Il 2 giugno, festa della Repubblica, ci ha lasciato Gianni Olivetto, uno dei tanti straordinari artigiani del gusto che nel silenzio costruiscono ogni giorno l'Italia che amiamo. Un uomo dalla grande umiltà e forza, caparbio, attento, innovativo ed allo stesso tempo saldamente ancorato ai valori più profondi che si possano ritrovare nelle campagne venete.
Non a caso lui e la sua famiglia ricevettero nel 2012 a Golosaria Milano proprio il Premio alla civiltà contadina.
Un grande uomo, contemporaneamente testardo, dolcissimo, a volte timido (come quando mandò la dolcissima moglie e la figlia Monica a ritirare il premio - il momento è immortalato nella foto) ma che, senza pudore, confessava a chi gli voleva bene, che trovava pace nell'Eucarestia.
Durante una delle tante crisi della zootecnia, si trovò di fronte all'opzione fra continuare ad allevare grandi quantità di suini, riducendo la qualità dell’alimentazione nel tentativo di resistere economicamente o, pur di non tradire se stesso e i consumatori, rischiare il tutto per tutto, abbassando enormemente il numero di animali in stalla, aprire un piccolo spaccio aziendale sperso nella campagna e tentare di vendere direttamente la loro carne magari trasformata in insaccati.