La notizia

Era il 1993, mio padre mi voleva avvocato, ma io mi sentivo chef. Cominciai a costruire la Francescana (…) e oggi è un trionfo. Dell’italianità e della responsabilità”. Parola di Massimo Bottura, chef patron dell’Osteria Francescana di Modena, che il giorno dopo l’incoronazione del suo ristorante come il migliore del mondo, sul Corriere della Sera racconta a Massimo Gaggi i suoi esordi. @ Ma della vittoria di chef Bottura parlano tutti i giornali di oggi. A partire da La Stampa, dove Federico Francesco Ferrero ricorda quando nel 1998, seduto al tavolo della Francescana, chiese di parlare con il cuoco e disse: “Forse non diventerò mai un grande medico, ma Lei sarà uno dei più grandi chef del mondo”. E aggiunge: “Questo risultato non sarebbe stato conseguito se l’Osteria non si fosse dotata di una squadra dove lavorano cuochi giovani e talentuosi (…) E se Giuseppe Palmieri non avesse dedicato un pezzo della sua vita alla selezione dei vini della grande cantina, guidando con sicurezza la folta brigata dei camerieri”. @ Sul Giornale Andrea Cuomo rivendica la cucina italiana come la migliore del mondo: “La chiusura di un cerchio. Meglio, di un tortellino - scrive - Il trionfo della ieratico Bottura ci inorgoglisce come italiani e come buongustai. Perché dopo anni di nordici licheni tumulati sui piatti e di alambicchi inevitabilmente baschi, vedere sul tetto del mondo gastronomico chi ha nella sua memoria rigida fette di parmigiano e mortadella non può che darci gioia”. @ Su QN Edoardo Raspelli, oltre a dirsi felice per questo riconoscimento che premia anche il tricolore, racconta un aneddoto che lo lega a Bottura: “Mi ricordo bene quando ci sentimmo al telefono qualche anno fa - scrive - con Massimo rattristato per le continue critiche che gli arrivavano da Striscia La Notizia. (…) In quell’occasione gli dissi che si trattava comunque di pareri personali, e non di aritmetica, consigliando di tenerli in considerazione per migliorarsi, rettificare e stare sereno”. @ Su Libero Carlo Cambi sottolinea come questo successo “Sia la conferma che finalmente si torna a valutare la cucina per quello che dev’essere: rispetto delle materie prime, identità e nutrimento. Basta con i cuochi d’artificio. E basta anche con gli chef star”, mentre su Repubblica, Licia Granello racconta la storia professionale di Bottura attraverso un parallelismo calcistico: “Proprio come il calcio, la cucina attinge alle fasce popolari per trovare e crescere i suoi nuovi campioni. Poi ci sono quelli che lo fanno per vocazione, mentre ben altro sarebbe il futuro disegnato dai genitori. (…) E Bottura è uno di questi. Esattamente come Gianluca Vialli e Gerard Piqué, cresciuti pranzando con i gomiti incollati al corpo e invece rapiti dal dio del pallone”. Sulla stessa pagina anche il commento di Enzo Vizzari, che della Francescana dice: “E’ un simbolo dell’Italia intelligente, che accoglie e si trasforma, quella che all’estero, malgrado tutto, continuano ad ammirare”. @ Ma su Avvenire di oggi anche Paolo Massobrio trae spunto dal successo di Massimo Bottura per parlare dei segreti della rivincita della cucina italiana. “Undici anni fa - scrive - alla prima edizione di Golosaria a Milano, Carlo Cracco, Davide Scabin e Massimo Bottura interpellati dal sottoscritto sulla via italiana della cucina risposero che mancava poco, ma ci sarebbero arrivati” E questa classifica, discutibile come tutte, manda un segnale, ma segna anche una sorta di discriminazione generazionale e non prende in considerazione i cuochi divi della Tivù. Nel commento su IlGolosario.it dice invece che è assurdo nel leggere un solo commento del mondo della politica. segno dell’ennesimo scollamento con la società. In Francia Hollande si sarebbe già fatto sentire.

