Guidati da Marco Gatti alla scoperta dei vini della Liguria - e non solo - che segnano una notevole crescita qualitativa

La Liguria è dunque al centro della nostra attenzione in questa degustazione di Marco Gatti, che sta provando ogni giorno i locali che hanno riaperto nella regione turistica per eccellenza. Tante scoperte, ma anche tante conferme, a segnare una crescita qualitativa ormai inarrestabile, che a Golosaria Milano abbiamo avuto modo di approfondire e che ora ha acceso la nostra curiosità.

Vino Bianco Frizzante In Fermento di MARCO VERONA - Massa (Ms)
È l’alfiere del Candia Marco Verona, piccolo produttore le cui poche migliaia di bottiglie vanno a ruba tra gli intenditori che si contendono i sorsi di “territorio”  che lui riesce a strappare al suo ettaro di vigneti abbarbicati al cielo, su terrazzamenti dall’elevata pendenza, che rendono la coltivazione eroica. Nelle vigne uve vermentino, malvasia di Candia, albarola, trebbiano toscano, sangiovese, canaiolo, syrah, merlot, massaretta, ciliegiolo, grenaccia, malvasia nera, bonamico. Il suo vino bianco più famoso, da uve vermentino, trebbiano, albarola e malvasia, si chiama Sedì, come i sei giorni di macerazione delle bucce nel mosto. Il vino rosso invece si chiama Bacca Nera ed è assemblaggio di varie uve rosse come sangiovese, canaiolo, massaretta ed altre presenti in piccola parte nei vigneti.
Grazie a Luca Schiaffino, sommelier ligure di valore, noi abbiamo riassaggiato il suo In Fermento, che con il nome indica la sua impronta da rifermentazione ancestrale, e nel bicchiere si propone con veste dorata e spuma ricca, naso di notevole intensità con profumi di erbe aromatiche, spiga di grano, agrumi, fine speziatura, gusto armonico, per un vino di cui se ne beve e se ne ribeve!

Per acquisti: veronamarco71@gmail.com - tel. 329 7733510
marco-verona.jpgValle d’Itria Igt Minutolo 2018 di POLVANERA di Gioia del Colle (Ba)
Filippo Cassano, con la sua cantina Polvanera (con il nome che evoca il colore scuro dei terreni che circondano la masseria) avviata nel 2003, sin dagli esordi ha conquistato le attenzioni di critica e pubblico (e anche di noi, che lo premiammo fra i Top Hundred oltre 10 anni orsono) per il suo formidabile Primitivo. Nei circa cento ettari di filari tuttavia anche le altre varietà tipiche della zona, dal fiano al moscato, dall’aglianico alla falanghina, fino al marchione e al bianco d’Alessano, coltivate secondo i dettami dell’agricoltura biologica. Con la scelta di non fare invecchiamenti in botte, per valorizzare i sentori varietali delle uve. Di una produzione che comunque, al di là dell’eccellenza del Primitivo, da tempo si segnala per l’alto livello  di tutti i vini ed è esempio dal sorprendente eccellente rapporto qualità/prezzo, il Valle d’Itria Igt Minutolo. Dal colore giallo paglierino con riflessi verdolini, al naso ha profumi floreali di biancospino e di agrumi che ricordano lime e bergamotto, sentori di pesca, note di camomilla e muschio, mentre in bocca ha nota delicatamente aromatica, personalità, gustosa vena fresco-sapida, e buona persistenza.

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minutolo-polvanera.jpgGolfo del Tigullio Acinirari Passito 2009 di BISSON di Chiavari (Ge)
Tra i grandi del vino italiano, Piero Lugano, patron dell’enoteca Bisson di Chiavari e grande appassionato dei vitigni autoctoni della sua terra, la Liguria. Dal 1978, avendo visto le potenzialità dei vini dei contadini liguri, ha intrapreso “l’avventura” di valorizzare le uve della Riviera Ligure del Levante. Tra le sue creazioni più celebri, Abissi, ottenuto da uve bianchetta genovese e vermentino con l’innovativo metodo di “spumantizzazione subacquea”, ossia con la  calata in apposite gabbie nella riserva di Portofino, dove sfrutta l’effetto del moto marino per mantenere le fecce nobili.
In queste settimane abbiamo assaggiato anche la sua Bianchetta classica ed è stata fantastica. Ma è stato assaggio clamoroso quello del Golfo del Tigullio Acinirari Passito 2009. Da uve bianchetta genovese, ha colore ambrato, profumi di cedro candito, scorza d’arancia e frutti tropicali, note di tabacco biondo e di frutta secca, complessità, mentre al palato è dolce ma non stucchevole, elegante, di persistenza infinita.

