Vinitaly: ultimo giorno

Ultime ore prima della chiusura della 51^ edizione di Vinitaly, il salone internazionale dedicato al vino ha portato a Verona e in tutta la provincia migliaia di visitatori, buyer e winelovers provenienti da ogni parte del mondo. Un appuntamento che anche quest’anno ha coinvolto Paolo Massobrio e Marco Gatti, che stamane hanno premiato i vincitori di Young to Young, l’ iniziativa che ha messo a confronto giovani vignaioli e giovani comunicatori, ma anche agli artigiani che negli spazi di Sol&Agrifood si sono distinti con i loro prodotti d’eccellenza (a questo link il nostro approfondimento con l'elenco dei vincitori). Quindi l’appuntamento conclusivo con i Pranzi d’Autore, che al PalaExpo di VeronaFiere oggi vedrà ai fornelli lo chef Matteo Grandi del ristorante Degusto di San Bonifacio (VR)@ Un’esperienza che Paolo Massobrio riporta anche su Avvenire di stamane, dove traccia un bilancio di quest’ultima edizione e racconta le storie di successo “dell’Italia dei calici che funziona e che continua a crescere”. Con un appello: “Quando qualcosa in Italia funziona che si fa? Si tenta di abbatterlo (…) Si denigra, per il semplice piacere di non dare a nessuno la soddisfazione della riuscita. La malattia italiana è questo provincialismo che disfa in nome della presunzione di essere sempre i migliori,avendo accantonato la capacità di riconoscere chi ha costruito qualcosa. E da questo punto di vista c’è solo da dire: lunga vita al Vinitaly!”. @ E in tema di Vinitaly, La Stampa di oggi riporta anche alcune curiosità dalla fiera; dal Ruché di Castagnole Monferrato “Vigna del Parroco”, l’unico cru del Ruché riconosciuto dal Ministero delle Politiche agricole, presentato ieri allo stand piemontese dal vignaiolo Luca Ferraris, al Barbera Tonic, il cocktail a base Barbera ideato dal barman Alessandro Carucci che ha molto incuriosito i visitatori; sulle stesse pagine anche la notizia del progetto lanciato dalla Cantina Terre del Barolo, che ha presentato il brand Arnaldo Rivera con vini sono frutto di un protocollo ufficiale sottoscritto tra la cantina e i soci viticoltori, mentre l’azienda Cascina Adelaide ha brindato a una nuova acquisizione: due ettari di vigneto nel cru Bussia Soprana di Monforte con un investimento che ha superato i 5 milioni di euro. @ Intanto, l'Italia si conferma come primo produttore mondiale di vino con 50,9 milioni di ettolitri prodotti nel 2016. Lo ha confermato l’Oiv (Organizzazione mondiale della vite e del vino), che ieri ha presentato il quadro relativo al vigneto mondiale. A livello globale, ad emergere è stata anche la crescita del vigneto cinese (+16.800 ettari di superficie), mentre il commercio mondiale di vino ha subìto un calo in volume (-1,2% di ettolitri) e, per contro, una crescita in valore (29 miliardi di euro pari al +2%). (Italia Oggi) @ Gli arabi comprano il merlot di Tito. Sta facendo discutere l’acquisizione da parte di una società di investimenti di Dubai delle cantine Hepok di Mostar, considerate la più grande vigna della Bosnia Erzegovina. Un’operazione che ha spinto il sindaco della cittadina ad opporsi all’invasione economica dell’Islam, affiancato anche dalle comunità cattoliche che temono che, assieme ai nuovi padroni, possa arrivare dal Golfo una fede intransigente finora estranea in quelle terre. (La Verità) @ Esistono analogie tra il rituale del tè e quello del vino. Parola della “wine ambassador” Sara Repetto, gaviese impegnata nell’export di vino che, reduce da Vinitaly, su La Stampa lancia una provocazione: “L’Oriente si può conquistare anche con la cerimonia del vino”.

