C’è quella sfogliata di Urbino (o crostolo), o quella “unta” pesarese, più alta della tradizionale e ripassata su una piastra unta con il lardo, mentre nell’Ascolano troviamo il “chichì ripieno”, riccamente farcito. Nella provincia di Ancona viene cotta alla griglia o sotto la brace.
Per chi non lo avesse ancora capito sono solo alcune delle declinazioni marchigiane della crescia, vanto culinario di questo territorio, già apprezzata sulle tavole dei Duchi del Montefeltro nel XVI secolo.
Gli ingredienti principali della crescia sono la farina, il latte, le uova, lo strutto e il pepe.
Nel terzo millennio, c’è chi ha saputo dare nuovi significati a questo alimento (anche in tema salutistico) “attualizzandone” il consumo domestico e favorendo un controllo diretto della filiera. Si tratta di una giovane realtà artigianale di Macerata, La Bolla, che utilizza farina prodotta con una miscela di grani locali che non hanno subito alterazioni genetiche così da mantenere inalterate le caratteristiche originarie. Queste farine hanno un basso contenuto di glutine che le rende più digeribili e ben tollerate dall’organismo. Inoltre, per rendere la crescia più “leggera”, tra gli ingredienti è stato eliminato lo strutto.
Macerata
via Cluentina, 38/a
tel. 0733281126
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