Per acquisti: piattaforma tannico
Enoteca di Chiavari: Corso Gianelli 28 - tel. 0185 314462
La Cantina Degli Abissi - Sestri Levante: Contrada Pestella 42 - tel. 0185450884

bisson-acinirari.jpgLiguria di Levante Igt Bianco 2019 di CANTINA LUNAE BOSONI di Castelnuovo Magra (Sp) 
Bianca, come una pagina su cui iniziare a scrivere una nuova partenza, come simbolo della ripartenza che stiamo vivendo in questo anno così difficile. Bianca, come le montagne di marmo che caratterizzano il paesaggio dell’antica città di Luni. Bianca, meglio Labianca, il vino presentato in questi giorni dalla cantina Lunae, una novità che ci ha entusiasmato e che è ulteriore, notevole, valorizzazione del Vermentino, da sempre oggetto di attenti studi in vigna e in cantina da parte della famiglia Bosoni. Se l’Etichetta Grigia è figlia dei vigneti pedecollinari, e l’Etichetta Nera, con la sua affilata complessità, è il frutto dei filari più alti con suoli particolarmente sassosi,”Labianca” - in un certo senso il “prequel” di questo racconto  - rivela le caratteristiche dei vigneti della pianura alluvionale, quelli che circondano l’antica città di Luni. Per tutti il filo conduttore è una viticoltura tradizionale con esclusione di diserbanti e un’accurata raccolta delle uve a mano. In cantina, Labianca - vermentino (80%) e malvasia (20%) - fermenta in acciaio a temperatura controllata con un breve periodo di affinamento sui lieviti di circa 4 mesi. Nel bicchiere ha colore giallo paglierino brillante, naso di grande intensità e formidabile finezza con profumi di fiori bianchi, erbe aromatiche, con note di salvia e rosmarino, sentori di macchia mediterranea, e ampio spettro fruttato, che va dalla pesca alla frutta esotica. Dal sorso fresco ed equilibrato, ha beva agile grazie alla sua piacevolissima sapidità. È nuovo vino di grande classe!

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labianca-lunae.jpgLiguria di Levante Igt Bianco Campo Grande 2019 de I CERRI di Carro (Sp)
Ci sono desideri nella vita, così forti, da non sentirsi in pace fino a quando non si realizzano. L’azienda I Cerri di Carro è il sogno realizzato di Gianluigi Careddu, con gli esordi nel 2006, con un primo vigneto di 2000 mq, dove suo nonno, Luigi Paganini detto “U tuscan”, 70 anni fa, aveva fatto la stessa cosa. Poi nel  2008 l’acquisto della bottega di “Ricci” (amico del nonno Luigi) ossia del vecchio alimentari del paese, per trasformarlo  nella prima cantina. Nel 2010 il secondo vigneto, chiamato “Campo Grande” perché figlio di tre particelle di terreno che vanno a formare un “campo grande” di circa 1 ettaro, appunto. Infine, nel 2016 il “salto” con l’acquisizione di una proprietà di 1100mq ca. abbandonata da 35 anni, ubicata sulla colline delle “gruzze” e l’avvio dei lavori per la nuova cantina, e in contemporanea l’acquisto di un terreno di circa 25.000mq in località “il castegneto” dove nel 2017 è stato impiantato un altro vigneto di 1 ettaro e mezzo. Nei 3 ettari di vigneto, varietà autoctone, con albarola, vermentino, ciliegiolo, e alloctone, come shyraz, merlot, granaccia e sauvignon. Per quanto ci riguarda ci è davvero piaciuto il  Liguria di Levante Igt Bianco Campo Grande 2019, assaggiato ai tavoli di Amici di Varese Ligure, indirizzo formidabile di cui leggerete qui su ilGolosario.  Nato da rigorosa selezione clonale di vecchi ceppi di albarola, alcuni di essi ancora sul piede franco. Realizzato con criomacerazione per 60 ore e vinificazione a temperatura controllata in tini di acciaio con sosta di 2 mesi sulle fecce fini, nel bicchiere ha colore giallo oro, naso elegante con profumi di fiori, e in particolare di glicine e biancospino, note di erbe aromatiche con sentori di salvia e timo, e macchia mediterranea, sorso di buona struttura, con sapidità e finale lungo.

