Per ottenere un chilo di zafferano puro, occorrono circa 200.000 fiori e la loro coltivazione è estremamente laboriosa. La pianta necessita infatti di trapianti periodici e la raccolta dei fiori viene fatta a mano in autunno, così come la separazione della corolla dagli stimmi, che vengono essiccati al sole, oppure in piccoli forni, e spesso sono precedentemente umettati con olio extravergine d’oliva. Oggi lo Zafferano di Sardegna Dop è coltivato in pieno campo nei territori dei comuni di San Gavino Monreale, Turri e Villanovafranca nella provincia di Medio Campidano, anche se la storia della sua coltura nell'isola è antica: venne introdotta con successo ai tempi dei Fenici intorno all'VIII secolo a.C., sfruttando le favorevoli caratteristiche morfologiche e pedoclimatiche. Prosperò poi per tutto il periodo Romano e Bizantino, anche se la prima testimonianza scritta della sua commercializzazione risale al 1317, quando apparve in un regolamento del Porto di Cagliari.
Nel 2015 a Gonnosfanadiga Laura Meroni e Gianni Sibiriu hanno fondato l’Azienda Agricola Thanit dove alla cura di oliveti secolari è stato affiancato nel 2017 anche lo zafferano di provenienza sarda, coltivato in modo non intensivo e senza irrigazione. Una volta raccolti i fiori, gli stimmi dello zafferano vengono prima rimossi manualmente dal fiore e poi messi a essiccare a una temperatura di 45 gradi nello stesso giorno in cui viene raccolto e tolto dal fiore.  Per conservare la loro purezza, gli stimmi vengono confezionati in vasetti di vetro sigillato. Ottimo anche l’olio extravergine ottenuto da spremitura a freddo entro le 48 ore dalla raccolta di cultivar Nera di Gonnos, la più diffusa sul monte Linas.