La Notizia

Via libera alla sanatoria per i migranti. L'accordo annunciato tra martedì e  mercoledì entra nel decreto rilancio e ora potranno essere messi in regola migranti, colf e badanti che lavoravano in nero. I datori di lavoro potranno procedere alla regolarizzazione pagando un forfait di 400 euro e, in cambio, non verranno sanzionati per aver avuto lavoratori irregolari. Inoltre, verrà concesso un permesso di 6 mesi ai lavoratori stranieri con permesso scaduto il 31 ottobre, a patto che abbiano già lavorato. L'intesa è stata sostenuta anche dalla ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, che ha commentato: "Abbiamo garantito la dignità delle persone". (La Stampa) @ Non solo baristi, ma anche impiegati, muratori, guide e commesse. Mentre il Governo ha deciso sui migranti, sono molti gli italiani senza lavoro che si sono messi in fila per diventare braccianti. 12 mila iscritti su 17 mila nel portale di Confagricoltura; 9.500 su 10 mila in quello di Coldiretti e altri 2 mila su 2.500 in quello della Cia. (Repubblica) Solo a Mantova, sono state 500 le persone che hanno risposto al bando indetto da Confagricoltura e di queste 20 sono già state assunte da aziende locali. (Corriere della Sera) @ Intanto, la sanatoria fa infuriare gli agricoltori, che si sono sentiti sfruttati e non aiutati, essendoci migliaia di connazionali che chiedono di poter lavorare. Una protesta che ha condiviso anche Coldiretti, per cui i migranti non servono. "Arriveranno troppo tardi - commenta l'associazione - e a noi serve gente esperta". (Libero) @ Resta vivo anche il dibattito sulla maximanovra attuata dal Governo per rilanciare l'economia del Paese. "Nessun Governo della Repubblica aveva mai avuto tanti soldi da spendere tutti insieme - scrive Stefano Lepri su La Stampa - Ma le richieste di aiuto pervenute erano ancora più grandi. Così si sono dovute fare delle scelte. Ed occorre capire se siano le più efficaci. Pur se il decreto si prefigge il "rilancio", la sua componente principale è ancora il sostegno". @ L'Europa apre le frontiere ma l'Italia viene isolata, e si teme per il turismo. Angela Merkel vuole abolire lo stop ai controlli in area Schengen a partire da metà giugno, ma per Roma e Madrid restano le restrizioni. Così, nell'alleanza per l'estate tra i Paesi della UE, anche la Spagna rischia di rimanere fuori dai giochi. (Repubblica)

 

Italia verso la riapertura

Italia pronta (?) a riaprire. Fatta eccezione per Piemonte e Lombardia, per cui i tempi potrebbero dilatarsi ancora, da lunedì 18 maggio bar, locali e negozi rialzeranno le serrande. Ma le incertezze restano molte. Appurato che ovunque l'autocertificazione andrà in soffitta, eccetto che per spostarsi tra una regione e l'altra, restano comunque le regole stringenti che i titolari degli esercizi  dovranno rispettare. E se i negozi dovranno garantire percorsi per entrare ed uscire, sanificazione quotidiana e prove nei camerini in sicurezza, anche per bar e ristoranti le limitazioni saranno molteplici: oltre alla regola dei due metri di distanza tra i tavoli (4 mq a disposizione di ogni cliente) e dei camerieri provvisti di mascherine chirurgiche, dovranno anche garantire banconi disinfettati dopo ogni cliente, niente più buffet, utilizzo di condimenti monouso, accesso limitato alla toilette, menu scritti alla lavagna o consultabili tramite apposite app per ordinazioni, tavoli all'aperto dove possibile o comunque un costante ricambio naturale dell'aria e pagamenti tramite carte di credito e debito, per citarne alcuni. (Repubblica). Tutte regole, queste, che gli addetti ai lavori difficilmente riusciranno a gestire, tanto che sono molti i ristoratori scesi in campo con l'hashtag #iononapro. A partire dall'alta ristorazione, con in testa Arrigo Cipriani, patron dell'Harry's Bar di Venezia, che ha definito le regole del Governo "Demenziali", e passando per i big di Milano, per cui "Era meglio il lockdown". (Il Giornale) @ Della stessa opinione è anche Paolo Del Debbio, che su Libero di oggi scrive: "I ristoratori avranno tre giorni per riaprire adeguandosi a regole cervellotiche. Gli incassi precipiteranno, però a Palazzo Chigi non interessa ascoltare i loro suggerimenti". @ Intanto, anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, si schiera contro le linee guida dell'Inail e, invocando la possibilità di far decidere alle Regioni, rilancia con la sua proposta. "Niente plexiglass, niente separè. Tavolo distante due metri, gel igienizzante al tavolo, guanti e mascherine per i camerieri. Mascherina per i clienti solo se si alzano per andare in bagno o se qualcuno deve spostarsi e misurazione della temperatura all'ingresso. Punto". (Scattidigusto). Una posizione che non è piaciuta al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Andrea Martella, che ha replicato: "Le fughe in avanti di Zaia sulle aperture non sono state utili". (Corriere della Sera) @ Decisamente contro corrente è anche la posizione assunta dall'Emilia-Romagna, che si appresta a riaprire sparigliando le carte in tavola e varando un protocollo che per i ristoranti farà perno sulla responsabilizzazione dei clienti, eliminando cioè l'obbligo di distanza tra i tavoli e quello di utilizzo di guanti e mascherine e invitando i titolari a fare uso di tutti gli strumenti di comunicazione necessari per informare gli avventori circa le disposizioni in vigore. (GamberoRosso)

 

L'appuntamento

E' in programma questo pomeriggio, alle ore 14, sulla pagina Facebook dell'assessore all'Agricoltura e Alimentazione della Lombardia, Fabio Rolfi, una diretta dal titolo "La Lombardia riparte: i ristoranti sono pronti".  L'incontro, moderato dalla giornalista Aurora Lussana, vedrà gli interventi di Paolo Massobrio, Lino Stoppani (presidente di Fipe Lombardia), Alberto Somaschini (presidente dell'Unione Cuochi Lombardia) e Stefano Cerveni (chef del ristorante Due Colombe).

 

L'assaggio

La ricetta di oggi è un piatto di pasta molto ricco con salsa di pomodoro, uovo, ricotta salata e monachelle proposto dallo chef Roberto Pirelli del ristorante VIDI di Portopalo di Capo Passero (SR). La videoricetta su ilGolosario.it.

 

Il Vino

Il Vigneto delle Dolomiti Rosso “Portico Rosso" 2006 di Giuseppe Fanti (tel. 347 255 2622) di Pressano (TN). E' un uvaggio di teroldego, merlot, cabernet franc e cabernet sauvignon vendemmiati singolarmente a mano e tenuti separati anche durante la fermentazione e l’affinamento. Il vino permane poi 20 mesi nei carati. Ha un colore rubino molto ben concentrato e senza sfumature aranciate come ci si aspetterebbe. Al naso è piacevolissima la franchezza e l’integrità. Ha un effluvio aromatico che ti invade con note vegetali come gli alberi al mattino presto e poi piccoli frutti. E’ un profumo davvero invitante: c’è la confettura di frutta ma con una connotazione di freschezza al naso. In bocca è semplicemente grande, e avverti un velluto di piccoli frutti su una tela setosa (i tannini) che chiude sapida.