Non siamo mancati neppure quest’anno alla degustazione dell’Alto Piemonte dove abbiamo incontrato i produttori storici, ma anche quelli che negli anni passati hanno rappresentato una novità.
Erano 49 campioni in assaggio, che ci hanno dato una buona soddisfazione, anche se ci vien da dire che ci vorrebbe un po’ di coraggio, perché all’appello mancavano tante cantine. E se una denominazione non fa massa critica, poi si perde. Crediamo infatti che ci sia un po’ troppo individualismo che mina il futuro di questi vini, mentre i produttori dovrebbero imparare e avere il coraggio di trovarsi fra loro e assaggiare reciprocamente i vini. Potrebbe essere una svolta anche per questa manifestazione.
Ecco allora i nostri migliori assaggi della giornata, che sono comunque tanti, per dire della qualità accertata. Partiamo allora da un vino che è quasi un fuori programma nell'ambito della proposta di Taste Alto Piemonte dedicata prevalentemente ai vini da uve nebbiolo. Parliamo del Colline Novaresi bianco 2022 de La Smeralda. Si tratta di un vino da uve erbaluce in purezza, che si presenta con un bel colore oro brillante. Al naso è intensa la nota di miele di acacia accompagnata da un cenno du idrocarburi. In bocca ha un ingresso morbido, l’acidità arriva dopo ma si fa sentire a lungo.
Una conferma per I Dof Mati con il Colline Novaresi Nebbiolo “Trama” 2022, un nebbiolo in purezza elegante, che al naso ha già note minerali, vulcaniche, e di incenso. In bocca il tannino ha una trama fine, per un campione comunque ancora molto giovane.
Due i campioni ad emergere. Il 2020 firmato da Silvia Barbaglia, che gioca bene sull'equilibrio in bocca con un tannino e un'acidità ben equilibrati e un naso dove la mammola fa da padrona.
La sorpresa arriva però dal Boca 2020 di Davide Carlone, sicuramente al primo posto tra i campioni assaggiati: intenso al naso dove spicca subito la speziatura su fondo di frutta rossa. C'è il pepe nero, deciso, che torna anche nel retrogusto, nel contesto di un sorso equilibrato, lungo, tannico.
Il “Barton" 2021 di Boniperti e decisamente grandioso, anche questo giudicato col massimo dei voti. Ha colore molto trasparente, naso ghiotto e fruttato con una nuance minerale. Molto buono in bocca: succoso, tannico, graffiante.
Una delle denominazioni più importanti del territorio che in linea generale dimostra una maturità con vini che sul medio lungo invecchiamento alzano l'asticella della qualità. Una piacevole sorpresa il Ghemme Vigna Ronco al Maso 2020 di Guido Platinetti che al naso è ampio, complesso e in bocca dimostra la sua stoffa, con un sorso tannico, lungo.
È tutto pepe nero il Ghemme Balsina 2019 firmato da Ioppa: un campione che nonostante i cinque anni dimostra ancora una freschezza notevole esaltata dalla profonda speziatura.
Sorpresa per l’azienda La Riviera di Masserano, che sarà una new entry del Golosario. Il suo Sizzano 2020 ha colore pregnante, al naso una frutta bellissima, piena e una nota minerale. Il profilo gustolfattvo è lungo equilibrato, con tannini integrati.
Il mitico “Il Putto” 2019 della cantina Delsignore si presenta con il suo iconico colore trasparente e un naso decisamente minerale. Ha piccoli frutto distesi, è molto equilibrato piacevole, tannico.
Ha colore di bella consistenza anche il Gattinara “Pietro” 2019 di Paride Iaretti. Frutta generosa, ricca e verticale. In bocca è un po’ addomesticato dal legno, ma tutto sommato ben equilibrato.
Ed ora eccoci al Gattinara riserva San Francesco di Antoniolo 2019. Il miglior bicchiere della giornata senza se e senza ma. Ha colore rubino brillante rubino e un naso diretto, con frutta matura e fresca. E’ suadente nella sua ampiezza, pieno, equilibrato, fine, tannico.
Una delle novità che più ci ha entusiasmato in questo assaggio è stato il Bramaterra. E subito ecco un campione del 2020 quello di Odilio Antoniotti che ha ottenuto il massimo dei voti. Ha un colore rubino trasparente; al naso piccoli frutti freschi e viola. In bocca è intrigante dacché appare croccante, verticale, sapido, tannico pieno, con la frutta che senti in bocca.
L’azienda La Badina non è la prima volta che riesce a colpirci. E anche con questo Lessona biologico 2020 ci riesce. È finissimo: effluvi di frutta fresca al naso dove senti la prugna in bocca con una carezza di tannicità.
Ghiotta la frutta di questo Lessona 2016 della Tenuta Sella, con il suo San Sebastiano allo Zoppo che ci fa dire: il Lessona sta al Barbaresco come il Bramaterra sta al Barolo. Ben fatto e in divenire, con un sorso che ancora bisticcia fra acidità e tannici ma promette eleganza goduriosa.
È invece complesso, fine, elegante già al naso questo bicchiere aranciato di Pietro Cassina. Il suo Lessona “Tanzo” 2013 è spettacolare, in bocca è disteso, equilibrato, verticale.
Chiudiamo con il Prunent “Diecibrente” di Garrone, sempre ottimo. Questo 2020 ha un naso di frutta, balsamica e di prugna vera. In bocca il suo equilibrio è piacevole, fresco, con la setosità tannica che fa da corredo.