La Notizia
La cucina milanese resta fuori menu nei ristoranti d’Italia. Su Repubblica Milano Eleonora Cozzella spiega come - al di fuori del capoluogo lombardo - i locali in cui gustare la tipica cucina meneghina siano pressoché inesistenti. Una tendenza avviata negli Anni Sessanta, che ancora oggi non è stata invertita. @ Un’etichetta apposita per i prodotti provenienti dalle “colonie israeliane”. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia UE in una sentenza pronunciata dopo il ricorso presentato dall’Organizzazione Ebraica Europea e dalla casa vinicola israeliana Vignoble Psagot. Gli alimenti originari dei territori occupati dallo Stato di Israele devono recare l’indicazione del luogo di origine accompagnata dall’indicazione dell’insediamento israeliano di provenienza. (Il Giornale e La Repubblica) @ Il Mercato Centrale punta su Roma investendo sullo chef Davide Scabin. Su Italia Oggi Umberto Montano, patron del gruppo che unisce l’Italia nel nome della cucina di qualità, rivela i piani di sviluppo per il futuro e anticipa la filosofia che interesserà anche la sede di Milano: “Farò la squadra più bella e più avanti di tutti - spiega - A Milano avrà molta importanza il pesce, considerando che i milanesi lo amano, e punteremo sull’attività artigianale”. @ Sulle stesse pagine interviene anche l’architetto Italo Rota, che svela i segreti del progetto italiano per Expo Dubai 2020, dove il padiglione Italia sarà un “corpo vivo” fatto di bucce d’arancia, funghi, alghe e fibre di caffè. @ Cibo via web a 1,5 miliardi di clienti. E’ l’evoluzione del commercio digitale nel comparto Food&Grocery tracciato da Netcomm, secondo cui gli italiani che acquistano alimenti online sono 9 milioni. @ “Sulla Rai uno spot al grano canadese. E’ inaccettabile”. Così Coldiretti Alessandria ha criticato la puntata di Linea Verde che domenica scorsa ha portato le sue telecamere nella vicina Svizzera per “promuovere” la pasta realizzata con il grano canadese. “I contenuti di quella puntata - spiega il direttore dell’associazione Roberto Rampazzo - hanno tradito l’impegno quotidiano e le tante battaglie portate avanti dalla Rai in favore della produzione made in Italy. (…) E’ un insulto alle oltre 300mila aziende che in Italia coltivano con fatica i cereali”. (La Stampa Alessandria) @ Granarolo e Orogel in rivolta contro la plastic tax. I due colossi dell’agroalimentare, per cui il packaging è fondamentale, sono scesi in campo per ribellarsi all’introduzione della nuova tassa sulla plastica. “Ci costerebbe 17,5 milioni di euro - spiega il presidente di Granarolo, Giampiero Calzolari - Sarebbe una spesa insostenibile”, mentre per Bruno Piraccini di Orogel la nuova tassa porterebbe ad un aumento di costi “Di oltre 2 milioni di euro, con un’incidenza sul fatturato dell’1%”. (Avvenire)