La pianta del pistacchio non è autoctona, ma fu introdotta in Italia durante l’Impero Romano tra il 20 e il 30 d.C. a opera di Lucio Vitellio, governatore della Siria. In Sicilia arrivò grazie agli Arabi che ne diffusero la coltivazione, dando il via a una tradizione ben radicata che dura fino ai nostri giorni, dal momento che sull’isola si coltiva oltre l’80% dell’intera produzione italiana di pistacchio, diventato una delle principali risorse economiche del Catanese, come testimonia il riconoscimento della Dop ai pistacchi dei comuni di Bronte, Adrano e Biancavilla, identificabili dal simbolo del vulcano Etna che sovrasta tre pistacchi. Il successo di questo alimento deriva dal gusto e dall’aroma universalmente riconosciuti come unici.
Nel 2001 Nino Marino e Vincenzo Langhitano sono due ventitreenni con tante idee e pochi soldi in tasca. Langhitano aveva un pistacchieto, Marino proveniva da un'azienda di distribuzione carni. Li accomunava la voglia di fare impresa, di creare qualcosa che lasciasse il segno sul territorio. Avevano intuito che quel pistacchio poteva avere un grande futuro, così svilupparono prima il comparto agricolo, poi hanno lavorato sulla trasformazione, usando come vero e proprio cavallo di battaglia la crema di pistacchio diventata il loro marchio di produzione. Il laboratorio di pasticceria si è specializzato nei dolci delle feste come la colomba e il panettone, che valorizzano il pistacchio nella crema e nella copertura e nel torrone. L'attività, nata come piccola bottega artigianale, è diventata un'azienda con uno stabilimento all'avanguardia anche nel tema della sostenibilità e con un pistacchieto di proprietà di oltre cento ettari. Per l’estate 2023 Pistì ha creato Lestivo Fotònico, il panettone ai sapori freschi della Sicilia in due gusti: amarena e pistacchio, albicocca, ananas e pistacchio per un mix di sapori tropicale e mediterraneo.