Bertinga, un Merlot “gaiolese” di grande classe

Dalla cantina di Gaiole in Chianti vini “chiantigiani” per Dna e non per denominazione

04.02.2024

Un territorio, due vitigni, tre vigneti e quattro vini. Bertinga è questo.
Siamo in Toscana, nel Chianti Classico, territorio situato tra Firenze e Siena che è tra i più famosi del mondo per la sua bellezza e per la sua vocazione vitivinicola.

Bertinga si trova in uno dei comuni più prestigiosi della zona, Gaiole in Chianti, ovvero nella parte centro-orientale della denominazione, dove ci sono colline che sfiorano gli 800 metri slm e i suoli sono famosi per l’alberese, composizione calcarea, preziosa per le viti. È l’area in cui da secoli nascono vini rossi, che esperti e appassionati, a ragione, considerano, per la loro personalità unica, tra i migliori a livello internazionale.

L’azienda Bertinga è nata nel 2015, e ora dispone di una ventina di ettari, suddivisi in tre località che sono vere eccellenze del territorio, ovvero, Bertinga, appunto, Vertine e Adine. Tre appezzamenti (la cui vocazione alla vite è documentata sin dal Medioevo) diversi per suoli e orientamento, ma legati da una spiccata altitudine e una decisa pendenza dei filari.
Il corpo principale si trova in località Bertinga (da cui il nome della cantina) ai piedi del borgo di Lecchi in Chianti, toponimo che fa riferimento agli insediamenti Longobardi risalenti al VI sec d.C., riferendosi a un antico proprietario di nome “Berto”, da cui “Le Bertinghe” e, più di recente, “Bertinga”. E' un’alta vallata suddivisa in cinque parcelle, storicamente di proprietà di Castello di Ama, da cui sono state acquistate. La storia, la fama e l’assetto dell’area, di cui oggi l’azienda possiede quasi la totalità degli appezzamenti, ricorda il concetto del Cru: suoli talmente preziosi da identificare i vini che vi nascono. Si tratta di suoli di origine eocenica (50 milioni di anni fa) con sedimenti superficiali e medio-superficiali, a prevalente composizione calcarea e a tratti argillosa. Sono terreni chiari, marno-calcarei, compatti, pesanti e “freddi”, dove il sangiovese e il merlot danno il meglio di sé. La vallata offre diversi orientamenti e in particolare gli appezzamenti rivolti a nord sono proprio quelli maggiormente argillosi dove il merlot ha trovato il suo habitat ideale. Oggi l’azienda dispone di 9 ettari vitati (tra i 17 e i 25 anni di età) e altri filari stanno per essere impiantati nel prossimo inverno.
L’appezzamento di Vertine, quello più settentrionale, conta 3 ettari, tutti esposti a sud. Si trova ai piedi dell’omonimo Castello, ed è un vigneto di grande pregio i cui suoli si caratterizzano per l’equilibrio delle componenti. L’appezzamento (il cui toponimo, come quello di Adine, è di origine addirittura etrusca) è diviso in tre parcelle che insieme disegnano un ventaglio. Con pendenza molto severa.
Ad Adine si trovano il terzo corpo e la cantina. Le viti di questi ulteriori 4,5 ettari (altri 3.000 metri quadrati sono in fase di impianto) sono unicamente destinate al sangiovese. È un vero e proprio “versante di montagna”, luminoso e ventilato. I vigneti sono esposti a sud/sud-ovest ed estremamente ripidi. I suoli di questo piccolo gioiello sono di origine marina e nobile (risalgono all’era pre-eocenica, 100 milioni di anni fa) e sono terreni argillo-calcarei, di colore bruno rossiccio, sassosi, ma con argille leggere e sciolte. Hanno uno scheletro profondo, e una buona conducibilità termica. Un terroir perfetto per il sangiovese.

Dalla cantina, solo quattro vini IGT Toscana, quattro vini di terroir, che assomigliano solo a se stessi, come abbiamo potuto verificare in una entusiasmante degustazione, e che fanno un racconto senza eguali del territorio e dei vigneti da cui provengono.
“Il Chianti Classico” ha sottolineato il direttore della cantina Luca Vitielloè una tavolozza di eccellenze, ma i nostri vigneti hanno preteso un linguaggio diverso. Alti, isolati tra i boschi, ripidi... in queste condizioni geografiche estreme, la scelta di cercare una strada nuova è stata naturale”.

