“Date della qualità”, ripeteva sempre Giacomo Bologna, il re della Barbera, ai giovani, ma anche a chiunque gli chiedesse consiglio su cosa puntare con la sua attività, fosse titolare di una cantina, un ristorante, una bottega artigiana. Chi non lo ha ascoltato, non ha fatto molta strada, e anzi, tra questi, i più, va detto, hanno chiuso. Chi, al contrario, si è fatto interrogare da quella frase, facendone un manifesto di vita, magari ha dovuto fare fatica per cambiare, ma oggi non solo lavora ancora con soddisfazione, ma nella maggior parte dei casi si gode pure il meritato successo.
Tra gli indirizzi, i cui titolari hanno fatto loro la filosofia che suggeriva come vincente il sommo vignaiolo piemontese, Barbacoa, locale che non solo non ha accusato per nulla il fatto che a Milano, dopo l’Expo 2015, il numero di aperture nel settore della ristorazione sia stato esorbitante, ma addirittura viaggia più che mai a gonfie vele registrando ogni giorno il tutto esaurito. La “qualità che dà”, ovvero le ragioni per cui questo ristorante sia uno dei più amati del capoluogo lombardo, sono presto dette, e dovrebbero far riflettere quanti invece hanno le sale vuote.
I motivi? L’ambiente è elegante, ma non ingessato, con la grande sala (ricavata dalla sapiente ristrutturazione di un cinema), in cui i tavoli son ben apparecchiati e l’uno alla giusta distanza dall’altro, senza il disagio che si prova sempre più di frequente, in particolare nei cosiddetti bistrot di recente apertura, quando ci si trova ad essere seduti a nemmeno una spanna dai propri vicini.
Il personale, sotto la direzione di Rudi Franceschi, un grande direttore, si muove sorridente e attento, svolgendo il proprio compito con professionalità e passione, caratteristiche che oggi sono sempre più rare, e che fanno la differenza.
Ultimo, ma non ultimo, essendo la formula quella della churrascaria, carne (più di quattordici i tagli proposti) e modalità di prepararla, strappano l’applauso per l’eccellenza della materia prima e per la capacità tecnica di chi la lavora.
Dopo gli antipasti che sceglierete dal buffet, con trenta opzioni diverse, tra pesce, salumi, formaggi, verdure, con i vini della ricca cantina o con caipirinha (il cocktail preferito dai brasiliani), avanti tutta con quella che sarà autentica festa della gola.
Secondo il metodo del rodizo, che consiste nel continuo passaggio dei “passadores” tra i tavoli.
Con un gettone colorato di rosso da un lato e di verde dall’altro, come strumento che si ha a disposizione per scegliere a proprio piacimento il proseguimento o l’interruzione del servizio.
Servito allo spiedo o su un piano di legno, via con spalla di agnello, coscia di pollo e pollo con pancetta. Poi ecco la salamella di maiale, e a seguire il manzo, con codone, scamone, entrecote e biancostato.
Quindi il bue, con quella gobba che di suo vale il viaggio, e il reale.
Mousse al frutto della passione e torta Brigadeiro (specialità della pasticcieria brasiliana dove è protagonista il cioccolato), il dolce arrivederci in questo locale in cui non vedrete l’ora di tornare!
BarBacoa
via Scipio Slataper, 19
Milano
Tel. 026883883