Le prime testimonianze dell’esistenza di questo prodotto risalgono all’epoca pre-romana, mentre i primi resoconti scritti si trovano nel Medioevo, quando il prosciutto era usato come forma di pagamento oppure, come avvenne nel 1421, quando la comunità di San Daniele ne fece omaggio al governatore veneto della città.
Venendo ai nostri giorni, il prosciutto di San Daniele ottiene il riconoscimento con la denominazione d’origine (poi diventata Dop) nel 1970. Il territorio di San Daniele del Friuli offre un microclima perfetto per la stagionatura, che rende possibile la nascita di uno dei prodotti della salumeria italiana più famosi in tutto il mondo. Questo prosciutto è riconoscibile per la sua forma allungata (la coscia non viene privata dello zampino) per la morbidezza al taglio e per le fette, che si presentano di un rosso uniforme con la parte bianca molto candida.
Le cosce dei maiali, nati e allevati rigorosamente in Italia, dopo la macellazione vengono lavorate e messe a riposare per un periodo non inferiore ai 13 mesi. I venti che scendono dalle Alpi Carniche si incontrano con quelli del mare che spirano dall’Adriatico, garantendo una stagionatura perfetta, in grado di conferire ai prosciutti un profumo intenso e dolcezza nel sapore.
Uno storico produttore di questa specialità è Coradazzi, che lavora i suoi prosciutti a mano con abilità ed esperienza. Pochi pezzi ma di alta qualità e lunga stagionatura (almeno 16 mesi, con il Riserva che arriva fino a 20). I prosciutti sono acquistabili anche online in pezzature che vanno dal prosciutto intero con osso al quarto confezionato.