo, puntuali come ogni mese a regalarvi gli appunti sulle nostre tavole di inizio anno. E se gennaio è un mese a zig zag dove molti sono ancora in ferie, nel Monferrato sono tutti pronti, nel prossimo week end a celebrare, per la prima volta la BAGNA CAUDA DELLA MERLA (dal 29 gennaio al 2 febbraio), mentre fra Milano e Monza si celebra, in oltre 50 locali, LA CASSOEULA, i due piatti simbolo dell’amicizia e della convivialità.
L'anima golosa di Varedo è questa trattoria autentica dove la prima cosa che vi stupirà è il suo essere approdo festoso, con i tavoli sempre pieni, anche oggi che il paese non ospita più le migliaia di dipendenti della Snia, un tempo clienti abituali. A far grande questo locale, i fratelli Moleri. Con Manuela, che è patronne solare e appassionata di vino, e che sa suggerire i più azzeccati abbinamenti, pescando da una selezione interessante. E Adriano, che è cuoco capace di dar voce in modo goloso alla cucina tradizionale lombarda.
È un ristorante fantastico! È stato questo il commento condiviso uscendo da L’Alchimia di Milano. Eccellenza vera, e già migliore tavola della città de IlGolosarioRistoranti, questo indirizzo è autentica mosca bianca nel panorama della ristorazione meneghina, per la sua capacità unica di avere sala e cucina che viaggiano in perfetta sintonia grazie alla professionalità rara con cui son seguite. Se c’è un locale del capoluogo lombardo dove chi è cliente si sente regina o re, è questo. Il merito, va detto, è dei due fuoriclasse che ne sono l’anima, ovvero di Alberto Tasinato, co-founder e regista dell’accoglienza di caratura internazionale (come lui, in Italia, pochissimi), e di Giuseppe Postorino, chef dalle giocate formidabili, che firma una cucina tutta sapori e profumi a dir poco entusiasmante. Con i vini di una superba cantina, che vanta oltre novecento referenze, gestite dall’head sommelier Matteo Freni.
Questo locale, dedicato a una regione che amiamo, è una versione moderna dell’osteria. Ci si accomoda nella piccola saletta dove ci sono pochi tavoli, di legno rustico, con tovagliette di carta. L’ambiente è semplice, ma il personale di sala è premuroso e fa sentire a casa. L'insegna, "Orsetto di Abruzzo", svela la proposta di cucina, che patron Domenico Ciotti, come ha fatto con l’omonimo locale che ha aperto a Bologna, ha indirizzato sulle specialità abruzzesi, poco presenti a Milano.
Ogni volta tornare qui è un'emozione! Cascina Rosio è l'icona dell'agriturismo della nostra filosofia. Il merito è tutto dei Ranzani, i titolari, che con papà Lino e la moglie Paola e i figli Emanuela e Marco hanno creato un luogo di gusto unico. Qui lavorano i campi secondo i criteri dell'agricoltura ecosostenibile coltivando mais, riso, foraggio, frutti di bosco, fragole e ortaggi con l'orto anche dedicato a erbe aromatiche e a fiori commestibili. Allevano bovini, suini e animali da cortile e producono salumi, dolci e pane a lievitazione naturale, tra cui il pan cassoeula (servito in inverno). Ultimo, ma non ultimo, conducono l'agriturismo vero e proprio, accogliendo gli ospiti nelle sale (quattro) di quello che di fatto è un ristorante, con acqua Lauretana e vini che, nel rispetto delle direttive sugli agriturismi, sono solo lombardi.
Il ristorante sta ai piani superiori, mentre il bistrot che è anche bar è praticamente dentro la galleria, grazie al dehors che permette di mangiare guardando il flusso di gente che rappresenta tutti i popoli che camminano in Galleria. Anche il bistrot (coperto 5 euro) ha un suo menu, con quattro piatti per ogni portata, che sono i classici di Cracco, in alcuni casi. Ed è così che puoi gustarti l’uovo soffice con pane alle erbe, ragù di fagioli cavolo nero e guanciale (30 euro) oppure le tagliatelle al pomodoro giallo con ragù di crostacei, salicornia e limone nero (32 euro) anche se a vedere i tavoli (il locale è pieno in un lunedì di gennaio a pranzo) il piatto più gettonato sembra essere lo spaghetto al pomodoro con datterino abbrustolito germogli di basilico (30 euro) che se la contende col risotto allo zafferano con midollo alla piastra e sugo di vitello. Fra i secondi c’è la ricciola in crosta, con sedanorapa, ravanelli in agrodolce e salsa allo yogurt o il vitello alla milanese (38 euro). Fantastici i dolci: la “tatin” della Galleria, il soufflé al cioccolato e lime con salsa di banana e rafano e la pera Coscia al “Colle Giove” e spezie, gelato al panettone e sfogliata meneghina. Ma c'è pure una buonissima pizza!
È indirizzo sicuro in centro ad Alba, questa Osteria, che vi aspetta in piazza Michele Ferrero, dentro al cortile, che nella bella stagione diventa dehors. L'ambiente è piacevole e la cantina ben fornita.
C’era anche Fulvio Barea quella sera, a cena nel locale che ha voluto. Ed è sua la scelta dei vini in carta che fanno compagnia a quelli di proprietà, ossia della Tenuta Montemagno. Si beve quindi bene, in un locale caldo, osteriesco con piatti indovinati.
È un locale dedicato al pesce, ma fanno anche la pizza e altri piatti. In carta ce n’è per tutti i gusti, ma quello che colpisce è l’ampia carta dei vini che fa il verso all’ampiezza del locale. Diverse etichette sono campane, come i proprietari.
Io dico che almeno due volte l’anno qui ci si deve venire. In sala c’è Marco con il figlio Luca, abilissimo sommelier; in cucina Giorgio, il fratello di Marco. In questa osteria autentica è un via vai di costate di carne di diverse razze, che prima vengono fatte vedere poi cotte sulla griglia e infine rifinite su un supporto incandescente al tavolo.
È stata una consacrazione il ritorno in questa osteria di lusso che già nel nome, Bar dello Sport, fa capire una certa voglia di far stare bene la gente. A iniziare dalla competente selezione dei vini. E poi il menu, cucinato da Tommaso e Paola, in una cucina a vista, sulla prima saletta, mentre una seconda più ampia va nel profondo del locale.