Il racconto di Roberto Perrone nel suo libro Manuale del viaggiatore goloso

Oggi il collega Roberto Perrone mi ha fatto un regalo, uscendo con una pagina sul Corriere della Sera che parla di Golosaria tra i castelli del Monferrato (dovete esserci: è in programma dal 18 al 19 aprile, la prossima settimana). Ma il regalo più bello (ieri Perrone ha presentato anche il suo libro edito da Mondatori, "Manuale del viaggiator goloso”) è stata la sua lettura della Muletta, ossia il salame crudo tipico del Monferrato, insaccato in un budello naturale, che assume una forma monstre. Bè, pare che la muletta sia nata grazie ai soldati piemontesi attratti dalla sopressa dei colleghi veneti (e pare c’entri anche la bellezza delle mule, ossia le ragazze di Trieste). Il fatto curioso è che sabato e domenica prossima, nel castello di Casale Monferrato, si incontreranno proprio questi due grandi salumi italiani: la sopressa di Pizzolato di Malo (Vicenza) e la Muletta prodotta a Sala Monferrato, storica presenta di Golosaria. Ma questa non è la prima storia del genere che siano venuti a conoscere. Ad Acqui infatti c’è un salame tradizionale, il Filetto baciato, che è simile a un salume aquilano che porta il nome di “coglioni di mulo”. Aquila e Acqui, due posti distanti, magari uniti dalla guerra, con i commilitoni che si scambiavano i reciproci saperi, prima che arrivasse Mario Soldati a raccontarli in tivù. Anche questa è una bella storia. Una storia di Golosaria.

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