Cucina Rambaldi, sosta fantastica

A Villar Dora il locale di Beppe Rambaldi e Milena Pozzi

08.06.2023

Non si può parlare di questo ristorante bomboniera, ambientato in una villa sulla strada che da Villar Dora conduce ad Almese senza dire della bellezza del viaggio, quando penetri la Valle Susa e sulla tua sinistra hai la sagoma della Sacra di San Michele e a destra le montagne. C’è infatti un’aria fresca di montagna, anche se le altezze non sono impegnative.

Dal 2019 qui si è insediato Giuseppe Rambaldi (per tutti Beppe), che s’era fatto le ossa accanto a Davide Scabin, mentre quella che è sua moglie, per tutti Milly, conduceva con eleganza rara la sala. Oggi è qui, col suo sorriso e la sua padronanza, accanto alla loro figlia Rebecca Rosa (già molto brava) e a Carmelo Gibilisco, che conoscemmo al ristorante della Piazza dei Mestieri di Torino agli esordi. Una squadra solida, così come è la brigata di cucina (a vista), dove un quintetto di cuochi esegue i piatti del maestro, in un clima silenzioso, proprio da concerto.

E allora accomodatevi nella loro sala da pranzo, che ha una trentina di coperti, che poi aumentano se si accede nel giardino. La carta dei vini è ottima e meditata (ma qui sarei impazzito se ci fosse stata una selezione di baratuciat, essendo Almese la patria di questo vitigno che ora sta esprimendosi nel Monferrato). L’ambiente è dunque elegante in ogni angolo, ma di quell’eleganza calda che ti fa sentire accolto, esattamente come a casa. Anche il servizio in sala è molto attento e tutto fila liscio in tempi da teatro.
Via dunque con gli amuse bouche (gnocco fritto cacio e pepe) prima di scegliere fra le varie proposte: due i menu degustazione (a 70 e 55 euro) o alla carta, magari pescando nell’elenco degli “imperdibili”.
Come le acciughe al verde, servite in una divertente sequenza da merenda sinoira, che contempla anche l’uovo sodo.
Iconico il vitello tonnato alle due maniere (con l’utilizzo della salsa all’antica nella parte inferiore con la carne e della tonnata classica con la maionese nella parte superiore con l’insalata)
prima di cedere ad un primo piatto che da solo vale il viaggio: gli gnocchi alla milanese, di una fragranza e succulenza speciale. Ma anche i cappelletti in brodo di gallina meritano,
così come il sontuoso risotto affumicato con miso, saké e limone fermentato, che ha una ricchezza di sfumature sempre molto fini, benché nette.
Fra i secondi l’altra sorpresa decisamente inenarrabile è il maiale Marengo (un’interpretazione dello chef del pollo alla Marengo, quindi un maialino arrostito in forno per circa 2 ore, glassato con gamberi rosa di mare e servito nella zuppiera). Un nuovo piatto in carta che a me resterà nella memoria.
Ma non è male anche la ricciola al vapore cotta nelle foglie di fico con contorno di stagione e prezzemolo in clorofilla.
Si chiude con due dolci notevoli: la zuppa inglese, ghiotta oltremisura e
Cioccolato “Per Cristina” dedicato a Domenico Clerico e preparato con un semifreddo al cioccolato senza latte con riduzione di vino, servito con una chips di mela marinata nel succo di lampone.
Che gran bella corona questa sosta! Fatevi un regalo e mi ringrazierete!

Cucina Rambaldi

Via Sant'Ambrogio, 55
Villar Dora (TO)
Tel. 011 016 1808

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