La Notizia

Se lo Stato vuole entrare anche in cucina. Così Carlo Lottieri sul Giornale commenta la stoccata dell’Antitrust al disegno di legge che regola l’attività degli home restaurant, considerato “troppo punitivo verso chi intende mettere un piede in questo settore”. Una legge "stupidamente restrittiva” che secondo Lottieri dimostra come il Governo “Teme che una parte dell’economia oggi umiliata dalle imposte possa spostarsi in tale zona franca”. @ E in tema di ristorazione è da leggere sul Corriere della Sera anche l’approfondimento in cui Stefano Landi spiega come l’integrazione a Milano passi anche dalla tavola. E lo fa raccontando le storie di alcune imprenditrici straniere che nel capoluogo lombardo hanno avviato attività di successo nel campo della ristorazione, dall’americana Alice Delcourt di Erba Brusca alla giapponese Norie Harada, titolare della Bottiglieria Spartaco; dalla brasiliana Marlene Gomes del ristorante argentino Don Juan alle francesi Florence Guyot e Claire Pause, della brasserie Le Vrai. ”E nell’ultimo anno sono aumentate del 7%”. @ Ma da Milano arriva anche il successo del ristorante Papà Francesco, il locale di via Marino diventato famoso il giorno dell’elezione di Papa Bergoglio, che dal 1997 accoglie artisti e moltissimi vip. E dove anche Placido Domingo ha intonato “O sole mio” in veste di affezionatissimo cliente. Su QN l’approfondimento di Alberto Oliva. @ Da Milano alla Calabria, inserita dal New York Times fra le 52 mete imperdibili per il 2017. Una regione che molto spesso noi italiani sottovalutiamo, ma che secondo il quotidiano statunitense è "custode dei piatti più gustosi della cucina italiana”. (Libero) @ E in tema di gusti e cibi della tradizione anche una buona notizia che ci riguarda. Il libro di Paolo Massobrio e Giovanna Ruo Berchera “Cucinare i Sapori d’Italia”, realizzato in coedizione con Cairo, è tra gli otto finalisti del premio biennale Acqui Ambiente. Il vincitore si conoscerà a metà giugno, mentre la cerimonia di consegna è prevista il 2 luglio. (La Stampa)

Il Pensiero

Oggi Aldo Grasso sul Corriere della Sera commenta la puntata del programma di Rai3 Indovina Chi viene a Cena” dedicata agli insetti, nuovo business dell’alimentazione. “La realtà - scrive - è che questo programma non mi convince. Intanto il suo scopo è di tirare la volata a Report. Ma non convince soprattutto per i contenuti: il cibo è un elemento delicato, anche dal punto di vista emotivo. E Indovina chi viene a cena va solo ad alimentare tutta quella cultura del rifiuto, del sospetto, della delegittimazione, dell’ansia punitiva. Possibile che ogni industria sia un luogo del malaffare? E poi si dice uno si butta a cinque-stellare!”.

L'assaggio

Al ristorante Cru…do rè (piazza Vittoria, 11 - tel. 0817645295) di Napoli. Sulla riviera di Chiaia, un locale raffinato ma informale che propone una cucina creativa con piatti e materie prime qualitativamente elevati. Da non perdere le degustazioni di crudo, con ostriche baccalà capesante spigole e verdure fresche, ma anche gli spaghetti con bottarga e puntarelle e il moscardino fritto (caldissimo) accompagnato da un purè di patate (freddissimo), in un contrasto decisamente interessante. Su ilGolosario.it la sosta di Piergiuseppe Bernardi.

Il Vino

E’ il Teroldego Veronese di Marion (tel. 045 8740021) di Marcellise (VR). Una espressione luminosa, meglio, clamorosa, del potenziale della terra veronese, quella rappresentata da questo vino. Già nostro Top Hundred, lo abbiamo riassaggiato in questi giorni di Vinitaly e ci ha conquistato ancora una volta con il suo colore rubino fitto quasi violaceo, i suoi profumi intensi di mora, mirtillo e frutti di bosco, la sua elegante spaziatura, il suo sorso equilibrato, ricci ed armonico, dalla lunga persistenza. Che vino!