Con la puntata di sabato si chiude la stagione della Prova del Cuoco, mentre mercoledì si è chiusa la serie di "Chi Batterà lo chef", che mi ha visto giudice da settembre a maggio. Una coppia ogni settimana ha sfidato il cuoco, Gilberto Rossi, che è rimasto imbattuto per 10 settimane, portando il montepremi a 10mila euro. Ha vinto, durante l'ultima puntata, una coppia di amiche di Pinerolo che ha portato la robiola di Roccaverano (il mio ingrediente segreto era la pera). E qui, al momento di giudicare, mi sono reso conto di quanto sia importante conoscere il prodotto per farlo esaltare. Ha vinto la coppia con un piatto di tagliolini fatti a mano, robiole, nocciole e pera, oltre ad altri ingredienti, perché ha salvato la freschezza della robiola. La pera andava leggermente scottata, anche all'ultimo a contatto con la pasta, la robiola doveva rimanere fresca e non completamente utilizzata in cottura. Se si tratta la robiola come un formaggio qualsiasi, si cade in errore. Le due signore, pur non avendo fatto un piatto di alta cucina, questi errori non li hanno fatti. E il risultato è stato eccellente. Che dire? Alla Prova del Cuoco c'è la possibilità di mettere a tema il valore dei prodotti italiani e ciò che rappresentano per la cucina. Chi sbrigativamente bolla questa, come altre trasmissioni di successo, uno "Spadellamento in tivù", forse non l'ha mai vista. Sono stati nove mesi di viaggio su e giù da Roma a Milano, dove alla sera ho scoperto una ristorazione capitolina davvero intrigante che presto vedrete rappresentata sia su Papillon, sia sul Taccuino Enogastronomico Italiano. E su questo portale stileremo anche la classifica dei nostri 10 migliori locali di Roma. E poi tanti incontri (ieri sera Pippo Baudo in un ristorante) perché Roma è così. L'unico neo rimangono i taxisti, alcuni simpatici, ma fuori dalla realtà. Sapete la difficoltà più grande che ho incontrato? Farmi compilare la ricevuta del taxi completa, con orario di partenza e di arrivo, come mi ha richiesto la Rai. Un'impresa difficile, una discussione ogni volta. Roma è anche questo, vabbè, e sembra un piccolo miracolo che la sua bellezza comunque funzioni, dal primo chiarore del mattino - che ho visto tante volte - fino alla sera che avvolge le piazze e i palazzi, mentre la gente (a Roma è un' abitudine) si appresta ad andare a cena, in uno dei tanti locali come quelli che ho provato io (nella maggior parte dei casi sempre pieni). Arrivederci Roma!

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