Non avevo mai vissuto Monforte da qui, ovvero dalla terrazza di Palazzo Martinengo, antica dimora del 1600. Per arrivarci devi salire dal paese verso la strada che porta in alto e, sotto la panchina gigante c’è un parcheggio che ti permette di arrivare all’inizio della strada che poi attraversa il paese e finisce in piazza.
In questa via c’è un locale che provammo agli inizi della sua avventura, Le Case della Saracca, che è un hotel ma anche un bistrot informale e assai frequentato. Poco più avanti c’è il nostro
Moda Venue, che d’estate offre un ingresso direttamente in giardino, dove hai il panorama dei vigneti famosi di questo Comune del Barolo (e sulla strada i cartelli indicano le cantine dei produttori conosciuti in tutto il mondo). La
terrazza-giardino sta sopra le antiche mura medievali di Monforte, per capirci.
Detto questo, il giardino, appena arriviamo è già pieno di una clientela straniera seduta ai tavoli, che si gode la brezza della sera e le proposte della cucina officiata da
Daniele Termini, uno chef molto bravo, con un passato in celebri ristoranti della Capitale. A coordinare il tutto, Alberto Ribezzo, che conoscemmo anni fa a Verona, che oggi ha una dinamica gestione condotta da giovani. Lui è qui, invogliato dal padre Ferruccio, in un luogo che ci ha veramente affascinato.
La
carta dei vini è langarola ma con qualche buona bottiglia, scelta con cognizione, nelle altre regioni.
Il menu ha una proposta degustazione a 65 euro, a 75 euro, e vegetariano a 60 euro. Oppure alla carta, con una proposta di piatti non troppo ampia, ma vivaddio originale, che esce dal classico (battuta al coltello, vitello tonnato, anche se comunque ci sono).
Tanto per cominciare, dopo un
amuse bouche particolare “la carota”, cotta nel succo d'arancia e camomilla, su una base di zucca, una sploverata di polvere di carota e olio alla carota.
ecco il piatto che vale il viaggio: la
coda alla vaccinara con la sua salsa e l’estratto di sedano. Succulenta!!!
Di primo però ci sono anche i
plin. E anche qui, vivaddio, sono autentici plin: nella forma e nella sostanza. Buonissimi, ai tre arrosti con burro e salvia e fondo bruno: un grande piatto che mi ricorderò a lungo.
Tuttavia, fra i tajarin ai 40 tuorli con ragù di salsiccia di vitello e gli
spaghettoni (pasta Bossolasco)
cacio e pepe ho preferito questi ultimi, preparati con pecorino di Langa, brodo al pepe, zafferano e nocciole. In alternativa c’era anche l’estivo risotto ai pomodori.
Quattro proposte ai secondi, dove ci siamo fatti portare i
saltimbocca coi peperoni di diverse consistenze (la carne era di scamone).
In alternativa, la guancia di vitello con purè di patate e la sottoguancia di maiale. Oppure la “totalità di zucchine” per la scelta vegetariana.
In chiusura
bunet e
panna cotta alle albicocche, ben fatti, in alternativa a budino alla salvia e ricotta e visciole.
Che dire? Siamo stati benissimo, e fra i 40 commensali abbiamo anche preso atto che eravamo nel 10% di minoranza italiana. Un motivo ci sarà? Bravi!
Ristorante Moda Venue
Via Cavour, 10
Monforte d’Alba (Cn)
Tel. 0173787297