La Notizia

Il rito del picnic racchiude in sé il segreto della felicità istantanea. Che sia in campagna o nel parco dietro casa, concedersi un pasto all’aperto insieme agli affetti più cari, aiuta a rompere la routine che ci schiaccia dentro il nostro ruolo. Alberto Pellai, psicoterapeuta dell’età evolutiva, sul Corriere della Sera racconta come una semplice tovaglia stesa su un prato o sulla sabbia possa scatenare la felicità che contagia (e avvicina) tutta la famiglia. @ Ma oltre ad essere una buona pratica, quella del picnic è anche una tendenza che conquista proseliti sfociando spesso nel fenomeno del social eating: pranzi o cene collettivi organizzati in tutta Italia che - cestini alla mano - nascono, crescono e funzionano con il passaparola. (Corriere della Sera) @ Da “apericena” a “kebabbaro”; sono alcune delle parole che tolgono il sonno ai puristi della lingua italiana che, accogliendo l’invito lanciato un anno fa dalla Accademia della Crusca, hanno contattato l’istituzione per chiarire dubbi semantici, liberarsi dagli inglesismi e difendere la dignità della lingua italiana. “Negli ultimi 12 mesi - spiega il presidente dell’Accademia Claudio Marazzini - la nostra pagina web è stata visitata da 5 milioni di utenti, per un totale di 12 milioni di visualizzazioni e sono arrivati 6.954 quesiti”. Tra le definizioni messe al bando anche “hotspot”, “stepchild adoption”, “smart city”, “road map”, “deadline” e “abstract”. Fra le curiosità estive che hanno spinto molti ristoranti a cambiare il menu di pesce anche l’uso dei sinonimi di “cozze”; secondo gli accademici “Bisogna scrivere ‘cozze’ perché nessun sinonimo - benché benedetto dalla tradizione popolare - è stato accettato”. (La Stampa) @ Del tutto simile a un hamburger…eppure vegano. A Londra impazza l’hamburger di soia “arricchito” con il succo di barbabietola che imita il sangue della carne vera. Si chiama B12 burger, viene prodotto da Moving Mountains utilizzando sole proteine vegetali e presto sarà in vendita in 350 supermercati Tesco. (Libero)

Vino d'Abruzzo sulle cime del Nepal e giro d'Italia in trattore

Il Montepulciano d’Abruzzo conquista il Nepal. Sul Corriere della Sera Luciano Ferraro racconta l’episodio che ha visto l’enologo Luca D’Attoma portare una bottiglia di Bellovedere, della tenuta pescarese Fattoria Valentina, a 6mila metri di quota sulla catena montuosa dell’Annapurna come “Omaggio a un vino che ha scalato le sue potenzialità. E oggi è un’eccellenza”. @ Viaggio goloso per Roberto Perrone, che questa settimana porta alla scoperta di Sestri Levante, “La Segesta Tigulliorum regina della gola con tataki, coniglio, olio e quadrotti”. (Il Giornale) @ “Il mio giro d’Italia? In trattore”. Su QN è da leggere anche la storia di Marco Beretta, il titolare di un’azienda agricola in provincia di Milano che questa domenica partirà da Pessano per compiere un lungo viaggio attraverso l’Italia a bordo del suo trattore. L’itinerario, che durerà circa 2 mesi, prevede 60 tappe lunghe tra 30 e 80 chilometri attraverso 15 regioni e su strade secondarie.

Ho capito bene?

Immaginate un uomo che galleggia in una vasca piena di peperoncini. Una visione forse un po’onirica, ma decisamente reale. Accade a Ningxiang, metropoli della Cina centrale, dove esiste una gara - molto attesa in tutto il Paese - con sfidanti immersi in una vasca di acqua e peperoncini di vario tipo (molti Tabasco e altre varietà più leggere ndr) con 60 secondi a disposizione per mangiarne quanti più possibili. Il detentore dell’ultimo record è riuscito a deglutirne 50, tra ovazioni e lacrime (ma non di gioia). (La Stampa)

L'assaggio

All’Osteria della Brughiera (via Brughiera, 49 • tel. 035 638008) di Villa d’Almè (BG). Un vero ristorante italiano, con sale accoglienti e un bel giardino dove si cena d’estate. La cucina è firmata da Stefano Arrigoni e ricca di felici contaminazioni, con piatti che vanno dallo spiedino di totanini in tempura con brodo di ceci e guacamole ai cappelletti alla bourguignonne; dai testatoli di Pontremoli al pesto di rapa rossa e basilico con latticello e fave di tonda al rombo sulla brace ai due gazpacho con riduzione di limone e coste alla brace. Su ilGolosario.it la sosta di Paolo Massobrio.

Il Vino

Lo Spumante Metodo Classico Rosè Brut Dedicato di Cascina Galarin (tel. 0141 878586) di Castagnole delle Lanze (AT). Da uve nebbiolo e pinot nero ha perlage fine, colore rosa buccia di cipolla, profumi di ribes rosso e nero, sentori di fragoline di bosco, note del prugna e ciliegia, sorso di grande carattere, bella nota sapida e lunghissima persistenza.