Riso anti-zanzare, vigne del futuro e orti urbani

La coltivazione in asciutta del riso, prevedendo la riduzione degli allagamenti, è un valido aiuto nella lotta contro le zanzare. "Il metodo - scrive La Stampa di oggi - è ormai ampiamente diffuso nel Casalese". @ Fiasconaro e il sogno di produrre panettoni con ingredienti al 100% siciliani entro cinque anni. Su Italia Oggi Nicola Fiasconaro spiega il suo progetto futuro e spiega che non è facile approvvigionarsi sull’isola e per alcuni ingredienti, come l’uva sultanina, è stato necessario fare impianti sperimentali. Precedentemente, come scritto da Paolo Massobrio su Avvenire, Fiasconaro aveva anche segnalato gli ostacoli burocratici alla costruzione di un nuovo stabilimento nelle Madonie @ A Colmar sulle colline dell’Alsazia si stanno sperimentando i vitigni del futuro, che dovranno rimpiazzare quelli storici della Champagne. Il progetto dell’Istituto nazionale di ricerca agronomica punta a individuare vitigni più resistenti a cambiamenti climatici e malattie. (Italia Oggi) @ Aiuti agli allevatori per ridurre la produzione del latte e arginare così la caduta dei prezzi. Germania, Polonia e Francia trovano l’accordo a cui si allinea anche l’Italia che aveva lanciato l’idea. La Commissione però frena. (Italia Oggi) @ Milano sempre più green. Per risparmiare, controllare il proprio cibo e ritrovare il contatto con la terra, un numero crescente di cittadini chiede di poter coltivare un orto in città. E a fronte di questa richiesta aumenteranno anche gli spazi messi a disposizione, grazie a una convenzione con il Comune che permetterà anche ai privati di mettere a disposizione i loro terreno coltivabili non utilizzati. Un contesto in cui fa largo la figura del giardiniere condotto, istituita dall’Amministrazione per assistere chi si vuole occupare del verde pubblico. (Corriere della Sera) @ Nessun rischio tumore con il caffè. A stabilirlo l’Organizzazione mondiale della Sanità, che ha assolto la tazzina dalle accuse che lo vedevano come potenzialmente cancerogeno. Il parere degli esperti sarà presentato oggi. (QN)

Appuntamenti

Tutto pronto a Rocchetta Tanaro, per “Ritornerai”, l’ evento coordinato da Franco Fasano che giovedì 23 e venerdì 24 giugno chiamerà a raccolta 60 artisti italiani per ricordare Bruno Lauzi, il cantautore e poeta che proprio a Rocchetta stabilì il suo buen retiro, dove iniziò a produrre Barbera insieme con la moglie Giovanna, sotto la suggestione di Giacomo Bologna. Un evento unico ed emozionante, cui prenderanno parte nomi del calibro di Gino Paoli, Paolo Conte, Pippo Baudo e Iva Zanicchi, ma anche compositori come Lavezzi, Oscar Prudente, Vince Tempera e Ghielmetti. Su Italia Oggi lo annuncia Paolo Massobrio, che aggiunge: “Ci saranno i suoi ragazzi. E soprattutto ci sarà lui, che vedrà questo spettacolo: il bello della canzone, il gusto della Barbera e l’umanità varia che ancora si incontra nel nome di un geniale grande piccolo grande uomo”.

Fuori dalla Tavola

Tutti i cani discendono dal lupo. A confermarlo alcuni biologi e archeologi inglesi, irlandesi e francesi che in squadra hanno realizzato uno studio genetico sui cani e i loro antenati, pubblicato sulla rivista Science, in cui si dimostra come il cane sia rinato ma in due luoghi differenti. E questo perché 15 mila di anni fa le popolazioni di lupi sono state addomesticate contemporaneamente nell’Eurasia dell’Est e dell’ ovest. Inoltre, una parte dei cani dell’Asia hanno guadagnato, al di là delle migrazioni dell’uomo, anche l’Ovest dell’Eurasia nella IV e V era millenaria, mescolandosi con i cani “locali” e regalandoci l’attuale migliore amico dell’uomo. (Italia Oggi)

L'assaggio

E’ al ristorante Bergé (loc. Casa del Ponte, 373 - tel. 0163087041) di Carcoforo (Vc). In un paese incantato ai piedi del Monte Rosa, Maddalena Bacher e Federico Barinotti hanno ridato vita alle sale di un mitico ristorante: lo Scoiattolo. E hanno vinto la sfida, proponendo in un ambiente riposante e romantico una cucina intrigante e originale al contempo. Tra i piatti da non perdere: il tonno di merluzzo con pistacchi e coulis agrodolce di fragole, i tagliolini alla farina di mais con pianbress, broccoli e patate viola e l’agnello alla moda di Bergé. Su ilGolosario.it la sosta di Paolo Massobrio.

Il Vino

E’ l’Amarone della Valpolicella Classico di Corte Lonardi (tel. 045.7755.154) di Marano di Valpolicella (Vr). Da una piccola realtà di soli sette ettari, Silvia Lonardi ottiene vini di grande classe, come questo Amarone. Rosso granato al naso ha profumi molto intensi con note di marasca , cassis, erbe aromatiche, tabacco, liquirizia e spezie, mentre in bocca ha sorso caldo e morbido, di notevole eleganza ed equilibrio, con finale di lunghissima persistenza.