La Notizia

Bastoncini di pesce con meno pesce, biscotti con meno burro, gelato con olio di palma e yogurt alla frutta senza (o con meno) frutta. Sono solo alcuni dei prodotti venduti nei Paesi ex sovietici dalle multinazionali del cibo, considerati “di serie B” rispetto agli omologhi in commercio nel resto d’Europa. Una situazione che ha messo in cattiva luce Bruxelles, proprio in quegli stati dove il tasso di euroscetticismo è già ai massimi livelli, spingendo la Commissione Europea a correre ai ripari promuovendo leggi più severe per rendere questa prassi illegale. L’approfondimento di Marco Bresolin su La Stampa di oggi. @ Intanto, due prodotti trascinano il Brasile dell’agroalimentare: da un lato l’acqua di cocco, che da quando viene messa in brick e spedita in tutto il mondo ha visto le sue vendite decollare, al punto che le palme nane hanno soppiantato quelle tradizionali. (Italia Oggi). Dall’altro il caffè che ha aumentato la sua produzione del +30%, favorito dal giusto ammontare di piogge e da buone temperature. (Il Fatto Quotidiano) @ I lavoretti non sono un lavoro; sconfitti i fattorini del cibo. Su Repubblica di oggi Federica Cravero riaccende i riflettori sulle condizioni di lavoro dei fattorini impiegati nelle consegne a domicilio e riporta un caso che ha coinvolto Foodora. La Procura di Torino ha infatti respinto il ricorso di sei corrieri allontanati dalla multinazionale considerandoli come “lavoratori autonomi e non dipendenti”.

Il Vino dei romani e l'uva lasciata libera

Dai Romani a Cavour, la storia del vino è una meraviglia. A dirlo è lo storico televisivo Alberto Angela che intervistato su Repubblica racconta uno dei tesori che hanno reso grande l’Italia. Con molte curiosità: “Nell’antichità per trasportarlo veniva usata l’anfora vinaria tra i simboli più belli dell’archeologia”. @ Il segreto dell’uva è lasciarla libera. Lo spiega su Repubblica il vignaiolo Emidio Pepe che ha portato i suoi vini dall’Abruzzo a New York. @ Campioni dello sport e vino. Sul Mattino di Padova l’intervista all’ex campione di serie A ed ex allenatore Nevio Scala che oggi produce vini biologici a Lozzo Atestino.

Passione bergamotto, Frutta in Campo e peccati di gola

Tutti pazzi per il bergamotto. Utilizzato da sempre per il suo profumo, questo agrume è diventato una vera e propria tendenza, anche grazie alla sua polpa ricca di antiossidanti. L’affondo di Marco Belpoliti su Repubblica. @ E in tema di frutti, Su Libero Eleonora Ravagli annuncia l’iniziativa dell’azienda agricola “Frutta in Campo”, che da maggio offrirà a famiglie e bambini di Milano la possibilità di entrare nel suo frutteto per scegliere (e raccogliere) frutta direttamente dagli alberi. @ “Essere ghiotti non è un male, anzi: aiuta a scegliere cibo di qualità”. Davide Oldani sul Giornale racconta a Stefania Vitulli il suo punto di vista sul più godurioso dei peccati: la gola. “Il vero peccato - spiega lo chef - è mangiare senza capire il cibo, ovvero abbuffarsi. Ma anche seguire diete non corrette”. Intanto, sul tema, da domani sarà in edicola con ilGiornale il quinto dei sette volumi dedicati ai vizi capitali, intitolato “Gola. La passione dell’ingordigia” e curato dalla filosofa Francesca Rigotti. @ “Sono solo un oste, la tv la lascio ai fighetti”. Su La Verità è da leggere l’intervista di Antonello Piroso al cuoco Filippo La Mantia, che si ribella al dilagare dei programmi di cucina e - senza mezzi termini - confida: “Chef è una parola sputtanata, tutti vogliono sentirsi delle star. Abbiamo 28.000 posti vacanti in sala, con paga di 1.300 euro al mese. Sporcarsi le mani o fare il cameriere è ritenuto disdicevole”.

Rubriche

Su la Stampa di oggi Paolo Massobrio presenta i vini della cantina Cantarutti Alfieri di San Giovanni al Natisone (UD). @ Sulla stessa pagina “Doctor Chef” Federico Francesco Ferrero spiega come nelle cucine dei ristoranti si cucini sempre meno: “Avete mai mangiato uno zucchino cucinato al momento, un pesce pescato e buttato nel forno o una cicoria mondata e subito bollita? Non credo. Se no avreste iniziato da tempo a boicottare i ristoranti che inondate di like: catene di montaggio della decorazione, nemici del sapore”. @ Rocco Moliterni intervista Luca Tartaglia, chef del ristorante Zanze XVI di Venezia, che a proposito della sua esperienza in Laguna spiega come la massiccia presenza di turisti porti spesso la ristorazione a privilegiare la quantità piuttosto che la qualità. @ Altra sosta per Edoardo Raspelli, che questa settimana recensisce i piatti della Locanda del Benàco di Salò (BS) con voto finale: 15/20. @ Auguri al Camp di Cent Pertigh, il ristorante aperto nel 1998 in un maniero abbandonato vicino a Carate che negli anni è diventato un simbolo della cucina brianzola. Su Il Giorno ll’affondo di Paolo Galliani, che ripercorre vent’anni di storia con la titolare Lorella Damiani.

L'assaggio

Al Chiostro Cennini (c.so Giuseppe Garibaldi, 69 - tel. 393 9674427) di Sarteano (SI). In un antico chiostro oggi sorge questo ristorante interessante in cui è possibile prendere un aperitivo intrattenendosi con un po’ di musica o gustare una buona cena. Tra i piatti da provare la millefoglie di patate al timo e asparagi con cipollati caramellati e riduzione di Vinsanto, i lici al ragù bianco di cervo, la ribollita toscana alla vecchia maniera o il filetto di maiale in porchetta con crosta di nocciole e salsa di scalogne con tortino di bietole. Su ilGolosario la sosta di Francesca Brugna.

Il Vino

Il Terzavia Metodo Classico di Marco De Bartoli (tel.0923 962093) di Marsala (TP). Da uve Grillo in purezza (vendemmia 2013, tiraggio 2014 e sboccatura 2016) ha perlage finissimo e persistente, naso agrumato, con profumi di fiori di zagara, cedro, bergamotto, sentori di datteri e fichi secchi, sorso pieno, di grande carattere, con buona freschezza e affascinante nota minerale, sapidità e persistenza.