Per acquisti: shop online sul sito icerridivara.it
cerri-campogrande.jpgGiulio F56 Spumante Metodo Classico Extra Brut de LA BAIA DEL SOLE di Luni (Sp)
A Golosaria Milano era stata una sfida appassionante quella lanciata dall’Enoteca Regionale della Liguria, che in uno dei wine tasting più seguiti della manifestazione, aveva voluto proporre a sommelier, ristoratori e intenditori presenti, la degustazione delle diverse espressioni di spumanti della regione. Una provocazione, se si considera che fino a pochi anni fa, bianchi e rossi liguri son sempre stati sinonimo di vini fermi. Ma i bicchieri con le interpretazioni dei diversi produttori hanno parlato chiaro, lasciando tutti piacevolmente sorpresi. Nei giorni scorsi un’ulteriore, luminosa conferma, dalla famiglia Federici una lunga tradizione contadina che risale ai primi del 900, e dal 1985, con la rivalorizzazione di un antico casolare rurale nella piana di Luni, protagonista di un percorso che ha come cuore la coltivazione e la valorizzazione del Vermentino. Il loro Metodo Classico Giulio F56 (con il nome che indica la dedica al fondatore Giulio Federici) è da uve vermentino, accuratamente selezionate, lavorate poi con pressatura soffice e fermentazione a temperatura controllata per 15 giorni, con il vino ottenuto che sosta per 6 mesi sulle fecce fini in botti di rovere per poi essere avviato alla rifermentazione in bottiglia, con permanenza sui lieviti di 24 mesi. Nel bicchiere ha colore giallo oro, perlage fine e continuo, profumi di agrumi, tra cui spiccano il bergamotto e il cedro, note di ginestra e di frutta esotica, e in particolare di ananas e mango, sentori di nocciola, mentre in bocca è fresco e sapido, con sorso ampio e finale di buona lunghezza.

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giulio-f.jpgLevante Igt Bianco 2018 Cà di Mare di CÀ DI MARE di Framura (Sp)
Si percorre “la strada delle murte” (il mirto, in dialetto), conosciuta come via degli orti, che collega Casella a Cadimare, e nel vigneto di Enrico Queirolo che sembra tuffarsi in mare, tra natura meravigliosa, cielo, verde, luce, non è difficile capire perché il suo sia un vino clamoroso, che racconta la Framura di cui è figlio e che è celebrata in etichetta. Alla sua grandezza contribuiscono la brezza marina che accarezza l’uva (vermentino), il terreno, che trasmette una salinità che alla beva emoziona, la mano di Enrico, che lavora la terra con una passione smisurata, secondo i dettami del biologico. Dobbiamo la scoperta del suo Levante Igt Bianco 2018 Cà di Mare, a Marco Rezzano, presidente dell’Enoteca regionale e sommelier di razza, ai tavoli della sua somma Agave di Framura. Dal colore giallo oro, ha profumi di agrumi e di frutta a polpa gialla, note di erbe aromatiche e di macchia mediterranea, sentori iodati, mentre al palato è secco, con un sorso dinamico grazie a splendida sapidità che si accompagna a una equilibrata freschezza. Come ha detto sua figlia Elisa, giovane talento e promessa della sommellerie ligure, è un “bianco un po’ sarvægo“, ossia che assomiglia al carattere di chi abita a Framura, e poiché “Ü vin ü l’è vitta”, come è scritto sull’etichetta, è vino che ha quell’autenticità che amiamo, in cui ogni sorso è un racconto!

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ca-di-mare.jpgColli di Luni Vermentino Superiore Boceda 2019 di ZANGANI di Santo Stefano Magra (Sp)
Quella della famiglia Zangani, a Ponzano Superiore, località del Comune di Santo Stefano Magra, è proprietà tra le più vocate alla coltivazione della vite. Loro il merito di aver ricostituito il prestigioso fondo agricolo del Mortedo, antico podere già amministrato dalla famiglia Malaspina e in epoca successiva acquistato dal Cav. Alberto Fabbricotti, magnate del marmo nella vicina Carrara, che lo volle per la riconosciuta qualità dei prodotti agricoli coltivati, in particolare di vino e olio. A questo negli anni hanno aggiunto altri poderi quali il Luisito, la Boceda, il Montale, il Fontolo, la Piana, il Carbonin, tutti vocati per tradizione alla produzione di olio e alla coltivazione della vite. Da uno di questi Cru, il Colli di Luni Vermentino Superiore Boceda 2019. Dal colore giallo paglierino luminoso, brillante, con riflessi oro, al naso ha profumi di agrumi, con cedro e pompelmo in evidenza, note di frutta esotica con ricordi di mango e papaia, nota balsamica di eucalipto e resina di pino, gusto secco e sapido, con finale equilibrato e lungo.

