La cucina concettuale di Unforgettable

A Torino le ricerche uniche di Christian Mandura

31.07.2023

Lo trovate in via Lorenzo Valerio, nota come unica "strada storta" nella rigorosa scacchiera del torinese Quadrilatero romano, lo storico palazzo seicentesco dall'inatteso portone viola dietro cui si cela Unforgettable.

Ad accogliervi, simpaticamente schierata, la giovane e sorridente brigata di Christian Mandura, che vi seguirà con attenta e cordiale professionalità per tutta la durata della vostra permanenza in questa bella e singolare struttura. Superata la tenda, che come una quinta teatrale separa dallo spazio esterno la magia della "quinta dimensione", eccoci nella sala centrale, composta da due locali tra loro comunicanti. Il primo, più ampio, interamente occupato dal bancone conviviale e dagli alti, ma ben studiati e comodi, sgabelli; il secondo, un piccolo salotto dove concedersi un aperitivo di apertura, piacevolmente guidati e intrattenuti dai ragazzi della brigata, e dove poi ritrovarsi per un saluto finale con gli altri compagni di avventura.

Sul tutto sovrastano, alte e protettive, le bellissime antiche volte a mattoni, mentre una ben pensata musica di sottofondo non impedisce mai la conversazione.
Per accompagnare i cinque piattini che compongono il nostro aperitivo ci affidiamo alla sicura competenza di Jacopo che, tra i ragazzi della brigata, si occupa in particolare della cantina e degli abbinamenti. Sorseggiando quindi un ottimo vermut - siamo a Torino, non dimentichiamolo - apprezziamo in particolare tra gli assaggi il riccio di mare e pecorino.
Ma soprattutto indimenticabile è l'ostrica e acqua di pomodoro.
Completato nel frattempo il gruppo di commensali - sono previsti massimo dieci coperti - ci spostiamo nell'altra saletta dove il "rito" ha inizio.
Dall'altro lato del bancone si muovono con silenziosa sicurezza i ragazzi, che impiattano e servono con perfetto tempismo, dopo aver dato una breve spiegazione sui piatti, su ingredienti e ragioni della scelta, nonché quando necessario anche sulle tecniche di cucina utilizzate.
Si tratta di otto portate, le stesse per tutti i commensali: tre antipasti, un primo, due secondi e due dolci. Un elenco, per altro, che suona puramente indicativo, perché la ricerca di Christian Mandura, che mette il vegetale al centro affidando alle proteine il ruolo di contorno, può in più di un caso sovvertire le attese.

Come succede per i due piatti iniziali, il nordico cipolla e sgombro, il cui contrasto dolce-salato ci è parso però ancora da ricalibrare, mentre davvero radioso è finocchio e gamberi che, ispirato alla cucina del sud, esalta l'agrumato e il sapido delle arance compensandole con la delicata neutralità delle code di gambero.
Terzo ed ultimo antipasto peperone e acciughe, felice e radiosissima ripresa del tradizionale "peperone arrosto piemontese", accostato purtroppo a meno convincenti "alici al verde".
Quasi una pausa giocosa l'arrivo in tavola dei porcini e tajarin, primo piatto volutamente servito freddo e senza posate, in omaggio a Gualtiero Marchesi e ai ricordi d'infanzia, quando mangiarli "con le mani" non era un piacere proibito.
Dei due secondi che seguono, buona la zucchina trifolata con contorno di astice, e di nuovo radiosa la parmigiana di melanzane, dalla suadente e accentuata piccantezza giustamente attenuata da una "grattata" non di parmigiano, ma di mandorla dolce.
Si arriva così a una tranquilla conclusione con due freschi dessert dal perfetto, anche se un po'anonimo, equilibrio: cocco e rapanello e camomilla e levistico.
Piacevole sorpresa finale del tutto inattesa il brindisi con un prestigioso champagne, simpaticamente offerto da Efrem, uno dei commensali, che ha voluto omaggiare così i suoi compagni di tavola per il clima di complicità che si è spontaneamente creato.
Ricca e ben curata la Carta dei vini, elegante anche nella presentazione.

Ci spostiamo nuovamente in salotto dove, chi ancora ce la fa, conclude con una gradevole piccola pasticceria: tarte tatin, bonet, zabajone, pesca ripiena, lemon tart.
Si esce a riprendere contatto con la realtà esterna, consapevoli di aver vissuto un'esperienza unica, certo piuttosto inusuale nel mondo del food. Anche se, e lo confessiamo senza imbarazzo, a noi che abbiamo conosciuto il fascino genuino del Geranio di Chieri - così spiazzante e sorprendente – rimane un pizzico di nostalgia.

Oltre all’impressione che forse una ricerca meno spinta potrebbe restituire agli attuali piatti di Mandura l’imprinting originario, quello che oggi una talvolta eccessiva nota di cerebralità sembra non lasciare affiorare del tutto.

Unforgettable

Torino

via Lorenzo Valerio, 5b

tel. 0111892994

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