La notizia

Bassano apre le porte al gusto di Golosaria. Con questo titolo ieri quattro quotidiani veneti (La Tribuna di Treviso, Il Mattino di Padova, Il Corriere delle Alpi e La Nuova di Venezia e Mestre) hanno lanciato in uno speciale su due pagine la rassegna che domani aprirà a Bassano del Grappa. Ieri la notizia è uscita anche sulla prima pagina del Corriere del Veneto, mentre oggi è la volta del Giornale di Vicenza, con un’intervista a Paolo Massobrio e del Gazzettino di Venezia con un approfondimento. Domani l’apertura a Villa Giusti del Giardino alle ore 11.00 con gli ottanta produttori di cose buone e cantine selezionati da Il Golosario fra cui la clamorosa presenza delle 12 cantine di Durello brut. Nella giornata di domani alle 11.30 il grande incontro d’apertura con i protagonisti dell’innovazione veneta, quindi alle 16 il dialogo fra Motoko Iwasaki, Paolo Massobrio e con Gianni Rigoni Stern che racconterà il suo Altopiano, quindi alle 18 lo showcooking Nozze d’orzo con Giovanna Wale per arrivare all’appuntamento delle 19 con un eccezionale focus sulle cantine del Lessini Durello. Chiusura alle 21 con la possibilità di cenare nelle postazioni di cibo di strada (sono quattro: la Food Boutique di Alessio Bottin, la magnifica confraternita dei Ristoratori De.Co., Bamburger, Benny’s pizza, accompagnati dalle birre del Birrificio Legnano). La domenica apertura sempre alle 10 e primo appuntamento alle 10.30 dedicato ai paesaggi straordinari sulla Pedemontana veneta. Quindi alle 14,30 dolci e distillati secondo lo chef Riccardo Antoniolo del ristorante Ottocento Simply Food. Alle 16 la storia della rivoluzione alimentare attivata dalle farine Petra del Molino Quaglia, in un confronto tra pizzerie, street food, pasticcerie e panetterie. Poi alle 17,30 Quinoa in action con Alessio Bottin fino all’ultimo appuntamento delle 18 con le carni interpretate da Giorgio Damini di Arzignano. Sul sito www.golosaria. it gli aggiornamenti, le info utili per l’ingresso e l’elenco completo degli espositori descritti uno ad uno.

La birra su bici e le difficoltà del vino online

La birra diventa itinerante e ecologica salendo sulla bicicletta. L’idea è di tre giovani milanesi che hanno fondato il Pico Brew, un microbirrificio artigianale (anzi un picobirrificio perchè ancora più piccolo di un micro) e hanno deciso di distribuire come itineranti la loro birra, sfruttando una bici da lavoro (ma sono già diventate tre). (Qn) @ Dai mestieri itineranti nuovi a quelli più antichi. Sulla Stampa la storia degli acciugai della Val Maira che domenica si riuniscono a Dronero (Cn) @ Su Panorama di ieri la storia del Birrificio Antoniano di Villafranca (Padova), nostra presenza storica sul Golosario, esempio di birrificio agricolo (coltivano orzo e luppolo) capace di conquistare i mercati europei. @ Il vino on line invece soffre ancora di una certa diffidenza del pubblico: nonostante gli investimenti delle aziende, l’e commerce non decolla. Su 44milioni di ettolitri prodotti l’anno le vendite on line coprono solo lo 0,2% del mercato. @ Dagli operai degli anni Cinquanta ai designer di oggi. Il Bar Basso di Milano è ancora un cult per tutte le generazioni curiose di assaggiare cocktail mitici come il “Negroni sbagliato”. Lo racconta su QN di giovedì Paolo Galliani. @ Si fa sempre più acceso il dibattito sul vegetarianesimo che ad oggi, secondo l’ultima indagine Eurispes, riguarderebbe l’8% della popolazione, circa 5 milioni di persone. In flessione invece i consumi di carne: - 9% nel 2015 secondo i dati Coldiretti. Lo scrive Emanuele Coen su l’Espresso.

