Tra gli indirizzi migliori di Milano, questo locale, dove grazie al patron sommelier Savio Bina il vino è protagonista

Zoff, Gentile, Cabrini, Collovati, Scirea… Buffon, Grosso, Zambrotta, Cannavaro Materazzi….Questi “azzurri” ci hanno fatto sognare diventando campioni del mondo nel 1982 e nel 2006. In questi giorni i nomi scanditi quasi fossero la formazione di un’Italia 2015 sono Bottura, Berton, Cracco, Leemann, Oldani... Siamo certi che questi “ambasciatori” di Expo2015 sapranno dar lustro alla cucina del nostro paese. Ma non v’è dubbio che le sorti future della ristorazione nazionale sono affidate oltre che a questi nomi noti, alle decine di cuochi che da nord a sud da oggi a ottobre saranno chiamati a dimostrare il loro valore. Tra le sfide più appassionanti, dar prova del nostro saper fare e del sapere inventare formule nuove.

Indirizzo interessante in questo senso, Aromando (via Pietro Moscati 13 – tel. 0236744172) di Milano, “bistrot” che è valorizzazione di design, arte, cultura, enogastronomia, sintesi davvero felice dei percorsi dei due titolari, Cristina Aromando e Savio Bina. In sala tavoli e sedie in formica, arredi anni 50/60, radio d’antan e in una vetrina, elegantissimi (e introvabili) bicchieri Baccarat (regalo al patron del maestro del gusto italiano Peppino Cantarelli).

Se l’ambiente è molto piacevole e fa sentire a casa, tutta da scoprire l’offerta golosa. La scelta fatta qui: fare una cucina che valorizzi i grandi prodotti italiani, dando al vino un ruolo da protagonista. Che questa sia la filosofia del locale lo dice la selezione di materie prime di assoluta eccellenza (chicche su cui poi viene impostato il menu, per questo mai monotono). E soprattutto lo segnala la formidabile teoria di magnum di vini prestigiosi, bottiglie di pregio che non sono solo in esposizione, ma che sono destinate alla clientela, anche a bicchiere (opportunità unica a Milano, che comunque non preclude la possibilità a chi preferisca di scegliersi una bottiglia da lt 0,750, da una selezione a dir poco entusiasmante). 

Sarete felici con ghiotto toast di semi con ortiche tarassaco e borragine con uovo cremoso o crema di piselli con burrata tonno salato e garum. Poi tortelli di erbette con burro di baratte e salvia fritta o testaroli con pesto di basilico. Di secondo, invitante coniglio di Carmagnola con carote di Polignano speziate o fiorentina di Chianina. Arrivederci - perché qui si torna - con sorbetti fatti in casa o torta di ricotta e salsa agli agrumi.

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