Il motto di Davide Del Duca è “cucina creativa per tutti”. E a vedere i prezzi, c’è da fidarsi. Una sosta radiosa nei pressi di Porta Portese

Non conoscevo Davide Del Duca, 32 anni, gigante buono col gran barbone. La sua osteria è in zona Porta Portese a Roma (via Ettore Rolli, 2 - tel. 065894333) ed è minuscola, con un soppalco e una cucina abbastanza sacrificata. Ma ancora per poco: fra un paio di mesi, sicuramente a febbraio, sarà dietro a una cucina a vista in un locale tutto nuovo, in via Crescendo del Monte. È a soli 200 metri in linea d'aria da questo gioiellino dove lui si esercita con la sua cucina creativa, ancorata però alla sua terra. Il suo motto infatti è “una cucina creativa alla portata di tutti”. E come riferimenti ha Niko Romito, Salvatore Tassa e Giorgio Parini. Lavora con le padelle da 16 anni. Ora è nella sua maturità.
A noi è piaciuto anche il personale, che ritroveremo nella nuova Fernanda, dove continuerà questa esperienza di simil-bistronomia: il maître Andrea e la sorridente compagna di Davide. Non sappiamo se ci saranno i piatti scritti sulla lavagnetta con le proposte del giorno, ma sicuramente ci saranno alcuni suoi piatti must che abbiamo assaggiato. E pure quella carta dei vini avvincente.

Venite a conoscerlo, perché ha una sua originalità e anche i prezzi sono alla portata. Dopo un'entrée sfiziosa, dopo aver sbocconcellato dal sacchetto del pane e grissini ecco un magnifico uovo (erano due i tuorli) con sottobosco, ricci di mare e orzo. Buono e croccante il polpo con zucca, mandorle e funghi, eccellente la seppia con carciofi e pecorino. C'era anche la lingua al verde con topinambour e tartufo, la zuppetta di levistico, caviale d'aringa affumicata, rapa bianca e maccarello. Maestosi i bucatini all'amatriciana, ma più ancora la birra con il cappelletto (Davide ha vinto il premio Birra Moretti a Milano poche settimane fa, battendo tutti). Altri primi, lo spaghetto “Benedetto Cavalieri”, aglio nero, foglie e topinambour, lo gnocco di ricotta, erbe, gamberi e brodo di funghi, il risotto con midollo di capesante, tartufo e pepe vanigliato. Tra i secondi sarà eccellente l'anatra, porro, foie gras e melograno, ma anche l'ombrina con finocchio alla vaniglia lardo e mandorle. Gioca con le verdure di stagione il cuoco, ad esempio con la pluma di maiale iberico, radici, mandarino e n’duia ghiacciata, oppure il piccione con lenticchie, cipolle alla camomilla e foie gras. Ai dolci chiedete il tiramisù espresso, il mont blanc di bosco e, naturalmente, il maritozzo con caffè, panna e cioccolato. A noi ha servito un assaggio di piccola pasticceria che manteneva il tono radioso della serata (ma alla corona manca poco).
Due i menu degustazione: classico a 35 euro con 4 portate; della Fernanda a 45 euro, con sei assaggi dello chef (prendetelo al volo!).

Davvero bravo. Rimani così!

 

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