La Notizia

Consumi al palo per il 2019, con una crescita pari alla metà di quanto stimato dal Governo: mancheranno all’appello circa 3,6 miliardi di consumi. Il calo dei consumi secondo Confesercenti è da imputare a cause esterne, legate a problematiche internazionali, e alla mancata crescita del potere di acquisto delle famiglie, fermo da otto anni. Anzi secondo il Censis - che ha compiuto una recente analisi con Conad - il potere d’acquisto reale è calato del -6,3% negli ultimi dieci anni e nel commercio si salvano solo i prodotti free from. (La Stampa e Repubblica). @ E’ sfida aperta tra le creme spalmabili. La Nutella controlla il 90% del mercato ma provano a insidiarla Novi e Pan Di Stelle. Infatti il gruppo Elah con la sua Novi al 45% di nocciola si è guadagnata il 4,6% del mercato e la Barilla, tramite la crema Pan di Stelle, prodotta da Nutkao con ricetta degli emiliani, sta facendo man bassa nei supermercati dove è andata subito sold out. (Repubblica) @ Migliora la situazione del riso: salgono prezzi e ottimismo mentre la Cina apre ai prodotti piemontesi. MErito del calo delle importazioni (pari al 26%) dai Paesi asiatici., (La Stampa) @ Intanto gli inglesi temono possibili dazi sul cibo con l’uscita dalla Brexit. Secondo le regole imposte dall’Organizzazione mondiale del commercio, potrebbero esserci aumenti degli ingredienti fino al 100%. E agli inglesi non resterebbe che il fish &chips. @ Dopo il successo di sushi e ramen, arrivano in Italia, cominciando di Roma, le prime pasticcerie giapponesi. E dolci come dorayaki e mochi sono pronti a invadere le nostre tavole. (Repubblica)

Risto-trend e sgarri (consentiti) alla dieta

Dal lago di Garda a Parigi. Riccardo Camanini, chef del Lido84 di Gardone Riviera (BS), entra nella lista dei vincitori alla prima edizione di The World Restaurant Awards, il nuovo riconoscimento gastronomico mondiale. Il cuoco italiano si è aggiudicato il titolo nella categoria “Specialità della Casa” grazie alla sua Cacio e Pepe in vessìa, ovvero cotta nella vescica di maiale. “Un piatto ideato leggendo Apicio”. Mariella Tanzarella su Repubblica. @ Cenare in solitudine fa bene al cuore. Fino a poco tempo fa era una consuetudine solo nei luoghi di passaggio (Autogrill, stazioni etc), ma oggi “portarsi a cena fuori” diventa un’usanza sempre più incalzante, anche nei bistrot urbani. “In barba ai vecchi buontemponi che strutturano la propria giornata sulla base di un algoritmo che deve ineluttabilmente dare la somma di compagnia, sedere in solitaria non solo non fa di voi dei poveri sventurati, ma vi rende perfino trendy”. L’affondo di Fabrizio Barbuto su Libero. @ Il focolare domestico? Ora è al ristorante. Tra le tendenze in atto nel mondo della ristorazione vi è anche quella di rendere sempre più intimo e informale il rapporto tra clienti e chef. A Milano il primo a sperimentare la nuova formula è stato “Il Luogo di Aimo e Nadia”; una cucina aperta accessibile a chiunque voglia vivere la quotidianità del ristorante, per capire come nasce un menu. “Mia madre, cuoca, raccomandava di non ricevere ma accogliere. E io l’ho sempre fatto” racconta Aimo Moroni sulle pagine del Corriere della Sera. @ “Con zappe e trattori insegno la legalità”. Parola di Roberto Rappuoli, che nel Chianti dirige la prima scuola per contadini in Italia. E che su La Verità confida: “Ai ragazzi under 18 che hanno interrotto gli studi offriamo un’occasione di riscatto e facciamo capire che la parola mafia non va mai associata ai prodotti italiani. L’agricoltura è la professione del futuro”. @ Non sempre il successo di una dieta sta nella rigidità con cui si segue. Sul Corriere della Sera di domenica interviene la nutrizionista Carla Favaro, che assicura: “Qualche strappo alla regola nel weekend aiuta a stare a dieta”. @ La patata “biancona” di Oreno al centro del libro “L’oro di Oreno” dello chef Paolo Fumagalli. Un omaggio ai contadini che hanno reso grande questo prodotto che riporta la storia e le caratteristiche del tubero che ogni anno attira migliaia di turisti e che è raccontato anche in una bella recensione sulle pagine di Avvenire.