Mondo eco-friendly, cottura geotermica e il derby agroalimentare di Firenze

6mila mozzarelle di bufala conservate in maniera non idonea e destinate a ristoranti e pizzerie di Milano e provincia. E’ il bilancio del sequestro effettuato la scorsa notte all’Ortomercato dalla polizia locale, che ha applicato i sigilli anche a 200 ricotte, 60 burrate, 50 provole affumicate e 650 chili di latticini vari, per un valore complessivo di 100mila euro. (QN) @ Il mondo si avvia verso una svolta green? E’ ancora presto per dirlo, ma le suggestioni di un mondo eco-firendly si moltiplicano. Soltanto nel 2015, gli investimenti in energia rinnovabile hanno raggiunto i 286miliardi di dollari, e questo nonostante il crollo dei prezzi dei combustibili fossili. Tra i dati più interessanti, il fatto che ad investire di più in “centrali verdi” siano stati i Paesi in via di sviluppo, con il risultato che oggi quasi un quarto della capacità elettrica installata fa a meno dei combustibili fossili. Indicativi i casi del Portogallo, che dal 7 all’11 maggio non ha emesso un solo grammo di CO2 (100% di elettricità da fonti rinnovabili) e della Germania, che negli stessi giorni si è avvicinata ai risultati del Portogallo arrivando al 90% di elettricità da rinnovabili. E l’Italia? Nonostante i buoni risultati del 2015, nei primi tre mesi del 2016 la quota di energia alternativa è scesa del 7% rispetto all’anno precedente. (La Repubblica) @ Cucinare con calma sotto terra è possibile. E’ il principio della cottura geotermica, la nuova frontiera della cucina che si sta diffondendo in tutte le “aree attive” del Pianeta, Italia compresa: là dove esistono vulcani, solfatare e fumarole, i ristoratori si inventano tecniche che preservano il sapore e le proprietà dei cibi. Dal coniglio sotto sabbia di Ischia alla pizza lievitata e poi cotta nel tufo di Napoli, dall’uovo termale di Abano al pane lavico (nero, di segale) made in Islanda. Ne parlano sul Corriere della Sera Elena Bauer e Giovanni Caprara, che presentano anche “In North, The new nordic cuisine of Iceland”, il volume in cui lo chef Karl Gislason racconta le tradizioni (e rivisitazioni) della gastronomia islandese. @ "La purezza un valore da ricercare anche a tavola, attraverso ingredienti senza additivi, pane fatto con lievito madre, farine macinate a pietra e prodotti da coltivazione biologica". A scriverlo è Gianfranco Vissani oggi sul Corriere della Sera. @ Chef Picchi scende in campo contro Farinetti. Succede a Firenze, al quartiere Sant’Ambrogio, dove il noto Fabio Picchi subentrerà alla cooperativa ortofrutticola Legnaia, assumendone i 4 dipendenti e aprendo nei locali un nuovo supermercato di qualità. “Il design del nuovo punto vendita - annuncia lo chef - sarà ispirato agli anni ’50, con l’agroalimentare del territorio sugli scaffali e tre banchi di prodotti freschi”. Un locale che però si porrebbe in competizione con Eataly, in città dal 2013. (Italia Oggi) @ “Petrini vuole sfamare il mondo con i peperoni”. Così, su Panorama, Andrea Marcenaro racconta come il neoambasciatore Fao “Per la Fame Zero” Carlo Petrini, sia insorto contro gli chef in televisione e a favore degli ortaggi a chilometro zero. “La vera vergogna per me? - ha confidato il fondatore di Slow Food - Che ci sia ancora chi muore di fame (…) Trovo assurda questa spettacolarizzazione della cucina, in un momento in cui dovremmo ragionare di altre questioni”. Ma sottolineando come nel 2015 70 Paesi in via di sviluppo siano usciti dalla denutrizione grazie all’agricoltura intensiva e “A quegli organismi geneticamente modificati che, solo a nominarglieli, Carlin sviene”, Marcenaro conclude: “Anch’egli (Petrini n.d.r) capirà prima o poi che sfamare il mondo con il peperone di Asti resta un’impresa titanica. (…) Togliere qualche Cracco dagli schermi? Ineccepibile. Il troppo stroppia. Ma se ne faccia una ragione, l’ambasciatore: con la fame nel mondo, non c’entra un tubo”. (Panorama)

