La notizia

Bilancio da Caporetto per il consumo di carne ovina e caprina, calato del 10% durante le feste pasquali. L’allarme arriva dalla Confederazione Italiana Agricoltori, che imputa il calo della domanda al “Tam-tam fondamentalista di animalisti e vegetariani”. Dello stesso avviso anche gli agricoltori: “Da tempo le cose vanno male - commenta Valerio Piredda, titolare di un’azienda agricola a Roma Sud - Queste feste sono state davvero un disastro. Non so se la colpa è degli animalisti, ma certo le campagne di questo tipo pesano”. Intanto gli animalisti festeggiano. E sul tema interviene anche Carlo Petrini, che commenta: “La diminuzione del numero di agnelli e capretti consumati a Pasqua è sinonimo della crescente sensibilità dei consumatori. Ma non dobbiamo sottovalutare che gli equilibri del mondo agricolo da sempre richiedono che gli animali siano macellati e mangiati” (Della serie, un colpo al cerchio e uno alla botte. ndr) (La Repubblica) @ Ma di dieta vegetariana parla anche una recente indagine condotta dalla Cornell University negli USA, che ha dimostrato come l’abitudine a un’alimentazione vegetariana abbia portato, nel corso dell’evoluzione, al cambiamento nel Dna di alcune popolazioni. E non solo: lo studio ha anche evidenziato una maggiore suscettibilità all’infiammazione e un aumento del rischio di malattie cardiovascolari e tumori al colon per le popolazioni portatrici delle variazioni genetiche legate alla “dieta verde” che cominciano a cambiare regime alimentare. (Il Giornale) @ Nessun reato è imputabile a chef Carlo Cracco per aver cucinato un piccione. E’ la decisione della procura di Milano, che ha chiesto l’archiviazione del caso che ha coinvolto il cuoco giudice di MasterChef, denunciato dagli animalisti per aver cucinato un piccione “protetto”. Ma la legge distingue piccione e piccione, prevedendo una forma di tutela solo per quello selvatico. E proprio la mancata prova di “selvatichezza” della vittima di Cracco avrebbe spinto la procura a prendere questa decisione. (Il Giorno) @ Il food delivery è la tendenza del momento. Su IlGolosario.it vi raccontiamo, passo a passo, la nostra prova di un menù proposto da Fanceat e cucinato dal Camilla’s Kitchen di Torino.

Esselunga fa 30, veto del sale e il ritorno del vermouth

Festeggiamenti in vista per Esselunga, che ieri ha diffuso i dati relativi al bilancio 2015 presentando numeri monstre con un fatturato di 7.312 milioni di euro (+4,3% sul 2014) e un utile netto cresciuto del 37%, a 290milioni. In crescita anche l’occupazione, con 2.600 nuovi posti di lavoro. E per il 2016 è prevista l’apertura di un nuovo superstore a Roma, che va ad aggiungersi ai 152 supermercati Esselunga attivi in Italia. (Il Giornale) @ Nuovi acquisti in casa Forno d’Asolo. L’azienda controllata da Benetton che produce brioche e prodotti da forno ha acquisito il 100% di La Donatella, il marchio di Jesolo specializzato nella produzione di torte farcite da forno. “Con l’acquisizione di La Donatella - ha spiegato l’ad di Forno d’Asolo Alessandro Angelon - potremo contare su una nuova linea di prodotti e sul relativo know how industriale. Vogliamo silurare ulteriormente la nostra presenza sul mercato italiano ed espanderci su quelli esteri”. (Italia Oggi) @ Ripresa del turismo in provincia di Alessandria. Sono i dati diffusi dall’Osservatorio regionale del Turismo - big data del progetto “Smart tourism”, che hanno evidenziato come nel 2015 il turismo alessandrino sia aumentato del +2,16% per le presenze e del + 0,75% per gli arrivi. Secondo i dati, su 100 turisti circa 11 arrivano dalla Svizzera, 18 dalla Francia, 5 dalla Germania, 14 dalla Romania e 5 dalla Polonia, con una forte presenza di milanesi in Alessandria (17%). Tutti sono attirati dalle eccellenze gastronomiche e paesaggistiche del territorio. Come del resto documenta questo filmato sui 10 anni di Golosaria (La Stampa) @ Niente più sale per i newyorkesi. Nella Grande Mela le catene di ristorazione con più 15 o più punti vendita estesi a livello nazionale dovranno introdurre nei loro menu un avvertimento sui piatti che superino i di 2.300 milligrammi di sale. L’iniziativa del sindaco Bill De Blasio prevede che i cibi più pericolosi per la salute vengano segnalati con un triangolo nero e una saliera. Per i trasgressori sono previste sanzioni fino a 600 dollari. @ Più ristoranti, meno botteghe. E’ la domanda di un lettore milanese che sul Corriere della Sera chiede a Isabella Bossi Fedrigotti quale sia la ragione della diffusione di locali dedicati al cibo a scapito dei negozi tradizionali. E la Fedrigotti risponde: “Se tutti questi nuovi locali sopravviveranno, vuol dire che la scelta è stata giusta. Che cavalchino almeno un po’ la moda del “food” mi pare evidente, ma il pensiero di chi li ha voluti è probabilmente semplicissimo: mangiare, si mangia sempre”. (Corriere della Sera) @ Corsi e ricorsi storici, direbbe Gian Battista Vico. E’ il caso del Vermut, il simbolo sabaudo che dopo anni trascorsi nel dimenticatoio è tornato di gran moda. A celebrare il suo ritorno è Fiammetta Fadda, che su Panorama racconta la storia di Cocchi, la casa torinese che da più di centro anni produce questo vino liquoroso a base spezie, legni, erbe e fiori  che in occasione del 125° anniversario ha creato la bottiglia di Riserva La Venaria Reale.

