Le anagrafiche
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Si risolve in una polemica di mezza estate, la minacciata tempesta sui prodotti agroalimentari italiani scatenata da una presunta imposizione di etichette allarmistiche da parte dell’Onu, simili a quelle adottate per le sigarette. Dopo una giornata di infuocate dichiarazioni bipartisan sulla necessità di alzare barricate in difesa di formaggi e prosciutti made in Italy, in serata dall’Oms arriva una precisazione: il 27 settembre la riunione sulle malattie non trasmissibili si concluderà con una dichiarazione politica, da adottare per consenso. Non ci sarà nessuna risoluzione e nessun voto. Tanto rumore per nulla (almeno per ora). @ Grazie alle arance occhi più sani. A dirlo una ricerca dell’Università di Sidney che fa sapere: aiutano a ridurre il rischio di degenerazione maculare. @ Il Savini si rinnova giuardano alle nuove tendenze e alla miscelazione, ma senza perdere la sua identità. Su IlGiornale uno spaccato sulla storia di questo storico ristorante in Galleria a Milano che ancora conserva il mitico tavolo nr 7 dove la Callas incontrava Onassis. @ La frutta soprattutto in estate diventa protagonista dei piatti dei grandi chef e non solo nei dessert. Rocco Moliterni sulla Stampa fotografa un’evoluzione dei menu che riscopre le mille possibilità offerte da angurie, pesche, fragole, mele e lamponi: dall’anguria e polpo arrostiti di Berton al foie gras con le fragole di Enrico Crippa. @ Rosalba Graglia intervista Enrico Costanza coltivatore di verdure rare per Crippa e segnala l’apertura sui tetti di Parigi della più grande fattoria urbana al mondo. Si chiamerà Mushroof e produrrà 50 tonnellate di frutta e verdura.
Sulla Stampa di oggi Paolo Massobrio consiglia il Trentodoc Extra Brut Rosè di Maso Martis e annuncia che sarà il vino Top dei Top di Papillon. Sulle stesse pagine Bruno Vanzan racconta la preparazione del Cosmopolitan, Edoardo Raspelli mangia al Nineteen di Brescia a cui assegna 15,5/20 e Doctor Chef Federico Ferrero se la prende con la difesa del kebab diffuso alle nostre latitudini che nulla ha a che vedere con l’originale polpetta di carne diffusa in Anatolia.
E’ nel nuovo ristorante Olio (piazzale Lavater 1 – tel. 0220520503) di Milano, sosta golosa a due passi da Corso Buenos Aires, per assaggiare carpaccio di gambero viola di Gallipoli con battuta di melanzana alla mentuccia stracciatella limone del Gargano candito e liquirizia, spuma di fave di Carpino cicorietta peperone crusco crema di olive nere di Cerignola e vincotto di fichi e linguina (di Perilli) ai 5 pomodori.
E’ il Krikò Passito di Primitivo delle cantine Paololeo di San Donaci (Br) . Rubino fitto ha naso intenso di prugna, confettura, spezie e liquirizia, mentre al palato è caldo e morbido, non stucchevole e di lunga persistenza.