Stamane sono arrivato prestissimo alla Dear, per la consueta puntata della Prova del Cuoco del mercoledì (Chi batterà lo chef?). E stranamente il bar era chiuso. Un bar dove il caffè non era niente male (e costava appena 60 centesimi). Alle 9, quando sono arrivate le prime collaboratrici di redazione, ho chiesto: “Ma il bar a che ora apre?”. “Non apre più. La società è fallita, i dipendenti non hanno preso lo stipendio per 4 mesi e noi che prendiamo mille euro al mese abbiamo fatto continue collette per non farli chiudere”. Bè mi ha commosso questo senso di solidarietà, anche perché poi ci si conosce tutti e un luogo anima una community. Poi a pagina 45 del Messaggero di oggi leggo la verità: "Mafia Capitale fa chiudere i bar della Rai”. I dipendenti delle società travolte dall’inchiesta e vicine alla bancarotta sono scesi in sciopero. Gli inquirenti hanno deciso di dissequestrare alcuni locali perché comporterebbe troppe spese. E intanto 70 famiglie sono sul lastrico. Però che sensazione di vuoto, ci ha dato stamane questo bar chiuso, senza nemmeno il profumo di un caffè. A volte non ci rendiamo conto di quello che abbiamo.

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