Rubriche & Appuntamenti

Su La Stampa di ieri Paolo Massobrio descrive i vini della cantina di Salvatore Ferrandes, che a Pantelleria produce un passito “Che è come un giardino”. @ Sulla stessa pagina Federico Francesco Ferrero racconta della panissa di “mamma” Velis, che a Gabiano “Alle dodici e trenta in punto, affonda il mestolo nel pentolone e serve”. @ Poi l’intervista di Rocco Moliterni a Mauricio Zillo, chef brasiliano dell’A Mere di Parigi, che a proposito della sua cucina confida: “In Italia non sarei mai riuscito ad aprire il mio ristorante come ho fatto a Parigi. Qui ho portato in banca il mio curriculum, l’hanno letto con attenzione e mi hanno dato fiducia”. @ Edoardo Raspelli recensisce i piatti dell’Osteria dell’Oca Bianca di Cavaglià (Biella), con voto finale: 14,5/20. @ Su Panorama Bruno Vespa celebra i vini della cantina Ritterhof di Caldaro. @ Su La Stampa di oggi Paolo Pejrone parla invece della menta romana e scrive: “Ne basta una ‘spruzzata’ per allontanare dal giardino le zanzare. Ma anche lavanda e rosmarino possono alleviare il tormento in arrivo”. @ Sul Corriere della Sera Luciano Ferraro racconta la storia di Luca Sanjust, lo storico dell’arte diventato vignaiolo e reso celebre dal Galatrona di Petrolo, un merlot “potente come un brano di Jimi Hendrix” che compie vent’anni. @ Gianni e Paola Mura sul Venerdì di Repubblica recensiscono i piatti dell’Osteria del Capo di Padova e da bere consigliano il Familia 2014 prodotto a Perfugas (Sassari) da Deperu Holler, mentre su Espresso Enzo e Paolo Vizzari descrivono i piatti del ristorante di Enrico Bartolini al Mudec di Milano e per Altre Tavole segnalano il Da Burde di Firenze e lo Ziqù - Hotel Villa Marina di Capri. @ Consigli Alimentari, infine, per Caterina e Giorgio Calabrese, che su Sette parlano dei valori nutrizionali della carne di pollo. “Un alimento rifugio sempre più di moda - scrivono - E anche se ‘non è intelligente” è più salutare”.

L'assaggio

E’ alla Stube Gourmet (c.so IV Novembre, 65/67 - tel. 0424462659) di Asiago (Vi). All’interno dell’Hotel Europa si fa largo questo locale raccolto e accogliente, capitanato dal talentuoso Alessio Longhini. Oltre ai due menu degustazione (Memorie Territoriali e Luugar), tra i piatti alla carta sono da provare: foie gras con cavolfiore, noci macadamia, pistacchi tostati e salsa al Porto, ravioli alla rapa rossa, formaggio Mezzano, aglio orsino, mirtillo nero e radice di prezzemolo, faraona con tarassaco, noci pecan e insalata croccante e l’immancabile piccione con radicchio, more, cipolle di Tropea e nocciole. Su ilGolosario.it la sosta di Paolo Massobrio.

Il Vino

E’ il Terzavia Metodo Classico di De Bartoli (tel. 0923 96209) di Marsala (TP). Da uve Grillo in purezza, da vino che affina per il 50% in acciaio, e per il restante 50% in barrique e tonneau, ha colore oro antico, naso elegante con note di fiori bianchi, agrumi, alghe e spezie, in bocca è secco e di grande sapidità, buona persistenza.