La Notizia

L’Europa apre alla rivoluzione della tavola. Dopo mesi di dibattimenti, l’Autorità per la sicurezza alimentare ha riconosciuto la larva della farina come cibo (Ma dai!!! le farfalle alle farfalline! ndr). L’insetto, ricco di proteine, grassi e fibre, potrà essere mangiata intera o sbriciolata in farina da utilizzare per preparare biscotti, pasta o barrette. Non c’è ancora un via libera definitivo ma, sebbene in alcuni Stati europei (vedi Belgio e Paesi Bassi) la commercializzazione di insetti è già iniziata da anni, in altri come l’Italia il compimento dell’iter richiede ancora qualche passaggio: entro 6-7 mesi la Commissione Ue dovrebbe proporre la commercializzazione nel mercato unico e gli Stati dovranno poi approvarla. (La Stampa) @ Intanto, alla vigilia della protesta annunciata dal mondo della ristorazione contro le misure stringenti adottate dal Governo, la manifestazione - riconosciuta con l’hashtag #IoApro1501 - divide i gestori di bar e ristoranti. Domani infatti saranno 60 mila i ristoratori che, applicando l’annunciata forma di “disobbedienza gentile”, non rispetteranno gli orari imposti dal Dpcm servendo la cena fino alle 21.45. Ma nonostante si tratti di una mobilitazione nata “per necessità”, in molti restano scettici. “Il quadro è drammatico, ma non credo sia la protesta giusta” dichiara su QN Pier Antonio Galli del ristorante Galleria nel Salotto di Milano, mentre sul Corriere di Verona anche lo chef Giancarlo Perbellini argomenta il suo “no” alla protesta. “Non aderisco, ma se si arriva a questo punto purtroppo un problema c’è. Non c’è chiarezza, non c’è una decisione finale. (…) Aprire a spot è deleterio ed esaspera gli animi, ma credo che andare contro la legge non vada mai bene”. Sulla stessa lunghezza d’onda sono anche le associazioni di categoria. Su La Stampa di Alessandria prende la parola Confcommercio, che in una nota fa sapere “Pur condividendo pienamente le motivazioni che portano le imprese a atti ‘forti’, non possiamo appoggiare manifestazioni o iniziative che si collocano al di fuori della legalità”. @ Su Repubblica Torino è poi da leggere lo sfogo di Arianna Formentin, proprietaria del locale “Qui in Vanchiglia” che dice: “Il nostro lavoro è stato calpestato. E non date la colpa al virus”. @ Come ultimo atto da ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova ha tentato di sistemare il pasticcio relativo ai bonus ristoranti che, al 14 gennaio, non ha visto corrispondere neanche un centesimo dei 10 mila euro per l’acquisto di prodotti agricoli locali promessi a ogni ristoratore con il Decreto agosto. Ieri, poco prima delle dimissioni di Matteo Renzi, la Bellanova ha preso un impegno, garantendo che i primi pagamenti arriveranno alla fine del mese. (Sarà sufficiente a rasserenare gli animi dei ristoratori ormai esasperati?!? ndr) (Il Fatto Quotidiano).

