La notizia

L’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) inserisce le carni rosse lavorate fra i cibi pericolosi per la salute e sui giornali scoppia la polemica. “Manzo criminale”, “I salumi cancerogeni come fumo e amianto” “La carne è debole” sono alcuni dei titoli di questa mattina. Ma gli esperti si dividono e, tra le obiezioni, si spiega come molti studi siano tarati sui consumi degli americani che fanno colazioni con insaccati. @ La buona notizia arriva dai ristoranti: gli italiani tornano a mangiare fuori (e sono circa 39milioni secondo Fipe). Al contrario continua la crisi dei giganti della grande distribuzione, che soffrono la concorrenza dell’on line e degli store più specializzati (sul modello di Eataly). @ Pizza, poi lasagne e espresso sono le parole del gusto premiate dalla società Dante Alighieri come le più amate dopo un sondaggio tra i lettori di Repubblica.

Carni rosse e salumi tra i rischi di cancro: lapolemica e i principali interventi

Carni rosse e carni lavorate sono state inserite tra le cause che provocano malattie dall’Oms: 22 esperti di 10 Paesi differenti dopo l’analisi di 800 studi epidemiologici differenti hanno inserito le carni lavorate nel gruppo 1 (sostanze sicuramente cancerogene) e le carni rosse nel gruppo 2 (sostanze probabilmente cancerogene) per i tumori di colon, pancreas e prostata. Con un avvertenza: gli studi si rifanno a un consumo quotidiano di carni e lavorati che aumenterebbe il rischio di cancro (con un tasso che aumenta, aumentando il consumo). I dati tecnici hanno però scatenato la fantasia dei titolisti e le conseguenti polemiche tra pro e contro il consumo di carne. La guerra dell’Oms a salsicce e salumi: “Provocano il cancro come le sigarette” titola Repubblica; La carne è debole su QN; L’Onu dà i numeri: salumi come l’amianto su Libero che nelle pagine interne fa il verso alla celebre serie tv con Manzo Criminale.  Durissimo il commento delle associazioni di produttori: “Studi tarati su chi mangia salsicce a colazione” protesta su QN Giuseppe Villani presidente del Consorzio del Prosciutto San Daniele. Nicola Levoni di Assica punta invece l’attenzione sulla qualità che è decisiva. Ma anche Walter Ricciardi dell’Istituto superiore di sanità invita alla moderazione: “Che forzatura, non si muore per un hot dog”. “Mangiarne meno per stare meglio ma niente allarmi un tanto al chilo” invita il fondatore di Slow Food Carlo Petrini. “La vita è una condanna a morte. Giù le mani dai piaceri della tavola” polemizza su QN lo storico Franco Cardini; sulla stessa linea Filippo Facci che su Libero titola: “Vivere è la prima causa di morte”. Per l’oncologo Umberto Veronesi, da sempre sostenitore di una dieta vegetariana, si tratta di una vittoria della scienza e di un invito a tornare alla dieta mediterranea. “Come medico dico che bisogna far calare il consumo. Ma come uomo penso che gli animali non vanno mai uccisi”. “Carne: l’allarme è eccessivo. E’ la dose che fa il veleno” è il titolo dell’intervento di Avvenire firmato da Giorgio Calabrese che intervistato anche su Il Giornale invita: “Mangiate sereni senza esagerare. E’ un problema degli americani”. Tra pro e contro l’intervento più interessante è quello di Giovanna Caderni uno dei due italiani (l’altro è Paolo Vineis) chiamati a stendere insieme ad altri 20 esperti il dossier dell’Oms: “Neanche io ci rinuncio. Serve solo buon senso”. E spiega: “Il rischio di tumore legato al consumo di carne è molto basso se paragonato a quello di altri agenti cancerogeni, come il fumo di sigaretta,  e aumenta in relazione alla quantità consumata”.  E aggiunge: “Le carni rosse lavorate sono finite fra i cancerogeni certi ,insieme a fumo e amianto, ma il pericolo che comportano è assai differente”. 

Cartolina... al mondo della comunicazione

Questa cartolina la spedisco anche a me stesso, a scanso di equivoci. Ma vorrei prima analizzare il valore di una notizia come quella che oggi tutti i giornali commentano in prima pagina sulla carne che fa male. Una notizia, per capirci, che era stata timidamente ripresa ieri, ma che oggi ha cominciato a far gola. E non sembra vero il tempismo con la fine di Expo che ha veicolato questa esposizione mediatica in odore di sensazionalismo. Ma vi sembra vero che dall’oggi al domani, in 48 ore, scopriamo che l’alimentazione di tutta una vita era sbagliata? E’ possibile veramente una cosa del genere? Certo che no. Voglio quindi ringraziare il professor Giorgio Calabrese, per l’equilibrio che ha mostrato togliendoci dalla spauracchio, ma nello stesso tempo mi sento di invocare il realismo: fa male l’eccesso delle cose, mentre è della misura che abbiamo bisogno. Questo è il valore di una notizia, che ha un po’ il sapore dell’ ente-badante che ci dice come fare (ma non sempre ne è certo) dalla culla alla tomba, senza contemplare il quid di felicità. Prediamo allora questa notizia per quello che è ovvero un modo per porci una domanda: quanto e come variamo gli ingredienti nella nostra alimentazione? Per il resto, ieri all’Expo ho mangiato un ottimo hot dog nella stand altoatesino. E non sono affatto pentito.

