La Notizia

Se non tuteliamo le nostre olive, sono a rischio 100 mila posti di lavoro. E’ l’ultimo allarme lanciato da Coldiretti, che domani porterà in piazza a Roma 5 mila coltivatori per risvegliare l’attenzione del governo e del Parlamento sulla crisi dell’oro verde italiano, già messo in ginocchio dal maltempo e dalla malattia delle piante e minacciato dall’avanzata dalle produzioni della Grecia, del Marocco e della Turchia. In attesa di una presa di posizione da parte delle istituzioni, alla manifestazione di domani parteciperanno l’Associazione Frantoi di Puglia, Cia, Confagricoltura, Confcooperative, Copagri, Italia olivicola, Legacoop, Unaprol e l’Uci. Anche per reclamare più tutele sulle frodi e sui cartelli “che costringono ad abbassare i prezzi dell’olio extravergine di oliva, uno dei prodotti di punta del made in Italy”. (Libero e La Stampa) @ Ma tra le brutte notizie sull’olio ne arriva una, positiva, dalla provincia di Pistoia, dove 831 ulivi secolari sono stati affidati in concessione per 3 anni ai cittadini. “Un modo per riscoprire le tradizioni agricole e al contempo fare cultura” spiegano sulle pagine del Corriere alcuni dei “tutori” di queste piante. @ Dalla crisi dell’olio a quella del latte. Nei giorni in cui a Roma approda la protesta degli olivicoltori, anche i pastori sardi si schierano a Montecitorio per far sentire la propria voce. Dopo giorni di proteste drammatiche, a scaldare gli animi è stato il gesto con cui il ministro dell’interno Matteo Salvini avrebbe sfilato di mano al premier Conte l’intento di convocare un incontro di filiera il prossimo 21 febbraio e promesso “Una soluzione in 48 ore”. Un’iniziativa che non è piaciuta particolarmente agli allevatori, soprattutto in vista delle elezioni regionali sarde del prossimo 24 febbraio. E il loro coro resta unanime: “Siamo venuti a Roma per farci sentire da tutti i partiti - spiega il pastore Battista Cualbu, presidente regionale di Coldiretti - davanti a questo non ci deve essere campagna elettorale”. (La Stampa)

Consumatore in evoluzione e le rivoluzioni nel mondo del cibo

Oggi il consumatore vuole avere tutto e subito e per i piccoli imprenditori il modo migliore per rispondere alle richieste innovare puntando sul digitale. Lo spiega su Italia Oggi Eugenio Puddu di Deloitte. @ Quali sono le innovazioni tecnologiche che cambieranno il mondo del cibo? Blockchain, agricoltura di precisione, smaltimento degli imballaggi, Internet of things e software che individuano i batteri nocivi. A dirlo le previsioni Ibm su La Stampa. @ Il prezzo di un caffè a Milano oscilla tra 0,9 e 1,8 euro, comunque al di sotto della media europea (2,06 euro). Però, lamentano dalla Fipe, è fermo da anni e ogni minimo ritocco scatena proteste. (Corriere della Sera) @ A 30 anni è già nel Gotha europeo del buon cibo. Su La Stampa l’intervista a Giovanni Rastrelli, classe 1990, scelto per guidare Edit e inserito nella lista dei 30 manager da tenere d’occhio secondo Forbes. @ Come scegliere il dolclficante giusto? Sarà uno dei servizi di Live, il nuovo periodico in uscita domani con Stampa, Repubblica e gli altri quotidiani del Gruppo Gedi.

La qualità dei borghi e il primato delle arachidi

“Milano fa la cannibale, ma la qualità sta nei borghi”. Su Avvenire di oggi Paolo Massobrio riflette su una serie di notizie contrastanti che da un lato lamentano la chiusura di un cospicuo numero di ristoranti e dall’altro annunciano un certo dinamismo nello stesso settore. Secondo Massobrio, lo stile italiano del mangiare e del bere sta conquistando i millennials, spesso però a scapito delle cento, mille città e borghi d’arte del nostro Paese costretti a soccombere al cannibalismo ristorativo delle grandi città. Ma c’è un fattore capace di sopravviene a crisi, flussi dei viaggi e chiusure perenni: la qualità. @ E di qualità sa qualcosa anche la famiglia Auriemma, titolare dell’azienda La Cenerentola, che a Somma Vesuviana (NA) ha stabilito un nuovo primato nel mondo della frutta secca, dando avvio alla prima filiera italiana organizzata delle arachidi. La loro storia è protagonista nell’affondo di Renata Cantamessa sulle pagine di FruitBook Magazine.

L'assaggio

Da Finest Wine Room (via IV Giugno, 13 • tel. 349 3240339) di Magenta (MI). Un bistrot di nuova generazione creatura di Marika Prina, chef talentuosa e dall’animo artistico che propone una cucina memorabile. In tavola ecco proposte come il Roomen (petto di pollo marinato alla soia e miele, brodo vegetale, friggitello, alghe wakame e uovo CBT), il Salmo (passatina di ceci, salmone confit, olio al rosmarino e guanciale), il Lombatina (lombata di maiale, insalatina di finocchi, arancia, olive e liquirizia). Su ilGolosario.it la sosta di Marco Gatti.

Il Vino

Uno degli assaggi più interessanti di questa prima tornata delle anteprime toscane: il Costa Toscana Rosso “Nambrot” 2016 prodotto dalla Tenuta di Ghizzano, capace di unire il calore del sorso all’interessante nota verde, grazie al piacevole connubio tra petit verdot, merlot e cabernet. E’ uno degli assaggi che abbiamo raccontato a questo link.