Che verso fa lo yogurt? Fa mu. O meglio Famù.

È questo il bel progetto di una giovane azienda cuneese che ha deciso di puntare tutto su un marchio che solleticasse l’immaginario dei consumatori con l’idea della freschezza e della bontà del latte cuneese. Il risultato è una linea di prodotti, a marchio proprio ma realizzati da produttori selezionati, che hanno il loro prodotto alfiere in Famù. Si tratta di uno yogurt buono sia al naturale sia nella versione alla frutta. I gusti sono molti: albicocca, banana, fragola, frutti di bosco, limone, malto, pesca. A questo si è aggiunto recentemente anche il biologico.

La passione per il fresco si è anche concretizzata in un primo tempo in una linea di robiole tutte a latte crudo: Famù la robiola (o robiolina) che si può gustare anche soli due giorni dopo la mungitura, a cui si sono affiancate Fabè da latte crudo di pecora e Famè da latte crudo di capra. Queste commercializzate freschissime si possono anche lievemente stagionare com’è nella tradizione piemontese. Poi le tre linee hanno anche dato vita a tomette e tomini freschi.

C’è anche un piccolo assortimento stagionato che comprende le tome (sempre monolatte) e la Sola, un formaggio della tradizione piemontese dalla forma rettangolare e la pasta semimorbida, elastica, un tempo avvolti in teli di canapa. Anche le paste filate hanno una referenza dedicata: Fabù una mozzarella di bufala prodotta con latte di bufale cuneesi (ed è buonissima).

Questa produzione ha trovato poi un originale sbocco in un locale dedicato, a Cuneo: il Famù Bistrò dove sono protagonisti i taglieri, ma ci sono anche la raclette, la cheese cake e i salumi. Un esempio di ristorazione semplice e giovanile, in linea con i prodotti proposti che ha trovato la sua naturale prosecuzione nello streetfood (anche l’apecar Famù).
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