Guerra del carrello e il ritorno degli italiani al ristorante

Dopo anni di crisi gli italiani tornano al ristorante. La conferma arriva dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe), che ha evidenziato una sensibile inversione di tendenza rispetto al passato, con il 77% degli italiani che ha consolidato l’abitudine a consumare pasti fuori dalle mura domestiche. Secondo i dati, sono 39milioni i connazionali che nel corso dell’anno frequentano abitualmente ristoranti o trattorie (+ 0,8%), con una concentrazione maggiore nel Nord-Ovest, seguito dal Centro-Italia e dalle regioni del Nord-Est. (QN) @ E se riprendono i consumi nel settore della ristorazione, non altrettanto si può dire per la grande distribuzione, dove i consumi per le spese alimentari e non alimentari sono i più bassi di sempre, affossati dalla concorrenza degli acquisti sul web e di operatori specializzati come Eataly. Uno scenario che ha portato i principali gruppi della GDO, tra cui Esselunga, Auchan, Carrefour, Coop e Conad a rivedere le loro strategie di business per superare la crisi. Come nel caso del colosso a stelle e strisce Walmart, i cui titolari restano la famiglia più ricca d’America ma che ha dovuto investire reclutando 2.200 ingegneri per l’innovazione. (Corriere della Sera)

Medaglia d'oro alla pizza, pasta "tarocca" e il turista tipo di Expo

Medaglia d’oro per la pizza, seguita dal caffè espresso e dalla lasagna. Non è l’inizio di una fiaba, ma il risultato di un sondaggio condotto dalla società Dante Alighieri che ha esplorato l’universo dei vocaboli del cibo. Tra gli altri premiati anche la mozzarella, la parmigiana, il gelato, il risotto e due declinazioni della pasta; l’amatriciana e la carbonara. (Repubblica) @ E a proposito di pasta, arriva da Colonia, in Germania, un caso di contrasto all’italian sounding. Il tribunale della città ha infatti diramato due provvedimenti di inibizione alla commercializzazione in Germania contro alcune tipologie di pasta “falsamente italiani” perché prodotti in Egitto e a Dubai. La segnalazione, arrivata dall’associazione italo-tedesca Italian Sounding e.V, ha seguito di poche settimane l’annuncio ad Expo del ministro Martina, che aveva ribadito l’impegno del Governo nella lotta alla contraffazione del made in Italy. (Italia Oggi) @ Passa quasi tre ore ai tornelli e spende in media 27 euro per il pranzo. Questo il ritratto del turista “tipo” in visita ad Expo secondo un sondaggio di Coldiretti, che ha rivelato come l’Esposizione abbia convinto anche chi non l’ha visitata. Per il 74% degli intervistati, l’evento è stato un successo, contro il 16% che è rimasto indifferente e il 7% che lo considera un flop. Tra i visitatori, invece, l’88% si è detto soddisfatto, mentre il 68% è già pronto a scommettere sugli effetti positivi del dopo-Expo. (Corriere della Sera) @ E intanto ieri ad EXPO, si è tenuto l’ultimo dei seminari di Padiglione Italia con gli interventi di Aldo Bonomi, Giuseppe De Rita, Arturo Semerari, Paolo Massobrio che in questi mesi hanno condiviso con Cesare Vaciago e Diana Bracco i contenuti del Padiglione Italia attraverso la suggestione delle 4 potenze. Nella sintesi di Paolo Massobrio, l’eredità di Expo, ossia un paese, l’Italia che è fatto per il mondo, per portare l’originale della cucina italiana all’estero, ma anche come principio di restituzione, per esportare il nostro savoir faire @ Tutto pronto su Rai Due per la seconda edizione de “Il più grande pasticcere”, il format dedicato ai dolci che quest’anno debutta in prima serata. La nuova edizione non vedrà più la conduzione di Caterina Balivo, ma conterà solo sulla giuria formata dai maestri pasticceri Roberto Rinaldini, Leonardo De Carlo e Luigi Biasetto, “capitanati” da Iginio Massari. (Libero) @ Dai dessert agli effetti del consumo eccessivo di zuccheri sulla salute. Su Repubblica di oggi Giuseppe Del Bello rivela come tra gli imputati del diabete ci siano obesità, sovrappeso e vita sedentaria e indica come rimedi esami del sangue frequenti, dieta e attività fisica. Della stessa opinione anche il Eugenio Del Toma, che sulla stessa pagina interviene consigliando di cimentarsi con una buona dose di movimento aerobico quotidiano. “L’attività fisica di chi va in palestra, in piscina o a calcetto 2/3 volte a settimana - scrive - è meno utile del semplice camminare tutti i giorni”. (Repubblica)

L'assaggio

E’ al ristorante Le Fief (via Visconti, 8 * tel. 032253713) di Oleggio Castello (No). All’interno di un grande parco, una bellissima villa storica ospita la cucina di questo luogo del gusto, regno dello chef Enrico Bazzanella. Tra i piatti, da non perdere la tartare di filetto di manzo battuto al coltello o, tra i dolci, la golosa panna cotta con salsa al kiwi. 

Il Vino

E’ per il Karmel 2013 della cantina Visalli (tel. 0965781166) di Melito di Porto Salvo (Rc). Da uve cabernet, gaglioppo e merlot, affinato 18 mesi in barrique, è un vino dai colori intensi, con profumi complessi dove le note di frutta rossa matura lasciano presto spazio a caffé e cioccolato. In bocca è vigoroso, con un tannino spiccato. Una bottiglia costa sui 10 euro.