La Notizia

Sempre meno pesce, e sempre più sbagliato, nel carrello degli italiani. Lo fa sapere l’Ismea, secondo cui lo scorso anno sono diminuiti gli acquisti di pesce fresco (-2,7%) e surgelato, con buone performance solo per i prodotti preparati (tipo bastoncini), acquistati prevalentemente in ipermercati e discount. Una situazione preoccupante se si considera il ruolo centrale dell’Italia per il Mediterraneo, dove però non mancano le eccezioni, con il boom di prodotti ad alto contenuto di servizio o particolarmente “in voga”, come nel caso di salmone, orate, merluzzi e pesce spada. Ne parla su Repubblica Cristina Nadotti, spiegando però che pesci come alici e triglie, in realtà, sarebbero preferibili non solo dal punto di vista economico ma anche ambientale. @ In Trentino vanno in scena le notti dei falò per salvare i raccolti dal gelo. Intere famiglie di contadini vegliano i campi della Val di Non per non far spegnere le fiamme. Colpa dell’insolito freddo, che minaccia ettari di vigneti e alberi da frutto. (Repubblica) @ “Basta aver paura dei falsi, l’eccellenza restiamo noi”. Il presidente delle Cantine Ferrari, Matteo Lunelli, su Avvenire spiega come l’agroalimentare italiano stia vivendo un momento di straordinarie opportunità nel mondo grazie alla sua cucina. Ma per coglierle pienamente “Occorre muoversi sfruttando le potenziali sinergie tra territori e anche tra settori”. @ E in tema di vino, su QN è da leggere la storia di Sergio Navacchia, il patron della cantina Tre Monti che nella terra del Sangiovese conduce con i figli Vittorio e David l’azienda che produce uve biologiche nel segno della tradizione. @ Zampe di rana, stinco di pecora e uovo di pavoncello. Sono alcuni dei piatti ispirati alla cucina di Leonardo Da Vinci preparati da dieci chef nell’ambito di “I Piatti di Leonardo”, l’evento andato in scena ieri a Palazzo Bovara di Milano e inserito nel palinsesto di Milano Food City. L’approfondimento di Marina Forte su Libero Milano. @ Non c’è pace per i macellai, sempre più spesso vittime della furia vegana. L’ultimo caso a Parigi, nella bottega di Steevens Kissouna, al centro di un blitz di “antispecisti” che ha aggredito l’uomo dopo avergli versato addosso una vernice rossa simile al sangue. “Ho paura, non siamo assassini - racconta Kissouna su La Stampa - Ringrazio i miei colleghi per avermi aiutato. Siamo riusciti a metterli in fuga”.

I 30 anni del Banco Alimentare

Auguri al Banco Alimentare. L’opera di carità che raccoglie le eccedenze ristoranti, aziende o supermercati e le dona ai poveri festeggia i suoi primi trent’anni. Nata da un’idea di Don Giussani, nel 2018 ha aiutato oltre 7mila strutture e quest’anno celebrerà l’importante traguardo con una serie di iniziative che fino a settembre coinvolgeranno località, piazze, magazzini e teatri. Renato Farina su Libero. @ Ma un omaggio al Banco Alimentare arriva anche da Paolo Massobrio, che su Avvenire di oggi rilancia gli appuntamenti in programma per l'anniversario e racconta i motivi del suo successo, definendola “Un’opera nata non da un programma politico, ma da un eccesso di gratitudine. Un esempio che la politica può solo guardare, imparando che la sussidiarietà è il cuore della sua stessa azione, che è differente dall’appropriarsi di qualcosa che nasce da gente commossa. Come i volontari del Banco: commossi e padroni di nulla”.

L'assaggio

Al ristorante Angolo16 (tel. 011 2478470) di Torino. Negli spazi dell’ ex Rural un nuovo locale con arredi e atmosfera rimasti pressoché invariati ma con una nuova idea di cucina, che celebra la tradizione ligure con incursioni di quella piemontese. Provate allora le capesante scottate su crema di patate viola o le acciughe alla ligure con maionese alla curcuma, ma anche le trofei al pesto avvantaggiate, la frittura di calamari o gamberi e acciughe. La sosta raccontata su ilGolosario.it da Silvana Delfuoco. 

Il Vino

Il Venezia Giulia Bianco Slatnik 2011 di Radikon Wines (tel. 0481 32804) di Oslavia (GO). Da uve chardonnay e friulano di viti di 25 anni coltivate in biodinamica su terreno argilloso costituito dalla ponca, è un “orange wine” che nel bicchiere si presenta di un colore che ricorda la buccia di arancia, mentre al naso conquista con i suoi profumi di albicocca, cedro candito, scorze di agrumi, frutta tropicale - in particolare ananas e mango - ma anche con le sue note speziate. In bocca mostra armonia,  freschezza, finale infinito.