Rubriche & Appuntamenti

“La salsiccia di Bra si mangia anche cruda”. A dirlo è Paolo Massobrio, che su La Stampa scrive di questo prodotto tipico del Piemonte, la cui produzione varia a seconda della tradizioni locali. “Una delle più tipiche è quella di Bra, preparata con carni magre di bovino e suino. (…) Non avendo bisogno di stagionatura, viene consumata fresca tutto l’anno e si può anche mangiare cruda come antipasto”. @ Ma su La Stampa Massobrio scrive anche di Emilio Rapino, che a Francavilla al Mare produce vini in cui si sente tutto l’Abruzzo. @ Sulla stessa stessa pagina “Doctor Chef” Federico Francesco Ferrero parla del cibo che dà l’acquolina in bocca. “La memoria del sapore - scrive - a livello inconscio è indelebile. (…) Non serve la prescrizione del medico per capire quale cibo sia il migliore per noi: bastano un naso allenato e un contadino di fiducia”. @ Poi l’intervista di Rocco Moliterni a Marcello Zaccaria, chef dell’Accademia Barilla che confida: “Mi stupisco quando le prime cose che ti chiedono i giovani che vogliono diventare chef sono l’orario e il trattamento economico. Sono le due cose di cui uno che voglia fare davvero questo mestiere all’inizio della carriera dovrebbe dimenticarsi”. @ Infine Edoardo Raspelli, che questa settimana recensisce i piatti del Bellevue Hotel & Spa di Cogne, con voto finale: 15/20. (La Stampa) @ APPUNTAMENTI: Si aprirà questo sabato la festa del 97° polentone di Bubbio. Al calar del sole, alla luce di torce che ricreeranno le atmosfere del medioevo, la Pro Loco servirà carne e frittata di cipolle, ma anche focacce, ceci e costine. Domenica la sagra si aprirà invece con la sfilata rievocativa, mentre i cuochi cucineranno il celebre polentone utilizzando esclusivamente farina di granoturco 8 file. Ospite d’eccezione della rassegna sarà Paolo Massobrio. (La Stampa)

Il pensiero

L’agricoltura oggi è in costante crescita, tuttavia nelle sedi di studio si parla ancora troppo poco di agricoltura biologica e biodinamica. A dirlo, sul Corriere della Sera, è Fabio Brescacin, presidente di EcorNaturaSì, che però sottolinea le possibilità offerte dal Piano strategico varato ora dal governo che potrebbe fare dell’Italia un modello internazionale. “La bioagricoltura - spiega Brescacin - ormai si è estesa sull’11,2% della superficie rurale: stiamo parlando di imprese agricole che generano un fatturato di oltre 3 miliardi e 600 milioni l’anno e un indotto ancor più grande, un patrimonio grazie al quale l’Italia è leader europeo delle esportazioni di prodotti biodinamici”. 

L'assaggio

Oggi andiamo a Caiazzo (CE) dal re della pizza Franco Pepe, che nel suo Pepe in Grani (vicolo S.Giovanni Battista - tel. 0823862718) sforna pizze con impasti ottenuti secondo metodi antichi, ovvero farine scelte, lavorazione manuale nella madia di legno e lievitazione naturale. Dal menu, che comprende anche proposte glutei free, potrete scegliere le pizze classiche come la margherita, ma anche il calzone con scarole, la pizza allitterata con tonno e crema di cipolle Alife, quella con il maialino nero casertano o le pizze fritte. Su ilGolosario.it la sosta di Roberto Sanseverino.

Il Vino

Sono i Barolo 2011 di Vladimiro Rambaldi dei Tre di Berri (tel.0173.509623) di La Morra (CN), uno con solfiti e uno senza, ossia il Lauro e il Gatto nero. Il primo, il Lauro, Barolo convenzionale, o per stare al tema in discussione oggi sulla Stampa, Classico, ha note volatili, il secondo, il Gatto Nero, senza solfiti, è immediatamente complesso, con note di viola, intensa e pura, e ciliegia, elegantissime note di spezie. Nel primo la viola madida, nel secondo il frutto e la speziatura. Nel primo acidità spiccata, nel secondo c’è più completezza, armonia, maggiore speziatura. È più Barolo. Migliore! Gatto nero tutta la vita!