La cartolina...di Paolo

Se si avanza divisi non si arriva alla meta, soprattutto quando si è in guerra. Questo vale per la compagine che sostiene il Governo (che sembra avere solo una strada: nuovo incarico da parte di Mattarella per un Governo di larghe intese), ma anche per i ristoratori che hanno lanciato l’iniziativa #IoApro con tanti, troppi distinguo. A iniziare da Confcommercio che ha preso le distanze, a leggere sulla cronaca locale, ma anche dai cuochi leader (i volti televisivi per intenderci o i cosiddetti “stellati”. Silenzio). Dunque se un’iniziativa di protesta, si legge, è già bollata come “soft”, ancor più senza un interlocutore perché il Governo traballa, serve a niente. Mi ha poi colpito la riflessione di uno degli chef del ristorante Dai Bravi Ragazzi di Meda, Luca Bizzarri, che dice: “Non apro perché un ristorante deve prima di tutto rispettare i clienti. E che rispetto è far venire una persona nel mio locale che poi verrà multata?”. Beh, direi che non ha tutti i torti. La verità è che i ristoratori si possono solo aiutare con i ristori adeguati, se il periodo è destinato a durare, oppure si aprano, tenendo conto se le misure di sicurezza adottate sono adeguate alla salvaguardia dei clienti, come è avvenuto nei mesi passati. Ieri su Avvenire ipotizzavo queste due vie e infine una terza: il vicolo cieco, che significa chiudere. E abbiamo tutti paura che in questo clima di lentezza, incertezza, vuoto di potere, il rischio sia proprio quello di assistere al funerale di quello che era considerato un bene per tutto il Paese. Detto questo, è il caso che il mondo della ristorazione immagini azioni di protesta più efficaci, in accordo con le proprie Associazioni, lasciando fuori i clienti. Quelle avviate in primavera furono diverse e un po’ di massa critica la crearono, salvo poi prendere atto che a Roma avevano dimenticato il primo lockdown per ricominciare da capo e con i soliti schemi. E siamo qui ancora a piangere Conte?

Vino biologico e Uffizi sempre più social

Il vino biologico esce dalla nicchia. Ieri il Senato ha approvato la legge per sostenere il settore e, da Fontanafredda a Ceretto, anche i big sono entrati nel green. Un comparto in crescita costante ma che, in alcune regioni come il Piemonte, vede ancora un andamento lento, spingendo i produttori a chiedere un Osservatorio. “Abbiamo i dati, non abbiamo le statistiche - spiega su La Stampa il direttore della Produttori di vino biologico Pierottavio Daniele - Oggi non sappiamo quali siano le varietà maggiormente rappresentare e quali le Docg e Doc con più richieste di mercato”. @ In tema di vino, su La Stampa di oggi Paolo Massobrio presenta i vini monferrini dell’azienda Cinque Quinti di Cella Monte. @ Da leggere, sulle stesse pagine, è anche la storia di Davide Canepa, in arte Mosto, il creativo pubblicitario di 32 anni che si dedica al cantautorato lasciandosi ispirare dal vino. E dice: “Sogno di rilanciare i vigneti” . @ Uffizi sempre più social. Il museo fiorentino da il via a “Uffizi da mangiare”, una serie di video in cui i cuochi cucinano ispirandosi all’arte. Dalla maionese settecentesca ispirata alle opere di Pitocchetto di Fabio Picchi (Cibreo) al risotto alla De Chirico di Marco Stabile (Ora d’Aria) fino al germano col suo crostino proposto da Valeria Piccini (Da Caino), ispirata a iacopo Chimenti. (Corriere della Sera e Il Giornale)

L'appuntamento

Una nuova diretta Facebook è in programma questa sera, alle 18.00, sulla pagina @paolomassobrioofficial. Durante l’incontro, a tema “Del bicchiere mezzo pieno”, Paolo Massobrio dialogherà con Frate Alessandro Giacomo Brustenghi, il “Tenore di Dio”.

L'assaggio

L’assaggio di oggi è con CioccolaTimo, deliziosi scodellini di cioccolato, balsamici e unici, nati dalla creatività di due storiche presenze de ilGolosario: il cioccolatiere torinese Guido Gobino e il farmacista di Aosta Andrea Nicola. L’approfondimento di Andrea Voltolini su ilGolosario.it.

 

Il vino

L’Abruzzo Pecorino 2019 “Coste Mancini” di Terre di Poggio di Poggiofiorito (CH). Si presenta nel bicchiere con un colore giallo oro brillante. Al naso note di fiori coi loro gambi verdi anche se l’ascolto dei profumi fa salire note citrine che denunciano freschezza. In bocca è molto ghiotto, fresco con quell’acidità verticale che trapassa un vino di corpo e di assoluta goduria.