Prodotti in tirature minimali, prima per scelta che per necessità, questi quattro vini hanno identità molto diverse. “Sono chiantigiani per DNA non per denominazione” – ha precisato Vitiello – “e neanche si specchiano pedissequamente nelle loro, pure nobili, varietà. Sono vini profondamente territoriali e per questo emozionanti”. Per quanto ci riguarda, ci ha sorpreso per la sua autenticità il Chianti Classico Docg La punta di Vertine 2021, da singola vigna (a 500 m slm, con esposizione sud – sud ovest, nel suolo galestro e alberese) e singolo vitigno (sangiovese), dal colore rubino, dal naso freschissimo con note di giaggiolo, viola, lampone, fragoline di bosco, nota minerale, sorso dinamico, di buon corpo ma dalla beva irresistibile. Il Chianti Classico dei sogni, che pensavi non ci fosse più.
Dal vigneto Bertinga, e da uve sangiovese (50%) e merlot (50%) Bertinga Igt 2017, che dopo affinamento in tonneaux di rovere austriaco e barriques di rovere francese per 18 mesi, cui ne sono seguiti altrettanti in bottiglia, si svela con naso invitante di piccoli frutti a bacca rossa e nera che si integrano con spezie, sottobosco e note minerali, con raffinato finale di freschezza e persistenza gustativa. È sangiovese in purezza dal frutto più esuberante, in cui spiccano amarena, ribes nero e spezie, ma che affascina per inaspettata freschezza data da eleganti note balsamiche, il Punta di Adine 2017, figlio della parcella numero 100 dell’omonima vigna, che si trova a 520 m slm., la cui fermentazione si è svolta in vasche di cemento, e l’affinamento ha avuto luogo in botti di rovere austriaco da 25 ettolitri per una durata di circa 18 mesi, seguita da altrettanti mesi in bottiglia prima della commercializzazione.
A chiudere, la piccola, ma suggestiva verticale, di Volta di Bertinga, il rosso che nasce da uve merlot in purezza, da singolo vigneto, in una piccola parcella (la numero 10) di 2,4 ettari, a 380 metri slm, con i filari che si trovano su suoli calcarei e, a tratti, argillosi nella parte più “alta” e fresca della grande vigna Bertinga.
Del ‘Volta di Bertinga’ sono state prodotte fino a oggi tre annate: la 2015, la 2016 e la 2019. Un percorso affascinante, a cui è stata dedicata una cassetta speciale, a tiratura limitatissima (solo 1.000 cassette da 6 bottiglie, 2 per ciascuna annata), al fine di apprezzarne le diverse sfumature. A noi il piacere di effettuare in anteprima il viaggio tra i tre millesimi, con la sorpresa di verificare come, trattandosi di rossi uniti da caratteristiche come sapidità, tensione intrigante, austera eleganza, e non essendo vini che si svelano facilmente, più che mai lungimirante, e rispettosa della clientela, risulta la scelta della proprietà, di non inseguire il guadagno facile, ma di aspettare, dando il giusto tempo a ogni annata, e uscendo sul mercato solo quando è il momento. Il che spiega perché in commercio ci sia già solo l’annata 2016, di iconica austerità, grazie all’assenza di problemi sanitari e a un’ottima estate, con scarse piogge, temperature elevate in luglio e agosto, accentuata escursione termica. Dai profumi eleganti di violette, more selvatiche, amarene, bergamotto, cui seguono sentori di ginepro e mentolo, al palato ha mineralità, freschezza salina, lunghezza.
E se la 2019, che ha già riscosso giudizi entusiastici anche dalla critica, è una promessa, con le sue note floreali di lavanda e viola, la sua eleganza fruttata, quegli sbuffi iodati e minerali che danno leggerezza, e il suo distendersi al palato con estrema classe.
Spiazzante, per la sua “giovinezza”, per il suo essere puledro di razza che scalpita, e per il racconto che fa del terroir, la 2015, che si propone con colore purpureo intenso, profumi di frutta rossa, liquirizia, grafite e spezie, con un naso ricco ma rinfrescato da fine nota balsamica, con un sorso che rivela estrazione, forza, ma che stupisce per la sua intensità vibrante e la stregante mineralità.

“Volta di Bertinga” – sono convinti Luca Vitiello ed Elisa Ascani, direttore di produzione – “nasce come tributo al vino che sin dalla prima uscita ha collocato Bertinga tra le realtà toscane di maggior prestigio, a fianco di quelli che storicamente sono stati, e tutt’oggi sono, i migliori Merlot del mondo. È un vino dal carattere teso, intrigante, che si distingue per un’eleganza austera e una vena di insospettata sapidità. Permette una lettura autentica e distintiva di un territorio, Gaiole in Chianti, dalla straordinaria capacità espressiva”.
Il nostro giudizio è che “Volta di Bertinga” è un grandissimo Merlot “gaiolese”! E che il segreto di Bertinga sia il suo fare vini chiantigiani per DNA e non per denominazione!

SOCIETÁ AGRICOLA BERTINGA

Loc. Le terrazze di Adine, 62
Gaiole in Chianti (SI)
tel. +39 0577 746218

 

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