Dei biscotti Pampavia ho un felice ricordo personale che risale agli anni della scuola, quando a regalarmeli per una merenda fu un'amica che veniva da Pralormo, località già nota ai tempi per il Castello anche se non ancora per i suoi tulipani. Erano fragranti e dolcissimi biscotti rotondi, tanto semplici quanto buoni, e lei mi disse: "sono la specialità del mio paese".
Ma alla mia domanda: "Allora perché si chiamano così?" non seppe darmi una risposta.
Scoprii molto più tardi che il loro luogo originario era in realtà Ceresole d'Alba, che da Pralormo dista comunque pochi km, ma sul loro nome il mistero continuava a persistere. Vuole un aneddoto che derivi dal piemontese campa pa via (non lo buttare) quando, dopo molti tentativi, finalmente si riuscì nella giusta cottura del biscotto. E c'è chi tira in ballo persino Carlo V e Francesco I quando, reduci dalla battaglia di Pavia del 1544, si scontrarono nuovamente nei dintorni di Ceresole: qualcuno avrà preparato loro un biscotto per addolcirne gli animi inferociti?
Per me è stata a ogni modo una piacevole sorpresa lo scorso Natale ritrovare due confezioni di Pampavia in un cestino sotto l'albero, anche questa volta regalo di un amico. E, sorpresa doppia, scoprire che venivano addirittura da Corio, nel Canavese, prodotti dalla Panetteria - Pasticceria "Alice", storico negozio dalla ben nota produzione di qualità: prova che la fama dei Pampavia si è estesa negli anni.
Corio (To)
via Regina Margherita, 3
tel. 0119282560
Riposo settimanale: domenica pomeriggio