Il cavatappi visionario e storie di distillati

Il cavatappi visionario che ha cambiato pagina alla storia del design. Sulle pagine di Repubblica è tutto da leggere l’approfondimento di Carlo Arrigo sul cavatappi “Anna G.” ideato per Alessi dal designer “visionario” Alessandro Mendini, un oggetto diventato cult “Perdendo la rigida schematicità dell’utensile da cucina per trasformarsi in una scanzonata figura femminile”. @ Produttori uniti nel nome del brandy italiano. E’ il progetto in cui sono coinvolti Villa Zarri, Pojer&Sandri, Capovilla e Pilzer, i “4 moschettieri” scesi in campo per rilanciare visibilità (e qualità) dell’acquavite di vino. La storia raccontata sul Giornale di sabato. @ “Ho lasciato il vino per sposare i distillati. Il bello è aspettarli”. Sul Giornale parla anche Fabio Rossi, l’imprenditore veneto che con le sue selezioni di whisky ha ottenuto riconoscimenti in tutto il mondo. @ Addio al cuoco umanista “ultimo custode della veronesità”. Sul Corriere della Sera Marzio Breda ricorda Giorgio Gioco, il patron del ristorante “12 Apostoli” spentosi sabato all’età di 95 anni che nel suo storico ristorante veronese ospitò intellettuali e artisti di fama. APPUNTAMENTI: Un percorso tra storia, tradizione e innovazione alla scoperta della realtà industriale della famiglia Branca. E’ l’iniziativa del Club Papillon di Milano, che lunedì 11 marzo organizza una visita gratuita guidata al “Museo Collezione Branca” durante la quale i visitatori potranno vedere le oltre 500 botti che rendono unici i prodotti del marchio, ma anche i dipinti, i documenti e le fotografie storiche che hanno caratterizzato il percorso di questa realtà simbolo dell’imprenditoria italica. A questo link tutti i dettagli dell’evento.

L'assaggio

Al ristorante Casa Vicina (via Nizza, 224 • tel. 011 19506840) di Torino. Una sosta preziosa che interpreta la tradizione gastronomica piemontese in modo autentico e contemporaneo, equilibrando in modo perfetto leggerezza e gusto. Per noi millefoglie di lingua al bagnato verde e gelatina naturale al vino rosso, agnolotti pizzicati a mano al sugo d’arrosto, spaghettone di grano duro Senatore Cappelli con ragù di coniglio grigio di Carmagnola, filetto di fassone in crosta di cipolle e cervella di vitello in pastella con fondente di porri e salsa ala Barolo. Su ilGolosario.it l’affondo di Domenico Arecco.

Il Vino

L’Amarone della Valpolicella classico 2015 di Dolcevera (tel. 339 1210201) di Villa di Negrar (VR). Un vino che ha i connotati perfetti dell’equilibrio che conferisce questo millesimo. Al naso si sentono il rabarbaro e la ciliegia speziata, poi in bocca quella fragranza rotonda finemente fumè che lo connota classico fra i classici della zona. Aspettiamo di assaggiare il Valpolicella classico, ma ci ha colpiti, in etichetta, leggere le sei parole che connotano il suo lavoro (c’è anche una cartina di Negrar con l’indicazione dei 7 appezzamenti su cui lavora, che praticamente abbracciano i punti nevralgici di tutta la zona). Eccole: Fede, Passione, Tradizione a sinistra e a destra: Terra, Gioia, Condivisione. Questa ragazzo è decisamente dei nostri. Cercate il suo Amarone!