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zangani.jpgCirò Rosso Classico “Solagi” 2017 di CAPARRA & SICILIANI - Cirò Marina (Kr) 
Il nome di questa cantina nasce dall'unione di due famiglie – i Caparra e i Siciliani – avvenuta nel 1963, coese nella passione per il vino e per la denominazione Cirò dove il re è il gaglioppo. Tutta la linea di produzione, a partire dalla vigna, è seguita attentamente dall'esperto enologo Fabrizio Ciufoli. Più di 200 ettari composti anche da uliveti secolari, la proprietà gode dei suggestivi paesaggi della costa ionica calabrese, luogo di cultura enologica con radici millenarie. 
Caparra & Siciliani promuove da anni diversi progetti per la valorizzazione del vitigno e un miglioramento della qualità della produzione vitivinicola del territorio, senza dimenticare gli sforzi che riguardano il potenziamento della presenza nei mercati esteri (Cina e Stati Uniti in primis). Stappiamo subito il blend di greco bianco e chardonnay, “Curiale” Calabria Bianco in etichetta. Giallo paglierino che ha nell'aromaticità della frutta esotica il punto di forza del suo naso. Equilibrato, termina amaricante.  Il Cirò Rosato è invece un vero spettacolo. Fragola, note ferrose, fiori delicatissimi, sentori minerali: cos'altro volete? Il vino è freschissimo e la tannicità composta. Cercatelo negli scaffali delle enoteche, il suo nome è “Le Formelle” e il millesimo il 2019.  Ci prolunghiamo talmente tanto nel tessere le lodi di quest'ultimo che ci dimentichamo di avere in degustazione 4 vini rossi. Il primo è “Mastrogiurato” Calabria Rosso 2016 che è animalesco, dove trovi il cuoio, il tabacco, l'affumicatura e infine il cacao e a vincere è l'acidità. La vendemmia 2017 “Solagi” è ancora più travolgente perché trovi il fruttato (come la prugna) e poi sentori terrosi e quasi fumè, poi ad emergere è la liquirizia. 
caparra-siciliani-solagi.jpgVersione Classico Superiore per il “Volvito” che ha la stessa linea guida di bevuta del precedente, dove si aggiungono note di frutta sotto spirito e di vernice. Chiudiamo con la Riserva che è enorme al palato, con un'avvolgenza e una persistenza infinita. Speziatura e aromaticità, legno e sentori eterei. Quanta roba in questi bicchieri!

Per acquisti: shop online sul sito caparraesiciliani.com
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Brut “For 4 Neri” Trentodoc di ZANOTELLI ELIO E F.LLI di Cembra (TN)
Una storia di cugini e di 15 ettari vitati in Trentino, dove a Cembra (TN) la famiglia Zanotelli cura con passione e competenza il lavoro tra i vigneti e in cantina. Inizialmente appassionati esclusivamente alla schiava (vitigno che in tedesco è “vernatsch”), l'attenzione e la produzione si è successivamente rivolta anche a vitigni più “moderni”, soprattutto a bacca bianca: muller thurgau, chardonnay, pinot grigio, kerner, riesling, manzoni bianco. Come rossi invece pinot nero e lagrein. Questa cantina opera sul territorio della Valle di Cembra dal lontano 1860 e oggi propone nella sua gamma anche bollicine (Trentodoc, ovviamente) e un passito, in una cornice paesaggistica caratterizata da oltre settecento chilometri di muretti a secco. Alla nostra tavola il primo ospite è la versione Brut “For 4 Neri” Trentodoc: chardonnay in purezza vestito di un paglierino brillante che rivela al naso note di tulipano e una bocca davvero cremosa e fresca. Sul finale emerge tutto il suo corpo che mostra alcolicità, accompagnato da un profumo di mela verde croccante.
La versione Rosè è in prevalenza pinot nero (80%) e la sboccatura avviene dopo 24 mesi di permanenza sui lieviti. Rosa antico e piccoli frutti di bosco non sovrastano i sottili sentori di pasticceria. Anch'esso fresco e intenso si rivela un vero piacere, bicchiere dopo bicchiere.

Sito Web: www.zanotelliwines.com per acquisti su www.trentiner.it
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