La merenda sinoira è più buona (con Bianca)

Il libro di Bianca Rosa Gremmo Zumaglini dedicato al più antico rito piemontese, più che un ricettario, un dogma

17.07.2021

La merenda sinoira è una tradizione squisitamente piemontese. Tutto passa da quell'aggettivo, sinoira, che apre all'indefinito, a quella fascia oraria in cui non si è mai in ritardo e non è nemmeno mai troppo presto. Quasi uno strappo a quella rigidità un po' sabauda che voleva tutto ordinato e tutto puntuale. Se esiste un parallelo, è con la miglior tradizione delle tapas spagnole, perché la merenda sinoira è anche e soprattutto convivialità. Quello che, appunto, in Spagna va sotto il nome di tapear.

 

Un altro elemento cardine della merenda sinoira era la sua non preparazione: "si fa con quel che c'è", si usava dire all'ospite delle "meno venti” (accezione cara a Giacomo Bologna). In realtà non è mai stato davvero così e questa affermazione, nella maggior parte dei casi, non era altro che la schermaglia che le cusiniere utilizzavano per poi portare in tavola una serie pressoché interminabile di appetizer e di antipastini, più o meno consistenti. Che la preparazione della merenda sinoira sia qualcosa di scientifico lo dimostra questo libro "Merenda sinoira" (Graphot) firmato da Bianca Rosa Gremmo Zumaglini o più semplicemente, per come la conoscono tutti da decenni, Bianca delle Conserve.

 

Il libro di Bianca non è un semplice libro di ricette, ma è molto più simile a quei quaderni che un tempo si tenevano in casa per appuntarsi dosi e tempi di cucina. Non ci sono immagini, l'impaginazione è semplice, quasi minimalista. Al centro però c'è quella scrittura rassicurante, che profuma di antico. Con tanti consigli, suggerimenti, ma anche battute legate agli antichi proverbi e la storia di alcune ricorrenze. C'è tanta saggezza che Bianca, classe 1926 (la data è corretta) ha accumulato nell'arco degli anni. Le ricette raccolte sono suddivise in tartine, spiedini, ciotoline (per le salse), cocottine, bocconcini al cucchiaio, frittate, insalate, primi e secondi piatti, dolci. Da preparare al momento o un paio di giorni prima. Gli spunti sono tanti: 100 ricette più o meno semplici, che nascono dai prodotti che si potrebbero trovare in un fornito mercato piemontese, con in più qualche piccola perla casearia (il Maccagno ad esempio). A voi la scelta del vino.

E non chiamatelo aperitivo (o, ancor peggio, happy hour).

P.s. Nella foto, l’incontro di domenica 11 luglio del Club di Papillon del Biellese con Bianca, socia onorario del sodalizio, come pure Michelangelo Pistoletto. E poi le tre confetture che Bianca ha omaggiato a Paolo Massobrio, preparate coi prodotti di stagione, prima del convegno.

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